Mondospettacolo intervista: Andrea Roncato

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Andrea Roncato è uno degli attori italiani della bella commedia italiana degli anni 80 e 90. Fra le curiosità, è laureato all’Università di Bologna in Giurisprudenza, ed è anche diplomato al Conservatorio in Solfeggio. Con Gigi Sammarchi è stato una delle coppie più conosciute del cinema Italiano. Fra i film interpretati ricordiamo “I pompieri”, ”L’Allenatore nel pallone”, “Fantozzi subisce ancora”, “Acapulco, prima spiaggia… a sinistra”, “Rimini Rimini” e tanti altri. Nelle fiction non possiamo non ricordarlo nel ruolo dell’appuntato Romano’ nella fiction “Carabinieri”.

Ciao Andrea, raccontaci dei tuoi impegni lavorativi attuali.

Attualmente sono impegnato sia in teatro che al cinema. In teatro sto interpretando  la commedia “Il marito di mia figlio” di Daniele Falleri, con Eva Grimaldi, che sta avendo molto successo. Siamo stati ultimamente al Teatro Parioli e al Teatro della Garbatella, riscuotendo dal pubblico molto affetto, che è importantissimo per un attore.

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Quali film da te interpretati, ti sono rimasti nel cuore?

Sicuramente molti film della commedia italiana degli anni 80 e 90. Ricordo con molto affetto, “Acapulco, prima spiaggia… a sinistra” con l’amico di sempre Gigi Sammarchi, dove sognavamo un’ estate da playboy sulle spiagge di Acapulco. Uno dei ruoli più divertenti è stato quello del caposquadra Bigotti, nel film “I pompieri”, con tantissimi amici che sono stati con me nel cast. Un’altra bellissima interpretazione è stata anche quella nell’”Allenatore nel Pallone” con Lino Banfi, una delle commedie sportive rimaste nella storia, dove, nel ruolo di Andrea Bergonzoni, riesco ad essere, mio malgrado, il braccio destro del grande Oronzo Cana’.  Dei film più recenti da me interpretati, ricordo molto volentieri “Ricordati di Me” di Gabriele Muccino e “Il cuore grande delle ragazze” di Pupi Avati.

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Con quali tuoi colleghi hai legato maggiormente?

Essendo un bolognese, chi mi conosce sa che riesco a fare amicizia con tutti. Posso dirti che davvero ho legato con tutti: ancora adesso mi sento spesso con Gigi Sammarchi, Elena Sofia Ricci, Lino Banfi, Christian De Sica, Paolo Villaggio, Micaela Ramazzotti, Roberta Giarrusso e tantissimi altri. Sono contento che oltre il lavoro con molti di loro è rimasta una bella amicizia.

Sei stato un famoso playboy: quale relazioni ti sono rimaste impresse?

Non mi sono mai vantato di essere stato un playboy, tuttavia ricordo con molto affetto le relazioni avute con Elena Sofia Ricci, una grande attrice ma soprattutto una grande donna. E poi la breve relazione con la bellissima, e aggiungo anche intelligente, Moana Pozzi, donna davvero sensibile e con moltissime qualità. Posso aggiungere che aver preso uno dei voti più alti nel suo famoso libro, dove ha raccontato le sue varie relazioni, è una grande soddisfazione!

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Sogni nel cassetto?

Posso dire di non avere rammarichi: ho avuto la fortuna, a differenza di altri miei colleghi, di trasformare il mio vecchio ruolo di playboy di commedia in ruoli drammatici o di altro genere, facendo anche teatro. Ritengo patetici i miei colleghi invecchiati che ancora interpretano i playboy degli anni 90 in cerca di belle ragazze nelle spiagge estive Italiane: sono stati bei tempi, ma per un attore è importante giungere ad interpretare nuovi ruoli più maturi. Un mio sogno nel cassetto è quello di fare un film come regista: mi manca solo questo ruolo. Anni fa, da accanito animalista, proposi un film con protagonisti essi stessi, ma mi risposero che non avrebbe avuto successo. Adesso, invece, la forza di molte fiction e film è quella di avere fra i protagonisti un dolce e sensibile animale.

Che opinione hai dei talent?

Fortunatamente sono un insegnante di recitazione di varie scuole, e vi assicuro che è davvero soddisfacente perché non si smette mai d’imparare, insegnando ai giovani questo straordinario mestiere. Per diventare un attore o un attrice, bisogna formarsi: l’arte della recitazione è importantissima non solo per l’improvvisazione. Non basta essere belli; anzi, spesso, attori attrici noti specialmente per la loro avvenenza, hanno interpretato i ruoli migliori nei film in cui sono stati imbruttiti per esigenze di scena. Consiglio a tutti i giovani che vogliono intraprendere questo mestiere di formarsi ed impegnarsi: usciranno cosi fuori le vere loro qualità.

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Futuri impegni lavorativi?

Ci sono vari progetti nel cinema, tv e teatro, ma vorrei lavorare in un altro film diretto dal maestro Pupi Avati. E’ un regista che riesce a far sentire gli attori davvero protagonisti della loro scena: Pupi è sicuramente uno dei nostri migliori registi e per me è sempre un piacere lavorare con lui.

Stefano Madonna