Furia: un esordio da “Cantastorie”

Esce “Cantastorie” il disco di esordio della cantautrice milanese che in arte conosciamo come Furia. Vestita da Corto Maltese e con un piglio “elettronico” quasi vintage in brani come “Robot” o “Freelance” oppure decisamente ricca di tradizione come nella bellissima “Canzone ad un bambino mai nato”, Furia parla della donna, della cronaca, parla delle storie di tutti noi. Parla del paese, tutto. Ed è la donna la chiave di volta, il fulcro della pace e della rivoluzione estetica e letteraria per Furia. Un disco sapientemente arrangiato dal grande Maestro Luigi Albertelli. In rete il video di lancio del singolo “Giulietta” e di seguito l’intervista ad una donna vestita come Corto Maltese che canta le storie di ogni giorno.

Parliamo subito di estetica. Quanto è importante per una donna l’estetica della sua musica e del suo spettacolo?
Se si parla di bellezza della propria musica e del proprio spettacolo l’estetica conta sicuramente molto. Ma questo è relativo a come poi verrà percepito dal pubblico. Se si parla in termini filosofici ancor più importante perché nel momento in cui si crea la propria musica, si esternano tutti i riferimenti acquisiti. E ci si indirizza sempre verso la ricerca del bello.

Ma la bellezza esteriore in qualche misura contamina la musica che produci?
Se parliamo della bellezza esteriore il bello e le cose belle non solo contaminano la mia mente e il mio cuore ma diventano fonte di ispirazione. Ciò che vedo diventa immagine attraverso le parole e suono, che poi vado a cantare.

Parliamo invece di storie quotidiane: in questo disco la canzone d’autore torna a fare un lavoro, come dire, sociale o sbaglio?
Esattamente. I miei testi fanno pensare, a volte avvicinano nei sentimenti, altre volte creano discordanze. In un periodo di totale assenza di memoria attraverso il racconto, e nel mio caso di storie vere di ieri e di oggi, parlo e canto di noi, della società .

E restando su questo tema: la donna oggi che ruolo ha e che discriminazione ancora vive? Alla faccia del futuro intendo…
Da donna penso sempre che nel momento in cui abbiamo detto basta al ruolo di sole madri e mogli abbiamo disorientato sia l’uomo che tutta la struttura della società. Disabituarsi a qualcosa che è durato per secoli ( con le varie differenze culturali) non è una cosa semplice. Ma finalmente si è arrivati ad una svolta. La strada è aperta ma ancora lunga. Le discriminazioni tuttora presenti.

Per chiudere: perchè Corto Maltese?
Volevo una divisa. Voglio sottolineare il fatto di essere e sentirmi unica. E poi perché Corto Maltese era un marinaio passato alla pirateria. L’antieroe per eccellenza. Questa metafora l’ho abbinata alla mia personale idea di donna. L’antieroina per eccellenza in un mondo fatto dagli uomini per gli uomini.