David di Donatello: trionfa “Lo chiamavano Jeeg Robot”, ma il miglior film è “Perfetti sconosciuti”

Sono stati assegnati questa sera i David di Donatello, i più importanti premi del cinema italiano, da quest’anno finalmente trasmessi su Sky dopo anni di penose cerimonie targate RAI. Al timone di questa 60a edizione Alessandro Cattelan, che ha contribuito col suo stile di conduzione moderna allo svecchiamento di una serata che per anni si è presa troppo sul serio, ingessata nell’istituzionalità di mamma Rai. Preceduta dal red carpet condotto da Francesco Castelnuovo, è quindi iniziata la cerimonia di premiazione, con la simpatica introduzione di Cattelan (clip qui sotto).

A supporto del conduttore, l’ironia in video dei The Jackal, a cominciare dal fantastico corto introduttivo stile Oscar (clip qui sotto) a cui hanno preso parte, oltre a Cattelan, anche Claudio Santamaria, Michele Placido e soprattutto un ironico Paolo Sorrentino, per poi proseguire con la parodia di “Perfetti sconosciuti” e quella di “Youth“, trasformato in “Natale a Youth“. Tutto è filato abbastanza liscio, tranne quando sul palco ha transitato la coppia-Oscar di premianti formata da Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo: entrambi avevano meno vitalità di Gianluigi Rondi, patriarca 94enne della manifestazione, mummificato in platea accanto al ministro Dario Franceschini! Peccato per l’assenza della clip “In memoria“, che avrebbe reso il giusto omaggio agli artisti scomparsi nell’ultimo anno; sicuramente un’occasione persa in una serata di premiazione comunque molto positiva. Ma passiamo ai premi.

Dopo una serata che ha visto (finalmente) trionfare il cinema di genere con “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti, premiato con 7 David al pari de “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone, proprio nel finale c’è stato il “colpo gobbo” di “Perfetti sconociuti“. La pellicola di Paolo Genovese, campione di incassi al botteghino, si è infatti aggiudicata il premio per il miglior Film (oltre a quello per la miglior Sceneggiatura, assegnato ad un quintetto capeggiato dallo stesso Genovese), replicando alla perfezione quanto già accaduto due mesi fa agli Oscar con “Il caso Spotlight“, che aveva vinto gli stessi (unici) due premi, superando i pluripremiati “Revenant – Redivivo” e “Mad Max: Fury Road“. Stupito lo stesso Genovese, che ha ritirato il premio chiamando sul palco tutti gli attori e collaboratori (qui sotto la clip).

Il vero vincitore della serata è però, come detto, “Lo chiamavano Jeeg Robot“. Fra i 7 David ricevuti, trionfale en plein per i 4 attori, a cominciare dai protagonisti. Claudio Santamaria, alias Enzo Ceccotti, supereroe “de borgata”, si presenta sul palco con un cappellino sotto cui nasconde l’acconciatura per il suo nuovo film, che poi sfoggia (una pelata) a conclusione dei suoi ringraziamenti, primo fra tutti quello dedicato alla sua ex agente Graziella Bonacchi, prematuramente scomparsa 6 mesi fa. Battute quindi le coppie di “Non essere cattivo“, Borghi / Marinelli, e di “Perfetti sconosciuti“, Giallini / Mastandrea.

Gli fa eco il candore di Ilenia Pastorelli, alias Alessia, che incredula riceve dalle mani di Stefano Accorsi il David come miglior Attrice protagonista, dichiarando «Questo è il più bel giorno della mia vita». Per l’ex del “Grande Fratello“, autentica rivelazione dell’anno e assoluta esordiente sul grande schermo, la soddisfazione di aver superato navigate colleghe come Sabrina Ferilli, Paola Cortellesi e Juliette Binoche.

Luca Marinelli, alias lo Zingaro, è invece il miglior Attore non protagonista. Mai premio fu più meritato per il “Joker italiano”, candidato anche per l’altra grande interpretazione fornita in “Non essere cattivo“. Nel film di Claudio Caligari, Marinelli faceva coppia con il suo grande amico Alessandro Borghi che, nonostante le due nomination personali, resta così a bocca asciutta, battuto sia dal suo compagno che da Santamaria.

Miglior Attrice non protagonista è invece Antonia Truppo, alias Nunzia, la cattivissima camorrista che controlla il narcotraffico. Grande risultato per lei, con il David consegnatole da Christian De Sica e vista la temibile concorrenza di due grandi signore dello spettacolo come Claudia Cardinale e Piera Degli Esposti, oltre che della cinica Sonia Bergamasco di “Quo Vado?“.

Il fulcro di tutto il film è però colui che lo ha ideato, diretto e che ha investito i propri soldi (non trovando per ben 5 anni un produttore disposto a farlo) per realizzarlo, Gabriele Mainetti. Strameritati i due David ricevuti dal giovane regista romano, quello per il miglior Produttore e quello per il miglior Regista esordiente (clip sotto), mentre è un vero peccato che i votanti non abbiano avuto il coraggio di andare fino in fondo, visto che la pellicola meritava assolutamente anche il premio per il miglior Film (per il quale non è stata, assurdamente, neanche candidata). Il settimo David vinto da “Lo chiamavano Jeeg Robot” è infine quello per il miglior Montaggio, andato ad Andrea Maguolo con la collaborazione di Federico Conforti.

Sette David (di cui sei “tecnici”) li porta a casa anche “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone, che si “consola” con la vittoria come miglior Regista, anche grazie alla mancata nomination di Mainetti, inserito solo tra gli esordienti. Premiato dall’amico Toni Servillo, Garrone bissa così la statuetta vinta nel 2009 per la regia di “Gomorra“, arrivando ad un totale di 5 David personali, di cui il primo 13 anni fa per la sceneggiatura de “L’imbalsamatore“.

I sei premi tecnici iniziano da quello per la miglior Fotografia, andato a Peter Suschitzky e consegnatogli nientemeno che dal tre volte premio Oscar Vittorio Storaro insieme a Vittoria Puccini (clip sotto), la quale non perde occasione per un selfie con il grande maestro italiano. Gli altri premi assegnati a “Il racconto dei racconti” sono quelli per il miglior Scenografo, Costumista, Truccatore (tra cui il grande Leonardo Cruciano), Acconciatore e per gli Effetti digitali. Un risultato comunque notevole per un film così particolare, che esce fuori dai canoni del cinema tradizionale italiano.

Chi esce invece con le ossa rotte è Paolo Sorrentino che con il suo “Youth – La giovinezza” (14 nomination) porta a casa solo due premi minori, per la Colonna sonora di David Lang e per la CanzoneSimple Song #3“, dello stesso Lang, interpretata da Sumi Jo (clip sotto). Battuta la favoritissima Fiorella Mannoia e la sua “Perfetti sconosciuti“. Sconfitto anche “Non essere cattivo” (16 nomination), premiato solo per il miglior Fonico di presa diretta, senza nessun premio postumo allo scomparso regista Claudio Caligari.

Un premio anche per “La corrispondenza” di Giuseppe Tornatore, vincitore del David Giovani, assegnato da una giuria di 6000 ragazzi. Il miglior Documentario è invece “S is for Stanley (Trentanni dietro al volante per Stanley Kubrick)” di Alex Infascelli (clip sotto), mentre il David per il Cortometraggio era già stato assegnato a suo tempo a “Bellissima” di Alessandro Capitani.

Tra un premio e l’altro, oltre alle divertenti clip dei The Jackal, spazio anche per alcuni omaggi, come quello di Pif ad Ettore Scola e di Sumi Jo a Ennio Morricone. Peccato che Cattelan introduca l’omaggio a Morricone fischiettando il tema di “Lo chiamavano Trinità“, il cui autore non è il maestro premio Oscar, bensì Franco Micalizzi (clip sotto). Una gaffe che sicuramente non è sfuggita agli amanti delle colonne sonore. Quasi a fine serata arriva anche un intervento in video dello scrittore Roberto Saviano. Da segnalare che molti dei partecipanti alla premiazione sfoggiavano un adesivo giallo sulla giacca, con la scritta “Verità per Giulio Regeni“.

Ci auguriamo fortemente che questa edizione 2016 dei David all’insegna dei film di genere possa rappresentare la rinascita di questi ultimi, dopo decenni di oblio. Nel frattempo, da giovedì 21 aprile “Lo chiamavano Jeeg Robot” sarà nuovamente distribuito in sala, quindi non vi resta che correre al cinema e gustarvi il miglior film italiano degli ultimi anni!

Di seguito tutti i vincitori (e le nomination) di questa 60a edizione dei David di Donatello.

 

Ivan Zingariello

 

David di Donatello 60


TUTTI I VINCITORI DEI DAVID DI DONATELLO 2016

Miglior Film

Perfetti sconosciuti, regia di Paolo Genovese

Fuocoammare, regia di Gianfranco Rosi
Il racconto dei racconti, regia di Matteo Garrone
Non essere cattivo, regia di Claudio Caligari
Youth – La giovinezza, regia di Paolo Sorrentino

Miglior Regia

Matteo Garrone per il film Il racconto dei racconti

Gianfranco Rosi per il film Fuocoammare
Claudio Caligari per il film Non essere cattivo
Paolo Genovese per il film Perfetti sconosciuti
Paolo Sorrentino per il film Youth – La giovinezza

Miglior Attore protagonista

Claudio Santamaria per il film Lo chiamavano Jeeg Robot

Alessandro Borghi per il film Non essere cattivo
Luca Marinelli per il film Non essere cattivo
Marco Giallini per il film Perfetti sconosciuti
Valerio Mastandrea per il film Perfetti sconosciuti

Miglior Attrice protagonista

Ilenia Pastorelli per il film Lo chiamavano Jeeg Robot

Àstrid Bergès Frisbey per il film Alaska
Paola Cortellesi per il film Gli ultimi saranno ultimi
Sabrina Ferilli per il film Io e lei
Juliette Binoche per il film L’attesa
Valeria Golino per il film Per amor vostro
Anna Foglietta per il film Perfetti sconosciuti

Miglior Attore non protagonista

Luca Marinelli per il film Lo chiamavano Jeeg Robot

Valerio Binasco per il film Alaska
Fabrizio Bentivoglio per il film Gli ultimi saranno ultimi
Giuseppe Battiston per il film La felicità è un sistema complesso
Alessandro Borghi per il film Suburra

Miglior Attrice non protagonista

Antonia Truppo per il film Lo chiamavano Jeeg Robot

Piera Degli Esposti per il film Assolo
Elisabetta De Vito per il film Non essere cattivo
Sonia Bergamasco per il film Quo vado?
Claudia Cardinale per il film Ultima fermata

Miglior Sceneggiatura

Filippo Bologna, Paolo Costella, Paolo Genovese, Paola Mammini, Rolando Ravello per il film Perfetti sconosciuti

Edoardo Albinati, Ugo Chiti, Matteo Garrone, Massimo Gaudioso per il film Il racconto dei racconti
Nicola Guaglianone, Menotti per il film Lo chiamavano Jeeg Robot
Claudio Caligari, Giordano Meacci, Francesca Serafini per il film Non essere cattivo
Paolo Sorrentino per il film Youth – La giovinezza

Migliore produttore

Gabriele Mainetti per Goon Films, Rai Cinema per il film Lo chiamavano Jeeg Robot

21uno Film, Stemal Entertainment, Istituto Luce-Cinecittà, Rai Cinema, Les Films d’Ici con Arte France Cinéma per il film Fuocoammare
Archimede, Rai Cinema per il film Il racconto dei racconti
Paolo Bogna, Simone Isola e Valerio Mastandrea per Kimera Film, con Rai Cinema e Taodue Film, produttore associato Pietro Valsecchi, in collaborazione con Leone Film Group per il film Non essere cattivo
Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori per Indigo Film per il film Youth – La giovinezza

David Giovani

La Corrispondenza di Giuseppe Tornatore

Alaska di Claudio Cupellini
Gli ultimi saranno ultimi di Massimiliano Bruno
Non essere cattivo di Claudio Caligari
Quo vado? di Gennaro Nunziante

Miglior regista esordiente

Gabriele Mainetti per il film Lo chiamavano Jeeg Robot

Carlo Lavagna per il film Arianna
Adriano Valerio per il film Banat – Il viaggio
Piero Messina per il film L’attesa
Fabio Bonifacci e Francesco Micciché per il film Loro chi?
Alberto Caviglia per il film Pecore in erba

Migliore Direttore della fotografia

Peter Suschitzky per Il racconto dei racconti

Michele D’Attanasio per il film Lo chiamavano Jeeg Robot
Maurizio Calvesi per il film Non essere cattivo
Paolo Carnera per il film Suburra
Luca Bigazzi per il film Youth – La giovinezza

Migliore Montatore

Andrea Maguolo con la collaborazione di Federico Conforti per Lo chiamavano Jeeg Robot

Jacopo Quadri per il film Fuocoammare
Cristiano Travaglioli – Youth – La giovinezza (Youth)
Consuelo Catucci per il film Perfetti sconosciuti
Patrizio Maroneper il film Suburra

Migliore Musicista

David Lang per il film Youth – La giovinezza

Alexandre Desplat per il film Il racconto dei racconti
Ennio Morricone per il film La corrispondenza
Michele Braga, Gabriele Mainetti per il film Lo chiamavano Jeeg Robot
Paolo Vivaldi con la collaborazione di Alessandro Sartini per il film Non essere cattivo

Migliore Canzone Originale

Youth – La giovinezza per la canzone “Simple Song #3“: musica e testi di David Lang interpretata da Sumi Jo

La felicità è un sistema complesso per la canzone “Torta di noi“: musica, testi e interpretazione di Niccolò Contessa
Non essere cattivo per la canzone “A cuor leggero“: musica, testi e interpretazione di Riccardo Sinigallia
Perfetti sconosciuti per la canzone “Perfetti Sconosciuti“: musica di Bungaro e Cesare Chiodo, testi e interpretazione di Fiorella Mannoia
Quo vado? per la canzone “La prima repubblica“: musica, testi e interpretazione di Luca Medici (Checco Zalone)

Migliore Scenografo

Il racconto dei racconti: Dimitri Capuani e Alessia Anfuso

La corrispondenza: Maurizio Sabatini
Lo chiamavano Jeeg Robot: Massimiliano Sturiale
Non essere cattivo: Giada Calabria
Suburra: Paki Meduri
Youth – La giovinezza: Ludovica Ferrario

Miglior Costumista

Il racconto dei racconti: Massimo Cantini Parrini

La corrispondenza: Gemma Mascagni
Lo chiamavano Jeeg Robot: Mary Montalto
Non essere cattivo: Chiara Ferrantini
Youth – La giovinezza: Carlo Poggioli

Miglior Truccatore

Il racconto dei racconti: Gino Tamagnini, Valter Casotto, Luigi D’Andrea e Leonardo Cruciano

La corrispondenza: Enrico Iacoponi
Lo chiamavano Jeeg Robot: Giulio Pezza
Non essere cattivo: Lidia Minì
Youth – La giovinezza: Maurizio Silvi

Migliore Acconciatore

Il racconto dei racconti: Francesco Pegoretti

La corrispondenza: Elena Gregorini
Lo chiamavano Jeeg Robot: Angelo Vannella
Non essere cattivo: Sharim Sabatini
Youth – La giovinezza: Aldo Signoretti

Migliore Fonico di presa diretta

Non essere cattivo: Angelo Bonanni

Il racconto dei racconti: Maricetta Lombardo
Lo chiamavano Jeeg Robot: Valentino Giannì
Perfetti sconosciuti: Umberto Montesanti
Youth – La giovinezza: Emanuele Cecere

Migliori effetti digitali

Makinarium, per il film Il racconto dei racconti

EDI – Effetti Digitali Italiani, per il film Game Therapy
Chromatica, per il film Lo chiamavano Jeeg Robot
Visualogie, per il film Suburra
Peerless, per il film Youth – La giovinezza

Miglior documentario di lungometraggio

S is for Stanley (Trentanni dietro al volante per Stanley Kubrick), di Alex Infascelli

Harry’s Bar, di Carlotta Cerquetti
I bambini sanno, di Walter Veltroni
Lousiana (The Other Side), di Roberto Minervini
Revelstoke. Un bacio nel vento, di Nicola Moruzzi

Miglior cortometraggio

Bellissima, di Alessandro Capitani

A metà luce, di Anna Gigante
Dove l’acqua con altra acqua si confonde, di Gianluca Mangiasciutti e Massimo Loi
La ballata dei senzatetto, di Monica Manganelli
Per Anna, di Andrea Zuliani