Le Protagoniste di Mondospettacolo: Flora Vona

Da ragazza ascoltava gli AudioDue, ed ora si trova a pubblicare un EP con loro,si, tre canzoni scritte da Gianni Donzelli ed Enzo Leomporro ed addirittura a duettare con il cantante del duo storico, nel singolo di lancio, «L’alfabeto». Da ragazza,  andava all’università, studiava dalle 6 alle 8 ore al giorno,ma, per non condizionare le docenti, si vestiva «da Leopardi al femminile», spiega, lasciandoti con la curiosità di capire che look avrebbe adottato ogni volta. E di curiosità Flora Vona, bellezza puteolana, cantattrice ma anche insegnante, anima inquieta che va dove la porta il cuore e l’arte (dopo la Sicilia ha scelto Roma), te ne lascia addosso molte, con quel visino innocente su un corpo peccaminoso: non a caso è puteolana, come Sophia Loren.

Albertazzi scommetteva su di lei, Flora.

È vero, dopo un’improvvisazione mi guardò negli occhi e disse pubblicamente: qui siamo ad alti livelli.

Le colleghe di set, invece, non sempre apprezzano la sua esuberanza fisica.

Lavoro benissimo con le donne, ma è vero, è successo che un’attrice ben più affermata, anzi diciamo ben più famosa e potente di me, non abbia gradito l’idea di vedermi truccata e sexy mentre a lei spettava una parte di donna sfatta: obbligò il regista a togliermi i primi piani o le riprese più sensuali.

Chi era?

Non faccio nomi.

Si definisca, allora.

Sono una donna in crescita e desidero esprimermi e realizzarmi sempre di più a teatro, al cinema, in televisione, nella musica, nel rapporto di coppia, nella famiglia, nell’amicizia. Amo mascherarmi, in scena ma anche nella vita, per mio figlio, per il mio uomo.

Chi è?

Non c’è. E mi manca, fare l’amore è la mia droga.

Che mamma è?

Amorevole, affettuosa, attenta, presente. Mio figlio mi dà energia quando il mio mondo, più che il mio lavoro, me la toglie.

Che cosa succederà alla cantante dopo l’EP griffato AudioDue?

Vorrei presentare il disco e cambiare ogni sera un abito speciale,  truccarmi con creatività ed andare in scena per mettere nel microfono tutta la mia anima, il mio corpo, i miei sogni, i miei bisogni.

Cosa le piace del suo corpo?

Gli occhi e sono fiera delle mie gambe, anche se gli uomini si fermano spesso al seno o al lato B.

La sua natura?

Sono una gazzella metropolitana, una napoletana cosmopolita, una pantera in cerca di autore.

Graffia? O ruggisce soltanto?

Se serve mordo anche: per mio figlio, per il mio lavoro, per protestare contro un’ingiustizia. Per la libertà: è il mio primo valore.

Amori?

Solo un uomo che sappia farmi andare fuori di testa, che sappia usare le parole per rubare il mio corpo. E poi con lui viaggiare, bere  e mangiare bene, anche etnico: con i sapori si conoscono i popoli, si comprendono le culture.

Videoclip de «L’alfabeto» a parte, dove possiamo vederla?

Sto scrivendo un soggetto, sono anche autrice, potrei decidere di mettere in scena quello, ma nello stesso tempo sto vagliando un paio di proposte teatrali e cinematografiche, anche se sul grande schermo italiano, non mi piace spesso quello che vedo , tanta mediocrità  e volgarità di contorno.

Come vive il nudo e le scene di sesso al cinema?

Non ho problemi ad esporre il mio corpo, ma vorrei che una scena di sesso avesse senso, ed anche una sua eleganza di immagine. Intanto sono la protagonista di «I fiori del male» di Claver Salizzato, in lizza per il David di Donatello».

Si definirebbe un fiore del male o del bene?

Un fiore di sicuro: del male, del bene, della perdizione …non so.

Ferdinando Ventrella