Amanti d’oltretomba di Mario Caiano, con la regina del gotico Barbara Steele, in home video

Diretto nel 1965 da Mario Caiano (che firmò la regia con lo pseudonimo di Allen Grünewald), Amanti d’oltretomba è un ottimo film del genere gotico, con venature thriller, che all’epoca della sua uscita riscosse un grande successo sia in patria che all’estero. Protagonista, manco a dirlo, è la regina incontrastata del cinema horror italiano di quegli anni, l’intrigante e sensuale Barbara Steele, allora già divenuta una stella grazie alle collaborazioni con Bava, Corman, Fellini, Margheriti, Salce e Freda. A fare da contrappunto alla brava attrice è l’ottimo Paul Müller, attivissimo nel cinema italiano dagli anni Cinquanta in poi (molti lo ricorderanno, in particolare, per il ruolo del Visconte Cobram nella saga di Fantozzi), un eccezionale villain che, con il suo sguardo perfido, risultava sempre adattissimo a interpretare personaggi negativi dediti all’esercizio costante del male.

Stephen Arrowsmith (Müller) è un dottore senza scrupoli che tradisce sua moglie Muriel con l’assistente Solange. Muriel, a sua volta, lo tradisce con David, il giardiniere. Una notte Stephen li scopre e li uccide, così da ereditare tutti i beni della moglie; ma Muriel ha lasciato ogni sostanza alla sorella Jenny. Deciso a prendersi l’eredità, Arrowsmith sposa Jenny e cerca di farla diventare pazza, ma, a complicare il piano, ci si mettono il dottor Joyce e, soprattutto, i fantasmi di Muriel e David che cercano vendetta.

Macabra vicenda giocata su esperimenti proibiti, tradimenti, avidità e fantasmi, Amanti d’oltretomba è una delle opere più interessanti di quel periodo. L’onesta bellezza del film risiede nella semplicità d’esecuzione, nella classicità della storia, contrassegnata dal tipico tocco in più di sadismo italiano, pruriginoso e semi adolescenziale, oltre che nell’elegante fotografia di Enzo Barboni (che poi girerà il celebre Lo chiamavano Trinità…, il seguito …continuavano a chiamarlo Trinità e tanti altri film della coppia Spencer-Hill). Come se non bastasse, un altro fiore all’occhiello è, senz’altro, la colonna sonora firmata dal maestro Ennio Morricone, che dona all’insieme una continua inquietudine, scandendo al meglio il crescendo della tensione e puntellando efficacemente le apparizioni frequenti degli spettri che si susseguono nel corso del dipanarsi della vicenda. La storia – scritta Caiano con Fabio De Agostini – non eccelle in inventiva, ma il merito del regista è stato quello di saper mantenere la tensione a buoni livelli.

Artefice di numerosi film di varia natura (dallo spaghetti western al poliziottesco, fino al decamerotico), con Amanti d’oltretomba Mario Caiano realizza uno dei suoi migliori lungometraggi, di cui oggi è possibile fruire in home video con l’ottimo master reso disponibile da CG Entertainment (www.cgentertainment.it) nella collana CineKult, curata dalla rivista Nocturno.

Il dvd è in formato 1.66:1, con audio Dolby Digital 2.0 e sottotitoli per non udenti opzionabili. Nei contenuti speciali: Quella strana voglia di cinema: intervista al regista Mario Caiano.

 

 

 

Luca Biscontini