Addio a Martin Landau, da Spazio 1999 all’Oscar per il suo Bela Lugosi in Ed Wood (VIDEO)

Martin Landau

Se ne va a 89 anni anche Martin Landau, prolifico attore famoso per le serie tv Mission: Impossible e Spazio 1999, premio Oscar per l’interpretazione di Bela Lugosi nel cult di Tim Burton Ed Wood.

Non solo George Romero: ad appena tre ore dall’annuncio della morte del grande regista che inventò i moderni zombi, arriva la notizia di un’altra grave perdita per il cinema mondiale, Martin Landau. Il grande attore newyorkese, con oltre 170 titoli all’attivo tra cui le serie tv cult Mission: ImpossibleSpazio 1999 e l’altrettanto film cult Ed Wood di Tim Burton (che gli valse l’Oscar), si è spento all’età di 89 anni al Ronald Reagan UCLA Medical Center di Los Angeles per «inaspettate complicazioni dopo una breve ospedalizzazione», come confermato da un suo agente alla Associated Press.

Martin Landau nasce a Brooklyn (New York), il 20 giugno del 1928, figlio di immigrati austriaci di origine ebraica. Giovanissimo è per cinque anni come fumettista e illustratore per il New York Daily News, lasciando poi il lavoro a 22 anni per studiare teatro, dove debutta l’anno seguente in Detective Story. Nel 1955 viene ammesso al prestigioso Actors Studio, dove è in classe con Steve McQueen e diventa amico di James Dean, di cui ricordava: «James Dean era il mio migliore amico. Eravamo due giovani attori disoccupati, sognatori e ci godevamo ogni momento. Ci piaceva passare un sacco di tempo a parlare del futuro, del nostro mestiere e delle nostre possibilità di successo in questo nuovo diverso mondo in continua evoluzione in cui vivevamo».

Nel 1957 debutta a Broadway con Nel mezzo della notte e sposa l’attrice Barbara Bain (da cui avrà due figli), che sarà al suo fianco anche nelle due serie tv che lo resero celebre, Missione impossibile / Mission: Impossible (1966-69) in cui è il trasformista agente segreto Rolling Hand, ruolo che gli vale la vittoria di un Golden Globe nel 1968, oltre a tre nomination agli Emmy, e poi Spazio 1999 (1975-77) dove interpreta John Koenig, capo della base lunare Alpha, personaggio che lo fa entrare nel cuore degli appassionati di fantascienza. I fan scopriranno molti anni dopo che Landau disse no a Star Trek: «Ho rifiutato “Star Trek”. Sarebbe stato tortuoso. Probabilmente sarei morto interpretando quel ruolo. Voglio dire, anche il pensiero ora mi sconvolge. Era l’antitesi del perché sono diventato un attore. Voglio dire, per interpretare un personaggio come Lenny (Nimoy) era più adatto, francamente, un ragazzo che parla monotono e non si eccita mai, non ha mai alcun senso di colpa, non ha mai paura o è stato influenzato a livello viscerale. Chi vuole farlo?».

Al cinema il suo primo ruolo importante è in Intrigo internazionale (1959) di Alfred Hitchcock, seguito dal kolossal Cleopatra (1960) in cui interpreta Rufio accanto a Liz Taylor e Richard Burton. Grazie alla sua poliedricità diventa il sommo sacerdote Caifa nel film all stars La più grande storia mai raccontata (1965), il capo indiano dei Sioux nel western commedia con Burt Lancaster La carovana dell’Alleluja (1966) e uno dei fuorilegge fatti fuori da Steve McQueen in Nevada Smith (1966). Dopo il ruolo del Reverendo Sharp, ingiustamente accusato dell’omicidio di una prostituta in Omicidio al neon per l’ispettore Tibbs (1970) con Sidney Poitier, lavora anche in Italia: nel film di Nanni Loy Rosolino Paternò, soldato… (1970) è un militare americano in missione segreta in Sicilia insieme al prigioniero Nino Manfredi, mentre nel poliziottesco Una Magnum Special per Tony Saitta (1976) di Alberto De Martino è un professore anche questa volta incolpato ingiustamente di un omicidio.

Dopo il successo di Spazio 1999, Martin Landau interpreta per oltre una quindicina d’anni diversi ruoli in film di fantascienza e horror: è un generale ottuso in Meteor (1979) con Sean Connery, se la vede con meduse aliene in Horror – Caccia ai terrestri (1980), è un piromane psicopatico in Nel buio da soli (1982), ma anche il Capitano ne L’isola del tesoro (1985) e tanti altri ruoli in film minori, che alterna alle innumerevoli partecipazioni come guest star in tutte le più importanti serie tv. Nel 1988 arriva la meritata grande occasione: Francis Ford Coppola lo chiama al fianco di Jeff Bridges nel biopic Tucker – Un uomo e il suo sogno, dove interpreta il finanziere newyorkese Abe Karatz, ruolo che gli vale la vittoria del Golden Globe e la nomination all’Oscar (battuto poi da Kevin Kline).

L’anno seguente è invece Woody Allen a chiamarlo per impersonare l’oftalmologo infedele di Crimini e misfatti, interpretazione che gli vale la seconda nomination agli Academy Awards, dove poi viene sconfitto da Denzel Washington. Legato dal 1990 all’attrice Gretchen Becker, dopo il divorzio dalla moglie Barbara (1993), arriva il ruolo della vita: è nientemeno che Tim Burton a offrirgli la parte del vecchio e malato Bela Lugosi, uno dei più famosi attori del cinema horror, nel biopic sul peggior regista della storia, Ed Wood.

Grazie alla sua incredibile e viscerale interpretazione dell’attore ungherese, nel 1995 Martin Landau si aggiudica finalmente il tanto atteso Oscar come miglior attore non protagonista, a cui si aggiunge la vittoria del suo terzo Golden Globe, quella dello Screen Actors Guild Award e una nomination ai BAFTA. Dopo i tanti riconoscimenti ricevuti per Ed Wood, arriva nel 1995 anche il ruolo di Giacobbe nel film tv Giuseppe della serie La Bibbia.

L’anno seguente è Geppetto ne Le straordinarie avventure di Pinocchio, bissando il ruolo nel 1999 nel sequel Il mondo è magia – Le nuove avventure di Pinocchio. Tra le tante interpretazioni successive si ricordano quella del dottore in X-Files – Il film (1998), le partecipazioni come guest star alle serie tv Senza traccia ed Entourage che gli valgono altre tre nomination agli Emmy Awards (2004, 2005, 2007), la voce dell’insegnante di scienze in Frankenweenie (2012) sempre di Tim Burton e l’ultimo grande ruolo, quello dell’anziano e malato sopravvissuto ad Auschwitz Max Rosenbaum in Remember (2015) di Atom Egoyan, accanto a Max Von Sydow.

Il 17 dicembre del 2001 Martin Landau ha avuto l’onore di ricevere la sua personale stella sulla Walk of Fame di Hollywood Boulevard.

di Ivan Zingariello