Scrivere articoli scomodi da fastidio.
Scrivere contro il regime, a difesa dei più deboli, contro i soprusi e le angherie perpetrate da banche, politici, lobby da fastidio.
Scrivere a difesa dei valori che ogni società che si definisce civile dovrebbe rispettare da fastidio.
Ed è così che da un paio di mesi subiamo attacchi informatici contro i nostri server.
Attacchi vigliacchi, meschini, miserabili, di chi ha scelto di schierarsi con i dittatori, gli stupratori, i criminali.
I primi vigliacchi attacchi seguirono la pubblicazione degli articoli in difesa delle donne da infibulazione, stupri, violenze. Riportando dati, statistiche documentate, non fantasie come fanno in tanti. E questo ha dato fastidio. Molto fastidio.
Abbiamo deciso di schierarci: a favore degli Italiani, qualunque sia la loro razza, sesso, religione.
Abbiamo deciso di denunciare quotidianamente i crimini commessi contro i cittadini.
Questo ha dato molto fastidio a qualcuno.
Ma non ce ne frega nulla. La società civile non morirà a causa del tradimento dei valori da parte di una casta corrotta o dei suoi vili servi o dell’inedia di molti.
Ogni giorno sempre più cittadini realizzano la necessità di lottare contro un sistema che ha già portato all’esasperazione le nostre vite ed ora vuole derubarci di tutto, anche della dignità.
Noi non molleremo, continueremo a schierarci in difesa di chi non ha voce, contro i tiranni.
Ognuno della redazione con le proprie idee.
Questi attacchi non fanno altro che rafforzare la nostra determinazione.
UN MILIONE di visite ogni mese ci da la forza di continuare a lottare.
Io sarò sempre per l’informazione libera, il dibattito, le discussioni.
Non saremo imbavagliati da qualche losco figuro che gioca a fare il vile servo dei suoi padroni.
Saremo sempre schierati dalla parte delle vere vittime, quelle cui troppi pochi danno voce.
Nel 1917 l’Italia era in guerra. A Caporetto subimmo una pesantissima sconfitta dopo un’estenuante guerra di trincea costata la vita di moltissimi soldati senza risultati apprezzabili. La sconfitta portò alla sostituzione del generale Cadorna (che cercò di nascondere i suoi gravi errori tattici imputando le responsabilità ai suoi sottoposti, come era sua abitudine) con Armando Diaz. Grazie alla guida del generale Diaz, le unità italiane furono riorganizzate e fermarono le truppe austro-ungariche e tedesche nella successiva battaglia del Piave riuscendo a difendere a oltranza la nuova linea difensiva su cui aveva fatto ripiegare Cadorna.
In quei tristi, tragici giorni, una mano sconosciuta scrisse su un muro:
“E’ meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora”.
Questa frase sarà sempre nei nostri cuori, a ricordarci i tanti che si sacrificarono per quella democrazia che oggi sta morendo, uccisa da politici, banche e corporazioni avide, nell’inedia di troppi cittadini rassegnati.
Noi non molliamo. Possano giungere giorni più fasti di vera pace tra i popoli.
Il vostro affezionato Vicedirettore.
PS: pubblico una foto della bandiera italiana, perché noi non ci vergogniamo di quello che siamo. E’ chi distrugge questo Paese, la sua cultura, le sue tradizioni, la sua unità che deve vergognarsi!!!
https://www.mondospettacolo.com/infibulazione-ed-islam-altra-incivile-accoppiata-vincente/
https://www.mondospettacolo.com/lislam-e-le-donne-quello-che-gli-altri-non-vi-dicono/
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