CLAUDIA CONTE INTERVISTA MATTIA ZACCARO, IL PROTAGONISTA DEL FILM “IL PRETORE”

Cari lettori di Mondospettacolo,oggi la vostra biondissima redattrice Claudia Conte vi presenta Mattia Zàccaro Garau, bravissimo attore attualmente nelle sale cinematografiche accanto a Francesco Pannofino nel film “IL Pretore” per la regia di Giulio Base.

Ciao Mattia! Iniziamo dalla prima domanda! Desideri ed aspirazioni da bambino. Già in tempi non sospetti sognavi di diventare un artista?

Ciao Claudia! Il primo mestiere che ricordo di aver sognato di fare è stato l’archeologo. Avrò avuto cinque o sei anni. E dopo vent’anni, di quel sogno mi è rimasto il fatto che continuo a scavare per scovare qualcosa che è sottoterra. In fondo, credo che fare l’artista voglia dire proprio questo. Poi, fin da piccolo, sentivo che avevo qualcosa da dire, anche se non sapevo bene come: cantare, non sapevo cantare; disegnare, non sapevo disegnare; ma recitare e raccontare balle, lo sapevo fare benissimo. La scrittura, e la poesia soprattutto, invece, sono venute con l’adolescenza, e si sono trasformate nel mio grande sogno maturo.

Mattia Zàccaro Garau  agli esordi. Come è iniziata l’avventura nel mondo dello spettacolo?

La mia avventura di film è un’avventura da film. Qualche anno fa, studiavo a Milano ed a tutto pensavo tranne che a fare l’attore. Andando all’università, il mattino, mi fermavo a fare colazione sempre allo stesso bar. Ricordo perfettamente di essere entrato, un giorno, con i giornali sotto il braccio e con un’aria da fighetto che se la tira, che a ripensarci adesso mi vengono i brividi dalla vergogna! Ma quel giorno al bar c’era anche Luca Guadagnino, il regista del primo film su cui ho lavorato: ‘Io sono l’Amore’. Mi ha visto, mi ha frainteso (perché, sotto sotto, più che essere concentrato su Il Sole 24 Ore e Le Monde che avevo comprato in edicola, stavo pensando alla partita della Roma del giorno dopo, che si giocava lo scudetto all’ultima di campionato) e mi ha chiesto di fare un provino. Dopo un’ora ero con Tilda Swinton, che aveva da poco vinto l’Oscar, ad interpretare suo figlio: avevo la parte!

È questo l’evento che ritieni il più importante per la tua carriera?

Per la mia carriera cinematografica, direi proprio di sì. Per quella letteraria, invece, gli eventi sono molti: ciò che è più importante sono gli incontri, con le cose e con le persone, quello che si prendono loro da te e quello che prendi tu da loro.

So che, come me, hai una forte passione, la poesia! Nel 2012 e nel 2014 hai infatti pubblicato due raccolte di poesie: ‘Sul Far della Vita’, premiata col certamen apollinare poeticum, e ‘Confido’, edite da Aletti. Cos’è per te la poesia?

La poesia è ciò di cui non posso a meno. Devo, devo, devo scrivere quando sento che qualcosa mi monta dentro. Devo farlo per non lasciar sfuggire questo qualcosa che non so che cosa sia fino a quando non prende una forma nelle parole. E così, in me, la poesia è una cura, perché attraverso la scrittura riesco ad esprimere ciò di cui ho forti ma vaghi sentori e che, fino a quando non metto nero su bianco, non ha un nome proprio, e mi spaventa. Perché non c’è cosa più spaventosa, e pericolosa, di ciò che non ha un nome, di ciò che non si può riconoscere. Ma il problema è che questo processo di riconoscimento, di presa di coscienza, è un processo che non può finire, un processo che non ha un punto finale. Insomma: la poesia è un travaglio continuo e costante perché la vita è un travaglio continuo e costante, e proprio perché della vita non posso fare a meno, lo stesso dico della poesia.

Quali sono le suggestioni ricorrenti nei tuoi versi?

Non c’è un argomento che prediligo: è la poesia che sceglie dove portarmi. Se amo, saranno parole d’amore; se soffro, saranno parole sofferte; se osservo, saranno parole che guardano. Parlo di vita, della mia vita, nelle mie poesie. La mia, e non di un altro. Ma l’incanto della parola poetica è che ci si può ritrovare in parole scritte, appunto, da altri, lontani nel tempo e nello spazio, navigare in quelle suggestioni e farle proprie. Così, spero che qualcuno navighi un giorno nelle mie.

Attualmente sei sul grande schermo con il film “Il Pretore”. Parlaci di questa importante esperienza!

Con ‘Il Pretore’ arrivo sul grande schermo finalmente da protagonista. E, tra l’altro, con una trasposizione cinematografica di un libro che negli Anni Settanta ebbe molto successo, ‘Il Pretore di Cuvio’ di Piero Chiara. Insomma: letteratura e cinema che s’intrecciano. Era proprio il mio film! E l’esperienza è stata eccezionale: lavorare con Francesco Pannofino, Giulio Base, Carlo Giuseppe Gabardini, Debora Caprioglio, con la gente di Luino di cui sono innamorato, e con Sarah Maestri che ha voluto fortissimamente questo progetto, realizzato dalla Lime Film, ha voluto dire soffrire e combattere continuamente la tentazione di non credersi all’altezza, di avere paura di rovinare il sogno di tanti. Quello che ho provato a fare è stato sognare anche io. Se ci sono riuscito me lo dirà la critica.

Ed ora andiamo un po’ a conoscere  Mattia dal punto di vista personale. Dimmi i tuoi maggiori pregi e difetti.

So di essere permaloso. Un poco iracondo. E molto critico. Ma non porto rancore per lungo tempo, e credo di essere affidabile e generoso. Ma parlare di sé è la cosa più difficile che esista, soprattutto se si parla di pregi e difetti. Molto più facile è dirti che amo la Roma, il caffè, Mahler, la musica classica, i Radiohead, Haruki Murakami e Thomas Mann, la politica, gli alberi le colline i cani. E Dio.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Sogno di avere una casa, un luogo dove stabilirmi, un punto fermo. Per mille motivi faccio la spola lungo l’Italia e non solo, e per quanto io ami viaggiare, alla lunga è stancante, oltre che fisicamente, metafisicamente. Se poi in questa casa potrò avere uno scaffale, anche piccolo e nascosto, nel quale raccogliere i miei libri e i miei film, vorrà dire che il sogno l’avrò realizzato davvero.

Progetti futuri?

Scrivere. E recitare. E tra non molto sarò a teatro con un mio spettacolo, di cui farò la regia. Ma non posso dire altro per ora.

Grazie Mattia per la tua disponibilità e gentilezza! È stato un piacere intervistarti!

Grazie a te Claudia! Un saluto!

Da Claudia Conte per ora è tutto! Arrivederci al prossimo articolo care lettrici e lettori di Mondospettacolo!

Claudia Conte