Mauro Colagreco da Top Chef a Mondospettacolo

Accendiamo le luci della nostra passerella per illuminare un apprezzatissimo chef stellato: Mauro Colagreco.

Italo-argentino, classe 1976, ha saputo sempre distinguersi da gli altri chef per il suo stile di alta qualità, raffinato, dove i sapori netti arrivano al palato emozionando. Muove i suoi primi passi a Buenos Aires, lavorando in molti ristoranti importanti della città, come Catalinas e Rey Castro, Mariani e Azul Profondo, fino a raggiungere poi la Francia, dove si affermerà del tutto. E’ sotto l’attenta guida di Bernard Loiseau dove resterà al suo fianco fino alla sua morte, passando poi per altri illustri ristoranti con Alain Passard all’Arpegne, Alain Ducasse presso l’Hotel Plaza Athènèe, trascorrendo in fine due anni a Le Grand Vefour.

Nominato in seguito anche chef dell’anno della prestiosa guida Gault & Millau, primo chef non francese a ricevere il titolo. Sposato con due figli, oggi è uno stimato chef del Mirazur di Mentona dove ha creato il suo regno culinario.

Mauro Colagreco, due stelle Michelin, sguardo accattivante, dotato di raccontare una storia attraverso i suoi piatti che riescono sempre a distinguersi.

Lei è un maestro nell’arte culinaria, ci parli un po’ della sua vita, dove ha vissuto, quanto ha viaggiato.

Trascorro più tempo possibile in cucina, ma ho anche altri progetti all’estero, quindi, quando non sono al Mirazur, sono su un aereo che fa il giro del mondo …. A volte, come chef, viaggio così tanto che è difficile passare abbastanza tempo di qualità con la tua famiglia, che è quando sono più felice. Ovunque sia possibile, cerco sempre di portarla con me quando viaggio per lavoro!

Quali complessità ha trovato durante la sua lunga carriera?

La principale difficoltà era imparare a gestire un ristorante. Quando sei allenato come cuoco, non ti viene insegnato come lavorare con i contabili e affrontare altri problemi di gestione, quindi questa era la principale difficoltà che dovevo affrontare.

Chi deve ringraziare?

Di sicuro la mia famiglia e il mio team. L’essere chef e avere una carriera di successo è tutto lavoro di squadra, senza quello, sarebbe impossibile per me essere dove sono ora.

Quali sono state le sue più grandi rinunce per seguire questa sua passione?

Penso che a questo punto della mia vita, direi molte ore di sonno. Ha! Non ne ricavo tanto quanto vorrei e il mio sonno ne soffre. Ma fa parte della vita di uno chef.

Perché ha scelto di dedicare la sua vita alla cucina?

È successo a causa di un periodo estremamente difficile, che è diventato una benedizione e mi ha portato a una grande opportunità! In effetti, quando dovevo decidere cosa fare nella vita, ero confuso e non riuscivo a trovare la mia strada. Ho cercato di seguire le orme di mio padre come contabile, ma come in ogni lavoro devi trovare passione in quello che fai e fare il contabile non era il caso. Ho anche cercato di seguire una carriera letteraria, ma non era nemmeno per me. È stata mia sorella che mi fece ricordare il piacere e la felicità che provavo da bambino, quando cucinavo con mia nonna. Quel ricordo si è rivelato un vero e proprio viaggio di ritorno alla riscoperta di me stesso e della mia vera passione. La cucina è ciò che sono; Non potrei essere nient’altro.

Quali sono gli elementi distintivi che deve avere un futuro chef per percorrere un tale cammino?

Continua a concentrarti sul tuo obiettivo e trova la passione, la forza dentro di te. Non mollare mai anche quando diventa difficile. Riscopri il significato della pazienza.

I suoi piatti parlano, raccontano la sua storia, le tradizioni, emozionano il palato. Quale altro messaggio importante si può evincere attraverso il cibo?

Se dovessi scegliere alcune parole chiave per descrivere la mia cucina, sarebbero “bellezza, sapori inaspettati e condivisione”. Mangiare non è solo un bisogno fisiologico, il cibo è ciò di cui siamo fatti, scegliamo il cibo che introduciamo nel nostro corpo, è qualcosa di così intimo e, inizialmente, ciò che scegliamo è tutto relativo all’occhio. Cerco di associare sapori che si valorizzano a vicenda per creare esplosioni gustative inaspettate. I nostri clienti vengono al Mirazur per scoprire i paesaggi dei sapori di questa regione. Infine, il mangiare è un’esperienza di condivisione. C’è qualcos’altro di meglio che condividere il buon cibo con gli amici o la famiglia? Sedersi attorno ad un tavolo, gustare il cibo in buona compagnia, è uno dei piaceri della vita. Per simbolizzare questo concetto offriamo al cliente il nostro ” pane da condividere”, prodotto ogni giorno al Mirazur.

Lei si sente molto legato al nostro paese, che cosa le ha lasciato?

Sono nato in Argentina ma il mio background è italiano. Sono molto legato all’Italia e alla sua cultura. Uno dei maggiori vantaggi di Mirazur è la posizione. Il mercato di Ventimiglia sul lato italiano è a pochi minuti dal ristorante – ho accesso ai migliori prodotti del mondo.

Con quale aggettivo definirebbe la sua cucina?

Direi “ispirata”, poiché l’intero ambiente e tutto ciò che mi circonda è uno stimolo continuo per me e la mia cucina.

Nel programma Top Chef, ho notato la sua serietà e durezza nello spronare i giovani cuochi, ma nello stesso tempo anche una leggera dolcezza. Che cosa ha raccolto da questa esperienza televisiva?

È vero, nello show televisivo puoi vedere la mia doppia personalità hahahah – posso essere rigido ma allo stesso tempo posso anche essere morbido. Sono estremamente critico con me stesso e mi aspetto lo stesso dalle persone che lavorano con me. Ma ho anche un punto debole … Ho i piedi per terra, posso riflettere e posso riconsiderare il mio giudizio iniziale sul concorrente. Quello che ho ottenuto di più dall’esperienza televisiva è stato guardare i concorrenti apprendere e crescere. Rimango sempre sorpreso dalla rapidità con cui si evolvono durante la competizione.

Ricorda l’emozione che ha provato quando ha cucinato il suo primo piatto da chef?

La libertà! Sentivo di poter esprimere me stesso attraverso il cibo e questo è stato estremamente gratificante.

Lei è un rinomato chef stellato, conosciuto in tutto il mondo, c’è ancora qualcosa che vorrebbe realizzare in futuro?

Attualmente sto lavorando ad un progetto che mi sta molto a cuore con il quale sono molto legato e che si chiama “Sanctuarios”. Abbiamo implementato un progetto che salva e raccoglie semi e piante endemiche e in via di estinzione. L’idea è di assicurare la vitalità di queste specie per le generazioni future, trasferendole agli agricoltori locali allo scopo di coltivarle in maniera sostenibile.

Un uomo con grandi idee ed entusiasmo che unito alla sua tenacia e determinazione ne fatto uno Chef stimato, diventato “celebre” grazie ai suoi unici piatti. La sua pietanza sotto il palato oltre a renderlo piacevole e gustoso raccontano un cibo lontano di tradizioni, amori con qualcosa d’innovativo che lo rendono particolare e speciale.

Loredana Berardi