Addio al poliedrico Lino Toffolo, da “Johnny Bassotto” a “Sturmtruppen” (VIDEO)

E’ morto ieri sera l’attore veneziano Lino Toffolo, aveva 81 anni. Era appena tornato a casa dopo un ricovero ospedaliero dovuto ad una caduta, che gli aveva procurato la frattura di un braccio e di un paio di costole. Toffolo, dimesso perché considerato in buone condizioni, si è accasciato improvvisamente al termine della cena, stroncato da un infarto.

Lino Toffolo



Nato a Murano alla fine del 1934, esordisce allo storico Derby di Milano nel 1963, iniziando poi una carriera musicale che lo porta ad incidere diversi 45 giri e quattro album. Il suo brano più celebre è sicuramente “Johnny Bassotto” del 1976, canzone per bambini scritta dal duo Bruno Lauzi / Pippo Caruso, sigla della trasmissione “Anteprima di Chi?” e utilizzata successivamente anche per lo spot delle confetture Santa Rosa.

Grande successo anche per “Io, soltanto io“, sigla di “Domenica In” 1980, e “Lancillotto 008“, sigla dell’omonimo telefilm americano. Diventa un volto noto del piccolo schermo grazie al suo personaggio dell’ubriaco veneziano e successivamente alla conduzione dei quiz di Canale 5 “Tuttinfamiglia” e “Casa mia“. Negli ultimi anni ha preso parte ad alcune fiction RAI come “Scusate il disturbo” (2009) e “Tutti i padri di Maria” (2010), entrambe con protagonista Lino Banfi, e poi “L’ultimo Papa Re” (2013) con Gigi Proietti, per la regia di Luca Manfredi.

Al cinema, dove vanta oltre 20 film, esordisce ufficialmente nel musicarello “Chimera” (1968) con Gianni Morandi. E’ poi uno de “I quattro del pater noster” (1969) di Ruggero Deodato, accanto a Paolo Villaggio, Enrico Montesano e Oreste Lionello. E’ poi accanto a Senta Berger nel dittico “Quando le donne avevano la coda” (1970) e “Quando le donne persero la coda” (1972) di Pasquale Festa Campanile, che lo dirige anche in “Il merlo maschio” (1971) con Lando Buzzanca e “L’emigrante” (1973) con Adriano Celentano.

Nel frattempo, accanto all’amico Paolo Villaggio interpreta Panigotto nel cult “Brancaleone alle crociate” (1970) di Mario Monicelli e poi Geremia in “Beati i ricchi” (1972) di Salvatore Samperi. Sempre con il “malizioso” regista padovano gira anche “Un’anguilla da 300 milioni” (1971) con Ottavia Piccolo, “Peccato veniale” (1974) con Laura Antonelli e soprattutto “Sturmtruppen” (1976) tratto dai fumetti di Bonvi e grandissimo successo commerciale. Ancora con Celentano fa parte del cast di “Yuppi du” (1975), mentre viene diretto da Dino Risi in “Telefoni bianchi” (1976).

Nel 1977 partecipa al raro “Messalina Messalina” di Bruno Corbucci con Tomas Milian, e l’anno successivo è protagonista accanto a Pippo Franco di “Scherzi da prete” di Pier Francesco Pingitore, concludendo poi la sua carriera cinematografica nel 2011 con la partecipazione a “Il giorno in più” di Massimo Venier con Fabio Volo e Isabella Ragonese.

A partire dal 1993 aveva ripreso dopo quasi trent’anni anche l’attività teatrale, portata avanti nell’ultimo ventennio. Tra i tanti spettacoli ricordiamo “La moscheta” (1998), “Il pipistrello” (1997), “Tutto e subito” (2009), “Lei chi è?” (2012) e poi, in voce “Pierino e il lupo” di Prokovief e “Histoire du soldat” di Stravinskij.

Si autodefiniva un “cialtrone, ignorante, presuntuoso, ma molto, molto fortunato“.

 
 

Ivan Zingariello