ADDIO A MARIO CAIANO, REGISTA NON BANALE DI TANTI B-MOVIES NOSTRANI

 

Mario Caiano

Se n’è andato ieri Mario Caiano. Il regista di “Amanti d’oltretomba” e “Il mio nome è Shangai Joe” è morto a Roma, dove era nato 82 anni fa. Nonostante provenisse da una famiglia agiata (era figlio del produttore Carlo Caiano), Mario aveva sposato la causa comunista, cedendo però poi al fascino della celluloide, che prevalse sulle ambizioni politiche.

Mario Caiano 2

Inizia la sua carrierà nei primi anni ’50 come aiuto regista di commedie, avventure e peplum, fino ad arrivare, seppur non accreditato, a fare da assistente a Sergio Leone in “Per un pugno di dollari”. Attivo anche come sceneggiatore, inizia nel 1962 una lunga maratona registica che lo porta a dirigere ben 18 film in 8 anni, per la maggior parte peplum e western. Tra questi troviamo anche dei piccoli cult, da “Ulisse contro Ercole” a “Maciste gladiatore di Sparta”, da “Le pistole non discutono” fino all’horror “Amanti d’oltretomba” con Barbara Steele e Paul Muller.

Amanti d'oltretombaShangai Joe

Negli anni ’70 esaurito con “Il mio nome è Shangai Joe” il filone western, Caiano passa ai poliziotteschi con titoli che hanno fatto la storia del genere, come “…a tutte le auto della polizia…”, “Milano violenta” e “Napoli spara!”, ma senza disdegnare qualche incursione in altri generi. E ne escono fuori pellicole interessanti e mai banali come il thriller “L’occhio nel labirinto”, il decamerotico “I racconti di Viterbury” e il nazi-porno “La svastica nel ventre”.

ViterburyLa svastica nel ventre

Dal 1982 al 2002 Caiano dirige solo per la televisione (soprattutto RAI), diviso fra mini-serie e TV movie. Durante questo ventennio televisivo si prepara anche ad un ritorno al cinema, quando il produttore Augusto Caminito lo chiama nel 1988 per dirigere “Nosferatu a Venezia”, il film che doveva riportare Klaus Kinski a vestire dopo 10 anni i panni del vampiro herzoghiano. Peccato che il folle attore polacco, famoso per le la sua irascibilità e i suoi litigi con i registi, gli tirò uno specchietto di scena, rifiutandosi categoricamente di proseguire le riprese con lui (nonostante lo avesse già diretto in Shangai Joe). Caiano quindi non potè far altro che lasciare il film, dopo però aver percepito l’intero stipendio. La sua carriera si conclude nel 2002 dopo quasi 50 regie, di cui l’ultima resta il TV Movie “Io ti salverò” con Cristiana Capotondi.

Kinski

(nella foto Klaus Kinski in “Nosferatu a Venezia”)

Negli ultimi anni ha viaggiato molto, ha rilasciato qualche intervista carina (in cui ad esempio ha dichiarato di essere un cinematografaro ma non un cinefilo) e ha scritto anche un’autobiografia dal titolo “Mario Caiano – Autobiografia di un regista di B-Movies”, edita da “Il foglio letterario” di Gordiano Lupi e ricca di interessanti aneddoti di un cinema che non c’è più.

Autobiografia

In definitiva Caiano resta un misconosciuto artigiano del nostro cinema di genere che però, a differenza di tanti altri colleghi anche più blasonati, ha quasi sempre sfornato pellicole interessanti e godibili che meriterebbero una riscoperta, seppur ormai postuma.

 

Ivan Zingariello