IO E IL MIO CABARET…OVVERO: ANDREA FASOGLIO SI RACCONTA!

Amiche e amici di Mondospettacolo, oggi farò quattro chiacchiere con Andrea Fasoglio il direttore di uno dei templi del Cabaret Italiano: il Cab 41 di Torino.

Andrea come stai? Come è iniziato il 2015 del Cab41?

Ciao Alex, prima di tutto desidero ringraziare te e tutta la redazione di Mondospettacolo per il contributo che date alla diffusione del cabaret a Torino e poi molto semplicemente rispondo alla tua domanda in modo molto semplice ma credo esaustivo… Il 2015 è iniziato come non mi sarei mai aspettato, con tanta gente pronta a sorridere e a divertirsi.

Sono tantissimi anni che ti occupi di promuovere comici e cabarettisti nel tuo fantastico locale, proprio oggi leggevo sul tuo facebook una cosa che ti è successa nel 1998, vuoi raccontarla ai nostri lettori??

Era l’estate del 1998, e precisamente il 14 di Agosto quando un allora giovane e sconosciuto Enrico Brignano mi telefonò per avere una serata al Cab 41. Gli spiegai che il locale era chiuso e che ci saremmo sentiti per la programmazione autunno/inverno… e così fu. Oggi (sabato 17 Gennaio n.d.r.), leggo un articolo sul nuovo spettacolo di Enrico Brignano al teatro Colosseo nel quale lui stesso cita il Cab 41. Ovviamente non può che far piacere essere ricordati nel bene da artisti di questo calibro e soprattutto è bello anche vedere che alcune persone mantengono innata quell’umanità che altri dimenticano.

Come è cambiato, (se è cambiato il tuo) pubblico negli ultimi anni?

Il pubblico è cambiato perché le nostre abitudini sono cambiate, un tempo avevamo molte compagnie, grosse tavolate di amici, mentre oggi sono diventate rarissime. Oggi ad assistere ai nostri spettacoli abbiamo molte più coppie rispetto ad una volta, molti più giovani, alcuni vengono sicuri di far colpo sulla nuova compagna/o, segno che anche i giovani ora guardano il cabaret e ne sono attratti.

E’ cambiato anche il modo di far ridere?

La comicità è cambiata tantissimo ed è ancora in continua evoluzione… una volta al comico si richiedeva che facesse ridere in un’ora di spettacolo, ora gli si chiede di far ridere in tre minuti per adattarsi alle moderne esigenze tv. Tutto ciò ha determinato un aumento dei ritmi e dei tempi comici, che hanno prodotto spettacoli di cabaret molto frenetici e da ritmi asfissianti, tralasciando in parte la tradizione teatrale che invece richiedeva tempi comici più lenti. In parole povere, se noi oggi guardassimo uno spettacolo comico del 1995 ci sembrerebbe di vedere uno show al rallentatore e questo ci annoierebbe un po’.

Non dico che oggi sia migliore o peggiore di allora, dico solo che sono cambiate le abitudini e l’approccio ad uno spettacolo comico. Una volta le serate di gruppo erano sostanzialmente dei laboratori, mentre oggi sono la normalità grazie anche agli show televisivi come Zelig e Colorado.

Come ho detto prima, la comicità è in continuo movimento, si sperimentano continuamente nuove forme di comunicazione e di teatro per cui nei prossimi anni aspettiamoci altri cambiamenti radicali.

I recenti tragici fatti di Parigi e non solo, sembra che stiano creando una forma di nuova angoscia, insomma la gente ha paura, a tale proposito, quanto credi che sia importante e terapeutica la comicità e il cabaret per guarirci da questa nuova patologia?

Ridere e divertirsi è la prima regola per star bene con se stessi e con chi ci sta intorno, una serata di sane risate non può che farci bene e aiutarci ad affrontare con nuove forze il periodo estremamente buio che stiamo attraversando.

Parliamo ora della nostra città Torino: si dice che se uno spettacolo funziona a Torino funziona in tutto il resto d’Italia, credi che questa affermazione sia veritiera?

In generale il pubblico torinese (parlo del piemontese doc e non di coloro che abitano a Torino) porta con se il gene Sabaudo che lo rende assai dubbioso, serio e poco avvezzo alla risata spicciola. E’ il prototipo di pubblico difficile da conquistare, quello che nessun artista vorrebbe avere, ma che allo stesso tempo è colui che dona maggiori soddisfazioni una volta conquistato.

La comicità più vista al cinema e in televisione è fatta da comici di Roma, Milano, Napoli e Firenze, Torino viene dopo, come ti spieghi questo ?

A mio avviso per essere bravi comici bisogna avere grandi maestri pronti ad aiutarti e in questo Torino a differenza di tutte le grandi città da te citate, ha ancora una visione da provinciale. Una volta si diceva che se arrivavi a Torino era perché avevi sbagliato l’uscita della tangenziale. In realtà questo era vero sino al 2006, perché con l’avvento delle Olimpiadi invernali Torino si è trovata di colpo proiettata nell’Europa e nel mondo mostrando il suo lato migliore. Da allora anche la comicità torinese  ha fatto un salto di qualità portando finalmente a Zelig e Colorado tanti artisti bravi. Purtroppo però come ben saprai la cultura provinciale è dura a morire e mentre gli artisti di altre città fanno gruppo, qui si cerca di coltivare e innaffiare il proprio piccolo orticello.

So che sei un grande appassionato di tutto ciò che è mistero e fantascienza, allora la domanda che nasce spontanea è questa: ma al Cab vedremo un comico extraterrestre (rido) ?

Io fossi in te porrei la domanda in modo diverso…. So che sei un grande appassionato di tutto ciò che è mistero e fantascienza, allora la domanda che nasce spontanea è questa: ma al Cab vedremo un comico NON extraterrestre?

Alex ti assicuro che aver a che fare con gli artisti è come aver a che fare con omini verdi che arrivano da Marte… (ride)!

Andrea grazie come sempre per essere uno dei nostri più cari amici, sappi che noi di Mondospettacolo seguiamo sempre con molta attenzione il programma del Cab41 di Torino e a tale proposito ti auguriamo un anno pieno di fantastiche novità.

Grazie mille Alex, contraccambio gli auguri di buon anno e buon lavoro a te e a tutta la redazione di Mondospettacolo e sappi che anche noi del Cab 41 seguiamo con molta attenzione il programma del tuo portale… (ride)! Un saluto doveroso a tutti  i lettori di Mondospettacolo con l’augurio di buon 2015.

Alex Cunsolo