“Il mercante di pensieri” è il nuovo singolo di Stefano Ferro – Intervista

Mondospettacolo incontra il cantautore Stefano Ferro, per parlare del suo nuovo singolo, dal titolo “Il mercante di pensieri”, un brano raffinato che lancia un messaggio profondo, come è caratteristico della produzione artistica di Stefano.

Bentrovato su Mondospettacolo, Stefano: cantautorato impegnato e raffinato, il tuo, che trova, nel tuo nuovo singolo, “Il mercante di pensieri”, una delle sue espressioni più alta…

In realtà si tratta di un disco autoprodotto dove le scelte sono state giocoforza orientate dai limiti e dalle possibilità di quel momento, non so se sono riuscito nell’intento di eguagliare la raffinatezza che voi dite, ho provato però a trasformare i limiti in risorse e in questo l’impegno mio e dei musicisti c’è stato ed è fuor di dubbio.

Musica e poesia da sempre si incontrano nella tua produzione artistica…

Oddio, mi sembra un’affermazione fin troppo lusinghiera che spesso si fa alla stregua di un complimento. Il rapporto tra canzone e poesia è un tema molto caro ai cantautori e anche ampiamente dibattuto, al di la delle mere differenze di tipo prettamente tecnico e che comunque esistono, ciò che accomuna l’ascolto di una canzone alla lettura di una poesia è la “funzione poetica” detta anche “funzione estetica” intesa come uno dei fattori costitutivi del linguaggio codificati dalla moderna Linguistica. Gli attrezzi del mestiere dei cantautori sono simili a quelli dei poeti, ma sono adoperati in modi e contesti differenti che talora si incontrano, spesso si dividono, di certo non si odiano.

Hai iniziato a fare musica alla fine degli anni 90: cos’è cambiato, nel modo di concepire la musica, da allora ad oggi?

Non saprei dare alcun giudizio “sociologico” in merito, per quanto riguarda me non è cambiato molto, rispetto ad allora sono più consapevole di ciò che serve per realizzare una canzone, ho imparato ad usare qualche attrezzo del mestiere in più, la bottega artigiana però è rimasta la stessa e funziona solo con le idee che oggi cerco di fissare in modo più rapido ed efficiente di allora, quando magari non avevo la più pallida idea di come realizzare un provino, oggi entro in studio con molta naturalezza non appena ho del materiale.

Parlaci della tua collaborazione con il cantautore Massimo Bubola, uno dei maggiori esponenti della musica d’autore italiana…

Massimo Bubola è sempre stato per me e per molti altri un maestro e un punto di riferimento musicale e letterario, per curiose e felici circostanze della vita abbiamo avuto negli anni l’occasione di conoscerci meglio e diventare amici. La canzone è nata per puro caso senza alcuna programmazione, semplicemente dall’ascolto di un mio vecchio provino. Massimo Bubola ha saputo piegare il testo e la melodia fino a farla diventare una sorta di affresco immaginifico che chiude idealmente la sua raccolta Da Caporetto al Piave dedicata alle canzoni popolari della Grande Guerra. La canzone Andremo Via assume il punto di vista dei soldati ed è un piccolo racconto esistenzialista, struggente e malinconico al quale sono molto onorato di aver dato il mio contributo, e lo sono ancora di più dal momento che la storia della Grande Guerra, per diverse ragioni, è un argomento molto caro ad entrambi.

La storia: un altro tema ricorrente nelle tue canzoni…

Trovo che lo studio della storia offra numerosi spunti e idee per la creazione delle canzoni e non sono certamente l’unico a pensare questo, azzerando ogni enfasi direi che il ricorso alla storia rappresenta talora un nobile espediente senza il quale la fantasia molto spesso arranca.

Com’è stata la tua esperienza al fianco di Gilberto Lamacchi, nel suo recital“Nemmeno un rimpianto”, per il quale hai scritto il brano dal titolo “Il Navigante”?

In modo del tutto casuale. Gilberto Lamacchi ed io ci siamo rivisti durante la presentazione del disco del comune amico e cantautore Ruben, e in quell’occasione mi ha proposto di scrivere un brano tratto dall’Antologia di Spoon River, così in poco tempo è nato Il Navigante ispirato al personaggio di George Gray. È la prima volta che mi sono trovato a scrivere dietro committenza e mi è parso uno stimolo che ha funzionato, non so se ci sono riuscito bene ma sta di fatto che il Navigante è è entrato a far parte dello spettacolo e del recital che grazie alla grande generosità dell’amico Gilberto ho avuto l’occasione di aprire con qualche canzone.

I tuoi progetti per il futuro prossimo…

Quando si lavora in totale autoproduzione occorre misurare le intenzioni con il metro delle possibilità e di questo sia io che i musicisti siamo perfettamente consapevoli, sia pure segretamente ansiosi di fare un salto di qualità, quando sento parlare di progetti poi mi vengono i brividi pensando a chi veramente progetta per mestiere come gli architetti e gli ingegneri…Trovare opportunità per suonare non è cosa facile, così come non lo è cercare di intraprendere il mestiere con tutti i crismi che un lavoro comporta, e occorre accettare un ossimoro al quale sottostare sia pur di malavoglia: per avere un piede per aria bisogna averne almeno uno piantato per terra. Diciamolo francamente, l’unica possibilità per ritrovarsi fra le mani il mestiere del cantautore, è avere almeno fra i piedi un altro mestiere senza il quale non sarebbe possibile autofinanziare la propria avventura artistica.

Come facciamo a seguirti?

È da qualche mese on line il nuovo sito stefanoferro.net attraverso il quale si può rimanere costantemente aggiornati sulle novità, mi auguro che anche le novità si aggiornino a noi consentendoci finalmente di suonare live molto più di quanto non si faccia ora, ma siamo musicisti di spirito e l’ironia non manca, e allora che dire? Chi fa finta di suonare si dice che “fa palco”, si vede che noi non facciamo per nulla finta, altrimenti, sai che palchi…

Lascia un messaggio ai lettori di Mondospettacolo…

Cari lettori di Mondospettacolo, vi invito ad ascoltare il disco on line sul sito www.stefanoferro.net e a lasciare i vostri commenti, delle vostre attenzione la band ed io vi saremo molto grati e risponderemo ai vostri messaggi. Un caro saluto e un grazie di cuore.

ILARIA GRASSO