Il Criticone n.36 – Il deludente “Robinson Crusoe” dal punto di vista degli animali

Una nave di pirati approda su un’isola dove trova un giovane e barbuto Robinson Crusoe, naufragatovi mesi prima. Da qui il racconto delle avventure e delle vicissitudini del celebre naufrago sull’isola sperduta in mezzo al mare, narrato dal pappagallo che lo accompagna.

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Recensire un film d’animazione mette sempre davanti ad una posizione alquanto critica, perché non si sa mai se la pellicola in questione voglia essere considerata prodotto cinematografico in generale o, più semplicemente, un mero momento di svago per i più piccini. Succede un po’ la stessa cosa per l’ennesimo film sui supereroi che puntualmente sbarca nei cinema ogni 6 mesi, quando non si sa mai se il film è veramente uguale a tutti gli altri o semplicemente siamo noi a non essere dei fan sfegatati della saga e a non capire dunque le mille sfaccettature di questo o quell’altro capitolo (anche se poi, comunque, a mangiare sempre la stessa minestra ci stanchiamo un po’ tutti comunque…).

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Robinson Crusoe” pone esattamente lo stesso dilemma, lasciando però pendere la bilancia leggermente a suo sfavore, in quanto ci si chiede in più di un’occasione quanto il film possa effettivamente piacere e divertire anche i ragazzini del XXI secolo, abituati a ben altro, soprattutto a film d’animazione (e non) decisamente più interessanti sotto tanti punti di vista. La pellicola franco-belga, uscita nei cinema italiani il 5 maggio anche in 3D, è diretta dal duo StassenKesteloot: il primo ha all’attivo diversi cortometraggi e produzioni IMAX, anche se probabilmente l’apice della sua “fama” l’ha raggiunto pochi anni fa come regista e produttore di due film con protagonista l’adorabile Sammy, la piccola e temeraria tartarughina del film Disney-Pixar “Alla ricerca di Nemo”; il secondo ha lavorato prettamente in ambito tecnico sempre al fianco di Stassen, e si ritrova qui alla sua prima esperienza da regista.

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Il problema principale del film è la sceneggiatura. Non si tratta infatti della solita storia sul più famoso naufrago di sempre (non se la prenda Simona Ventura), ma di un’altra ad esso (molto) liberamente ispirata e narrata dal punto di vista degli animali che abitano il microscopico isolotto su cui il malcapitato era giunto. Storia scritta dall’americano Chris Hubbell e probabilmente abbandonata da qualche parte, giacché trovata dal nostro simpatico duo europeo per puro caso, durante la ricerca di una sceneggiatura da trasportare sul grande schermo. E così tutta la storia viene raccontata proprio dal pappagallino Martedì che, per farsi perdonare di aver impunemente rimpiazzato lo storico servitore Venerdì del romanzo originale di Defoe, è anche il personaggio più simpatico (leggi “meno isterico”) tra tutti gli strambi abitanti dell’isola. E’ proprio lui la parte più umana e interessante del film, non fosse altro che per la sua natura così intraprendente, sognatrice ed estremamente fiduciosa nell’altro e nel mondo in generale, molto più dello stesso Crusoe che perde totalmente il fascino del protagonista del primo best-seller d’avventura d’epoca moderna.

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Per il resto è tutto molto poco interessante e soprattutto poco divertente: c’è una capra ipovedente che addenta di tutto, un’echidna (!) con la voce di Lisa Simpson, un maiale incrociato a un tapiro ed altri animali non meglio classificati e poco simpatici, se non a tratti snervanti, in quanto inizialmente recidivi nel fidarsi/non fidarsi dell’umano (del resto, non ne hanno mai visto uno in vita loro). Diventano poi davvero insopportabili nel vanificare ogni tentativo del povero Robinson di condurre una vita dignitosa sull’isola, prima sabotando involontariamente i suoi lavori di costruzione di una casa sull’albero, poi mangiando senza ritegno le sue sudate provviste, senza che lo smidollato Robinson possa tirare fuori un fucile e prendersi la soddisfazione di farne strage, trattandosi di un film per bambini. Infine, tutti si alleano allegramente contro i noiosamente malvagi gatti arrivati grazie alla nave dei pirati (ma davvero nel 2016 i gatti possono fare da villain principali di una pellicola?) in quella che dovrebbe essere la spassosa battaglia finale, ma che in realtà non è altro che un’interminabile sequenza di pseudo-azione a tratti isterica, culmine di tutte le noiosissime scene in cui i gatti meditano vendetta, unica loro attività per tutta la durata del film.

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In definitiva il film è indicato per bambini non troppo svegli a cui piacciano gli animali, in quanto abbastanza banale sia dal punto di vista stilistico che da quello della scrittura. Magari recuperatelo quando passerà su Sky o se proprio volete portarci i bambini, fatelo solo se avete dei biglietti del cinema scontati, perché spenderci 8 euro a testa sarebbe davvero uno spreco!

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Voto: 5-

 

Ivan Zingariello