Il 33° TFF è in Coma

COMA

Il 33° TFF è in “Coma”. Il film “Coma” di Sara Fattahi è un caso di polisemia. Coma in inglese significa perdita di coscienza o chioma di una cometa.
A Damasco però niente illumina il presepe. Tre donne chiuse in casa evitano la guerra della Turchia travestita da Daesh contro il Kurdistan. Le parole sono pietre, così Carlo levi intitolava un suo libro di denuncia della situazione siciliana alcuni decenni fa, ma quest’espressione può essere colta in tutta la sua polisemia per dire che le parole devono avere un loro peso, una loro gravità, cioè una loro forza ed efficacia, quindi devono avere una corrispondenza biunivova con la realtà, cioè con dei concetti e con delle cose. Come la sigla Daesh o il termine Coma . In inglese come in italiano l’arabp Da’ish è trascritto come Daesh e diversi leader politici, a partire dal presidente francese François Hollande, chiamano così l’organizzazione terrorista di al-Baghdadi. I media arabi, in particolare le TV all-news, utilizzano Daesh al posto di ISIS da quando l’organizzazione terroristica è avanzata in Siria e in Iraq. Questo acronimo è preferito anche per il suo significato dispregiativo che assume nella lingua araba, visto che Daesh assomiglia nel suono a parole che significano “colui che semina discordia” e “bigotto”. I leader politici come Hollande o Kerry non utilizzano ISIS anche per non riconoscere il sedicente califfato islamico sotto cui dovrebbero vivere tutti i musulmani del mondo proclamato da al-Baghadi e dai suoi miliziani. L’arabo è inoltre una lingua particolarmente flessibile, e permette di creare giochi di parole dispregiativi sulla parola Daesh, particolarmente diffusi tra i siriani. Per questi motivi ISIS odia questo soprannome, e vieta di utilizzarlo all’interno del territorio controllato dai jihadisti. Chi chiama Daesh il califfato, che ora si chiama Stato islamico, è punito con le bastonate. Il film Coma non dice niente, non denuncia, non urla .

Giovanni Spada

Vedi: http://www.torinofilmfest.org/index.html

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