Caccia al tesoro: i fratelli Vanzina ci raccontano il loro Operazione San Gennaro

“Il nostro intento era quello di realizzare un film ispirato alla tradizione napoletana. Noi, due romani innamorati di Napoli, che nel 2017 fanno un film ambientato, appunto, a Napoli, come Operazione San Gennaro di Dino Risi. Già nostro padre, tra l’altro, vi ambientò diversi suoi lavori interpretati da Peppino De Filippo e Totò e Piedone lo sbirro con Bud Spencer. Il tema della vita e del teatro era voluto. Questa è una favola, ma lo sguardo sulla realtà va mantenuto, non ci piacciono le commedie che vi si staccano. È una favola realistica volta a ribadire che la finzione, a volte, può dire la verità. Del resto, il Torino che batte la Juvenus può essere solo una favola, poi c’è l’immagine finale con quella bellissima canzone di Pino Daniele (Napul’è, nda) che spazza via qualsiasi cosa negativa che si può pensare su Napoli”.

Con queste parole, Enrico Vanzina parla alla stampa romana della genesi di Caccia al tesoro, in arrivo nelle sale cinematografiche il 23 Novembre 2017 e di cui firma la sceneggiatura insieme al fratello regista Carlo, il quale aggiunge: “Quando abbiamo pensato a questo film, mi sono venuti subito in mente Vincenzo Salemme e Carlo Buccirosso, con i quali lavorare è un lusso perché sono due fuoriclasse e hanno dei tempi che, veramente, li rendono i Totò e Peppino dei tempi d’oggi”.

I Salemme e Buccirosso che, tra l’altro, pur avendo già lavorato in diverse occasioni con il figlio di Steno, si trovano per la prima volta in coppia sotto la sua regia, impegnati a mettere in atto il furto dei gioielli di San Gennaro – ma per una buona causa – affiancati sia dalla cognata del primo e dal figlio minorenne del secondo (il Gennaro Guazzo di Troppo napoletano), sia da due ladri romani interpretati da Max Tortora e Christiane Filangieri.

Cognata dalle fattezze di una Serena Rossi che racconta di aver cercato di rubare il più possibile proprio dai due colleghi napoletani il loro modo di affrontare il mestiere divertendosi sempre; mentre, se Salemme elogia Carlo Vanzina quale regista sicuro, Buccirosso non manca di rincarare la dose rivelando: “Con Carlo la serenità e la tranquillità non sono presenti soltanto sul set, ma anche preventivamente, quando, con grande misura e onestà, accetta le nostre proposte per il film”.

Ed è proprio Carlo Vanzina a proseguire sul cast: “Con Max Tortora questo è il quarto film che faccio e io sono innamorato di lui, anche perché, tra un ciak e l’altro, sul set racconta alla sua maniera di personaggi come Paolo Stoppa e Celentano. Christiane Filangieri l’ho incontrata per caso un giorno in cui io ero con il mio cagnolino e lei insieme al figlio, e mi segnalò in quell’occasione un suo video su YouTube che ne lasciava emergere la verve comica. Serena Rossi la seguo da tanti anni, inizialmente doveva interpretare la sorella di Vincenzo Salemme, ma anagraficamente non era credibile, quindi l’abbiamo trasformata nella cognata. Gennaro Guazzo lo avevo visto in Si accettano miracoli e Troppo napoletano e l’ho preso senza provino (nel film è il figlio di Buccirosso, nda). Francesco Di Leva, invece, pur di coinvolgerlo lo abbiamo fatto recitare negli spazi liberi che aveva tra un impegno lavorativo e l’altro”.

Il Francesco Di Leva che trova anche il tempo di dire la sua sull’amata Napoli: “L’immagine finale del film ridà alla nostra città una speranza, perché, guardandolo con altri occhi, in questo film vedo proprio la speranza. Poi, il fatto che il patrimonio di San Gennaro non venga rubato in una città come Napoli dice qualcosa”; prima che Tortora dichiari: “Io sono un fan di Carlo Vanzina e trovarmi a lavorare con lui è stato come per Forrest Gump trovarsi vicino al presidente Kennedy. Quando mi accorgo che qualcuno si diverte per le cose che faccio, non lo mollo più, sono come un mastino. Comunque, per tornare a Paolo Stoppa, in realtà tutto è cominciato perché da bambino avevo paura di lui”.

Quindi, non rimane che correre al cinema per trascorrere un’ora e mezza di piacevolissima e divertente visione, invogliati anche dalle parole dell’amministratore delegato di Medusa Film Giampaolo Letta: “Siamo molto contenti di lavorare con Carlo ed Enrico Vanzina. A noi di Medusa aveva molto divertito l’idea alla base del film e il meccanismo attraverso cui i buoni diventano cattivi. Credo che Caccia al tesoro si inserisca a pieno titolo nella tradizione della commedia napoletana e, secondo me, fa bene ogni tanto vedere qualcosa di diverso per ridere su posti spesso criticati come Roma e, appunto, Napoli”.

Francesco Lomuscio