AL CINEMA CON MONDOSPETTACOLO: IL SETTIMO FIGLIO

Il Settimo Figlio

Trasposizione cinematografica curata dal regista russo Sergej Vladimirovic Bodrov del primo romanzo della saga “The Wardstone Chronicles” di Joseph Delaney.

In un Medievo Fantasy solo il settimo figlio di un settimo figlio può ambire a diventare apprendista stregone per combattere streghe, demoni e creature oscure e pericolose.

Maestro Gregory, ultimo degli stregoni rimasti in vita dopo secoli di cruente battaglie contro le forze del male è alla ricerca di un nuovo apprendista dopo che l’ultimo, addestrato per ben 10 anni, viene brutalmente ucciso da Madre Malkin, regina delle streghe un tempo incarcerata dallo stesso Gregory e ora tornata in libertà.

La luna di sangue, inoltre, è ormai prossima nel cielo e al raggiungimento della luna piena, i poteri magici della strega raggiungeranno il loro apice, rendendola ancora più forte. Maestro Gregory ha poco più di una settimana per addestrare alle arti magiche e del combattimento Thomas Ward, il suo nuovo apprendista, che pare essere speciale rispetto agli altri allievi avuti in passato: Thomas, infatti, ha anche la capacità di vedere il futuro, potere che, ovviamente, non è ancora in grado di controllare.

Ad aiutare Madre Malkin e a ostacolare il viaggio del mago e del suo apprendista una schiera di creature oscure: antichi demoni in grado di trasformarsi in orsi giganteschi, draghi e altri animali letali. In questo contesto di lotta e combattimenti feroci, riesce anche a sbocciare l’amore tra il giovane Thomas e la bella Alice, fanciulla che viene salvata da una folla inferocita dallo stesso Thomas, che si rivela però essere una strega, figlia della serva più devota di Madre Malkin e il cui intervento rimescolerà spesso le sorti di entrambe le parti.

Di più non si può dire o si rischia di incappare in quello che si definisce “spoiler”.

Il cast del film è sicuramente notevole: nei panni del giovane Ward troviamo Ben Barnes, che dopo anni torna a vestire i panni di eroe fantasy (fu già interprete del principe Caspian nell’omonimo film tratto dalla saga delle Cronache di Narnia); lo stregone alcolizzato, ma degno di un maestro Jedi è interpretato da un insospettabile Jeff Bridges, decisamente lontano da ruoli come Drugo de “Il grande Lebwoski”, ma che proprio grazie alla sua intrinseca ironia mantiene alta l’attenzione del pubblico e regala chicche divertenti durante il corso del film.

Come principale e spietata antagonista troviamo una bellissima Julianne Moore e tra le file dei suoi seguaci può vantare la presenza di due nomi molto importanti: Dijmon Hounsou (visto recentemente nelle sale nei panni di Korath nel film “Guardiani della Galassia”) e l’ancora perfettamente atletico e sorprendente Jason Scott Lee (“Dragon, la storia di Bruce Lee” e “Mowgli – Il libro della giungla”).

Nonostante il cast stellare, la fotografia e gli effetti speciali ben curati e i costumi favolosi, il film, tuttavia, non incanta come dovrebbe.

Il ruolo del protagonista è spesso conteso tra Barnes e Bridges, il più delle volte a vantaggio di quest’ultimo e il ritmo del film è piuttosto lento all’inizio per arrivare al finale con una vera e propria corsa. Troppa importanza, forse, a combattimenti che potevano sbrigarsi più rapidamente e meno all’intreccio della storia, alle varie sfaccettature dei personaggi per spiegare meglio il perché di certe evoluzioni. Importantissima la figura delle madri, sia del giovane Ward che della bella Alice, ma la loro storia viene a malapena accennata, senza far comprendere allo spettatore il perché delle loro decisioni che si rivelano piuttosto fondamentali per le sorti dei protagonisti stessi.

Pare che nei film fantasy non si riesca più a vedere un cattivo che sia tale per il “piacere di esserlo”, mi spiego: sembra che ogni antagonista abbia bisogno di una motivazione vittimistica che “giustifichi” in parte la sua decisione di passare “al lato Oscuro”. Madre Malkin, come Maleficent, è diventata spietata e pronta a devastare il mondo perché in passato un uomo l’ha ingannata in amore. Ora, perdonate il mio commento personale, ma basta, dico davvero: se si vuole raccontare un perché un personaggio da buono diventi cattivo ci sta, anzi mi piace davvero, ma cambiamone almeno la ragione!! La delusione sentimentale ferisce e fa star male chiunque, innegabile, ma adesso proporla come a valida giustificazione per tutti mi pare esagerato e fuorviante.

Il finale del film, infine, lascia uno spiraglio ad un possibile sequel e considerando che i romanzi della saga di “The Wardstone Chronicles” sono ben 13 non si può far altro che attendere e vedere cosa decideranno le produzioni in base agli incassi cinematografici de “Il settimo figlio”.

 Sara Vivian