BUON ANNO CON LO SCHIACCIANOCI DI ČAJKOVSKIJ

Cosa c’é di meglio che dare il benvenuto al Nuovo Anno che con Lo schiaccianoci di Čajkovskij ?

E’ lo spettacolo principe di questo periodo: da Parigi a Londra, da Vienna a New York, tutti i teatri lo rappresentano. Anche in Italia si sono adeguati ed al   Rossini di Pesaro,  é andato in scena il 3 gennaio, a cura del Royal Ballet of Moscow-Crown of Russia.

Il celebre balletto in due atti, ispirato ad un trucido racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffman (Schiaccianoci e il re dei topi ), riadattato per bambini da Alexandre Dumas padre (Histoire d’un casse-noisette), é  lo spettacolo più rappresentato nel mondo durante le feste di Natale.  La coreografia porta la firma di Marius Petipa e di Lev Ivanov, mentre Il merito degli splendidi costumi va a Valentin Fedorov, curatore anche della scenografia.

La partitura musicale, com’é noto, è stata scritta dal grande Čajkovskij.

Fondata nel 1997 da Anatoly Emelyanov (che ne é anche il direttore) e  Anna Aleksidze, Il Royal Ballet of Moscow  annovera tra le proprie fila ballerini di grande esperienza e raffinatezza artistica, provenienti dai migliori teatri russi. Punta di diamante  è l’étoile Julia Golitcina, già solista del Eifman Ballet, il  corpo di ballo creato da Boris Eifman (1977) rompendo le rigide regole dell’accademismo russo ed  imponendo una forma espressiva molto personale.

La trama della storia fa sognare grandi e piccini: la piccola Clara riceve a Natale un pupazzo-schiaccianoci che in un magico sogno si trasformerà in Principe e la condurrà in mille avventure, passando da foreste incantate a regni bizzarri, incontrando i più svariati e divertenti personaggi.

Čajkovskij (di cui quest’anno ricorrono i 175 anni dalla nascita) scrisse questa partitura in un momento buio della propria vita, contemporaneamente alla  Sinfonia n.6. La prima del balletto ebbe luogo al Mariinskij di San Pietroburgo  il 18 dicembre 1892, sotto la direzione del compositore italiano  Riccardo Drigo, con la coreografia di Lev Ivanov (l’assistente di Petipa che era nel frattempo molto malato) . A questa rappresentazione prese parte anche la ballerina italiana Antonietta Dell’Era nel ruolo della Fata Confetto.

L’opera non ottenne il successo sperato: alcuni criticavano Čajkovskij “che si era abbassato a comporre per il balletto”, altri ritenevano la musica fosse “troppo sinfonica ed impossibile da ballare”. Dovettero ricredersi.


Il debutto europeo risale al 1934 al Sadler’s Wells di Londra, mentre è del 1938 la prima rappresentazione alla  Scala di Milano.

Una delle versioni più caratteristiche fu quella di George Balanchine che nel 1954, per il New York City Ballet, divise per la prima volta il balletto in due parti, realtà e sogno.

Indimenticabile fu l’adattamento e interpretazione di Rudolf Nureyev nel ’69 alla  Scala, in cui il ballerino privilegiò una lettura psicoanalitica, interpretando il triplo ruolo di Drosselmeyer (il fabbricante di giocattoli), dello schiaccianoci e del Principe.

Sold out e grande consenso di pubblico per uno splendido spettacolo: belli e bravi tutti i ballerini, sontuosi i costumi,  raffinate le scene. Intriganti il valzer dei fiocchi di neve, quello dei fiori e la Danza russa, emblematica della tradizione rutena per i costumi utilizzati e le sonorità scelte.

In scena a Firenze (Teatro Verdi) il 2 gennaio scorso, lo spettacolo é stato rappresentato il 4 ad Ancona (Teatro delle Muse) per proseguire il 5 a Campobasso (Teatro Savoia) ed il 7 a Milano (Teatro Nuovo).

Paola Cecchini