Addio all’attrice Antonella Steni, per anni fece coppia in TV con Elio Pandolfi

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Non c’è pace per lo spettacolo italiano. In pochi giorni ci hanno lasciato Franco Citti (leggi QUI) e Umberto Raho (leggi QUI) e, come se non bastasse, se n’è andata anche l’attrice Antonella Steni, morta ieri a Bologna all’età di 89 anni. Attrice poliedrica e inesauribile, la Steni è stata il prototipo dell’attrice brillante, capace però anche di caratterizzazioni molto particolari e amatissime dal pubblico.

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Nata come Antonietta Stefanini a Montefiascone (VT) il 3 dicembre 1926 si specializza sin da giovanissima nel teatro leggero e nel varietà.  Da ragazzina appare in un paio di film, “Scipione l’Africano” (1937) di Carmine Gallone, che rappresenta l’esordio anche per Alberto Sordi, e poi “Crispino e la comare” (1938) di Vincenzo Sorelli. Poi per 20 anni si dedica al teatro e alla radio (“La mia voce per la tua domenica“, con Corrado) e successivamente alla televisione (“Za-bum” 1964-65), ottenendo grande notorietà negli anni ’60 grazie al sodalizio con Elio Pandolfi, col quale fa coppia fissa per ben 11 anni, riscuotendo grandissimi consensi in memorabili sketch comici.

Al cinema la ricordiamo in molte commedie all’italiana, da “Il tigre” (1967) di Dino Risi a “Peggio per me… meglio per te” (1967) di Bruno Corbucci. Partecipa anche a “Bisturi, la mafia bianca” (1973) di Luigi Zampa e al film corale “Grandi magazzini” (1986) di Castellano & Pipolo. In “L’ultimo capodanno” (1998) di Marco Risi interpreta la madre fantasma della cornificata Monica Bellucci, mentre le sue ultime apparizioni risalgono al 2003 con il film tv “Chiaroscuro” con Nino Manfredi e la serie tv “Cinecittà” con Emiliano Coltorti.

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La Steni in “L’ultimo capodanno”

E’ però al fianco di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia che la Steni gira il maggior numero di film, ben 5. Da “Obiettivo ragazze” (1963) di Mario Mattoli a “Brutti di notte” (1968) di Giovanni Grimaldi, passando per “2 mattacchioni al Moulin Rouge” (1964) di Carlo Infascelli e i musicarelli con Al Bano & Romina, “Nel sole” (1967) e “L’oro del mondo” (1968), entrambi diretti da Aldo Grimaldi.

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Con Franco Franchi in “Brutti di notte” (1968)

La Steni è stata anche doppiatrice, dando voce ad esempio a Luciana Angiolillo in “Ercole alla conquista di Atlantide” e ad Annie Gorassini in “Vulcano figlio di Giove“, oltre che a Moira Orfei. Nel nuovo millennio ha proseguito la carriera teatrale, festeggiando anche i 60 anni di attività nel 2006, stagione in cui è stata protagonista dello spettacolo “Grigio brillante” di Giuseppe Manfridi per la regia di Claudio Beccaccini.

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Di se stessa diceva “Io sono un’attrice. Ho fatto sempre cose brillanti, mi piace scatenarmi, mi piace cantare – lo ritengo un mezzo molto valido per arrivare alla gente – ..sono un’attrice posso fare sia le cose comiche che le cose serie, umane. Io nei miei spettacoli brillanti metto sempre qualche momento di verità, e poi cerco sempre di essere me stessa, di metterci sempre una parte di me nel personaggio che faccio, perché mi piace essere naturale“. E poi ancora: “Non sono snob, sono molto normale.. una persona estremamente normale e credo di appartenere molto poco al mondo dello spettacolo, fuori della scena. In scena il mio elemento naturale è il palcoscenico ma tutto il resto non mi piace. Andare a ritirare un premio per me è stata sempre una fatica, e sono anche abbastanza pigra“. Chiosa finale sugli anni che avanzano: “Penso spesso alla vecchiaia ma cerco di vivere la mia età finché posso, cerco.. mi ripeto sempre e mi accorgo che ogni età ha un suo fascino. E’ chiaro che la gioventù è bella perché è spensierata, perché non c’è la ruga.. ma non è la ruga il problema, la vecchiaia mi può far paura solo se mi rende pazza, se mi togli la ragione, se mi toglie l’autonomia.. più questo che la vecchiaia. La vecchiaia vissuta bene può essere allegra, io sono un’ottimista e vissuta bene, con amore, con tenerezza, penso che sia anche poetica“.

 

Ivan Zingariello

Nino Taranto e Antonella Steni in “L’oro del mondo”