IL SINDACATO DI POLIZIA SIAP CHIEDE LA SOSPENSIONE DELLA FICTION “SQUADRA MOBILE”: NE PARLIAMO CON PIETRO DI LORENZO SEGRETARIO GENERALE DEL SIAP.

Pietro per prima cosa ti ringrazio per avermi concesso questa intervista, ma ora veniamo ai fatti. Recentemente è uscito qualche articolo sui giornali e sul web, riguardante una vostra richiesta di sospensione della Fiction “Squadra Mobile”, vuoi spiegarci il motivo di questa vostra richiesta?

Viene fornita una immagine della Polizia di Stato incredibile, falsa e fuorviante. Si rappresenta un manipolo di agenti, donne e uomini, problematici con famiglie disastrate, sociopatici, alcolizzati, che utilizzano le auto dell’amministrazione in maniera solitaria per faccende private, che operano in maniera superficiale  e , dulcis in fundo, uno dei protagonisti è un poliziotto corrotto e drogato che gestisce traffici illeciti arrivando a “giustiziare” sparandogli alla testa uno spacciatore probabile concorrente. Senza tralasciare il dirigente, donna ovviamente, poco attenta a quello che le capita intorno per via del rapporto intimo proprio con il poliziotto più malvagio di tutti. Tutto questo solo nella prima mezz’ora della puntata. Non è nelle nostre corde discutere le c.d. “opere dell’ingegno” né, tantomeno, ipotizzare che le fiction sulle forze di polizia debbano necessariamente fornire una quadro idilliaco e propagandistico. Così è però davvero troppo, non ricordiamo un precedente che contenga in maniera tanto massiva un tal concentrato di invenzioni e fatti impossibili da verificarsi.

Io so che quando si realizzano opere televisive e/o cinematografiche riguardanti le forze di polizia, le varie produzioni si rivolgono ad esperti, proprio per evitare di rappresentare grossolani errori nelle procedure. Ad esempio nella prima puntata della fiction, una minorenne arrestata per istigazione alla prostituzione viene lasciata sola negli uffici della questura e si taglia le vene, questo immagino che nella realtà sia pressoché impossibile giusto?

La minorenne viene accompagnata negli uffici della squadra mobile in quanto colta in flagranza mentre si prostituisce con un uomo molto più anziano. Nei casi di reati, purtroppo molteplici, che vedono coinvolti i minorenni quali attori o vittime le procedure sono molto rigide a tutela del minore. Viene immediatamente disposto l’intervento di uno psicologo e del personale della Polizia Scientifica che deve, per legge, video registrare i colloqui con il personale operante. Per il numero stesso di operatori coinvolti è assolutamente impossibile che un minore possa essere lasciato da solo in una stanza, figuriamoci se possa avvenire perché il responsabile della sezione (come nella fiction), unico presente, abbandona la stanza per andare a bere dalla fiaschetta.

In merito alla vostra richiesta di sospensione della serie avete avuto qualche risposta da parte dei dirigenti della Mediaset?

No e, per la verità, non nutrivamo alcuna speranza. Non ci aspettavamo che la richiesta di sospensione trovasse cittadinanza ma il nostro intento è comunque quello di non far passare la cosa sotto silenzio e sollecitare, ove possibile, una riflessione sui confini che una fiction dovrebbe, a nostro giudizio, rispettare in ordine al vero o vero simile.

Fin dai lontani tempi della fiction andata in onda nei primissimi anni 2000 ” La Squadra “, i poliziotti a volte vengono descritti come persone con tantissimi problemi, quanto c’è di vero e quanto invece è totalmente privo di veridicità, insomma penso che per fare il mestiere di poliziotto sia indispensabile sottoporsi a severi test psicoattitudinali o sbaglio?

La vita di un poliziotto, soprattutto nelle sezioni operative “inquadrate” da queste fiction, non è mai facile perché si confronta quotidianamente con il lato buio della società. Quel mondo ai più sconosciuto fatto di malvagità e devianza che, senza dubbio, induce a guardarsi intorno con occhi diversi, forse sospettosi e diffidenti.

Ci sono, come noto, severi test di ingresso anche di tipo psicologico ma è anche vero che durante il corso della vita possono accadere, come per tutti, fatti che cambiano o minano le nostre capacità di gestire lo stress.  Però da qui a proporre un quadro come quello della fiction c’è una differenza come tra il giorno e la notte. Ci sono casi singoli, questo è vero, di poliziotti che per varie cause hanno tradito il dovere istituzionale ma mai potrebbe accadere quanto mostrato nella fiction. Tanto per essere chiari, se un poliziotto induce nel vizio dell’alcol sono i colleghi stessi a far emergere la cosa rifiutandosi di prestare servizio operativo in queste condizioni. E’ impensabile che possa esistere un poliziotto che durante il servizio, quindi in compagnia dei colleghi, sniffi cocaina e gestisca traffici illeciti arrivando, come detto, a giustiziare con un colpo alla nuca un rivale di spaccio. Queste cose sono fantascienza.

Pietro l’intervista finisce qui, ti ringrazio ancora per la tua disponibilità e mi auguro che quantomeno la vostra istanza possa avere qualche interlocutore da parte della Mediaset e di Taodue.

Ringrazio io per l’attenzione perché, in questo momento storico, non possiamo accettare che venga offerta ai cittadini una meschina e miserevole visione su un mondo che si regge sul lavoro, mal pagato e non tutelato, di decine di migliaia di persone oneste che rappresentano l’ultimo baluardo alla barbarie imperante.

Alessandro Cunsolo