Recensione: My Italy, la grande bellezza alternativa di Bruno Colella

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My Italy, diretto Bruno Colella, è un film corale davvero insolito, che offre una variegata gamma di emozioni, comunque di grande impatto. Molto ricco il cast per quella che si potrebbe forse considerare una Grande bellezza alternativa.

Curioso affresco dell’Italia di oggi

In My Italy un produttore cinematografico italiano (interpretato dallo stesso Bruno Colella) si aggira per l’Europa con un suo assistente in cerca di finanziamenti per realizzare un progetto filmico che narra la vita e le opere di quattro celebrati artisti di arte contemporanea: il polacco Krzysztof Bednarski, il malesiano H.H. Lim, l’americano Mark Kostabi e il danese Thorsten Kirchhoff. Tutti residenti a Roma e tutti rigorosamente innamorati dell’Italia. Naturalmente questa premessa è il pretesto per presentare al pubblico una incredibile girandola di divertenti avventure tra il comico e il grottesco, senza tralasciare spunti che fanno riflettere su aspetti inquietanti della attuale società. L’artista danese, ad esempio, è costretto a mettersi in viaggio, dopo la telefonata di un improbabile idraulico (Rocco Papaleo) che vuol riparare una presunta perdita d’acqua in un’opera d’arte rappresentata da un bagno pubblico alla Certosa di Padula. In realtà il rumore “sospetto” è parte integrante dell’opera che l’idraulico vorrebbe “smontare” per sostituirne le mattonelle. Il pittore americano, invece, offre quadri in cambio merci ai ristoranti e, ossessionato dalle vendite, piazza dipinti porta a porta a famose personalità della cultura per poi dirigersi alla volta di Napoli con sotto il braccio il ritratto di Sophia Loren. L’artista malesiano, a sua volta, è letteralmente calamitato da una bellissima donna incontrata a Roma, ai tavolini dello storico Caffè Greco (Luisa Ranieri) e comincia seguirla nei suoi giri per la città, imbattendosi in situazioni decisamente sopra le righe. Infine lo scultore polacco viene contattato dalla vedova di un camorrista napoletano (Lina Sastri) che, con un’offerta di quelle che “non si possono rifiutare”, esige sulla tomba del defunto marito la stessa opera che il medesimo artista dedicò a suo tempo a un noto regista seppellito nel cimitero di Varsavia. Intanto i soldi per finanziare il film vengono trovati e la pellicola girata. Ma le sorprese non finiscono certamente qui…

Un film davvero atipico, sia per i contenuti che per l’assetto produttivo

My Italy è una operazione produttiva molto coraggiosa ed originale, che non si avvale dei fondi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la cui Commissione preposta ha negato il contributo a questo progetto. Sarebbe interessante vedere quali siano invece i film finanziati dallo Stato negli ultimi tempi, ma ci si inoltrerebbe in un terreno “minato” e non è questa la sede per simili polemiche. Questo film si è potuto realizzare grazie all’entusiasmo e alla disponibilità di attori e tecnici. In particolare gli interpreti sono intervenuti per lo più a titolo puramente “amichevole”, così come del resto tecnici e maestranze hanno collaborato con grande impegno perché hanno creduto nella storia, indipendentemente dal budget. E parliamo di nomi dal grande curriculum e dichiarata professionalità, uno su tutti il bravissimo direttore della fotografia Blasco Giurato. My Italy è prodotto dalla Mediterranea Productions di Angelo Bassi in associazione con la società polacca Running Rabbit Films di Joanna Ronikier, associata alla Zordan srl. Distribuisce la stessa Mediterranea. Molte sono le location che fanno da sfondo alle vicende narrate: la Napoli dei travestiti, Cannes col suo evento cinematografico di importanza mondiale, il festival teatrale di Spoleto, New York con la sua avanguardia artistica.

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Forse una Grande bellezza alternativa

Il film è decisamente fuori dagli schemi, e fa piacere constatarlo, in un panorama cinematografico italiano come quello odierno, appiattito, salvo eccezioni, da proposte massificate di commedie banali, convenzionali e ripetitive. Buona la regia e bravi gli attori tutti, in particolar modo Piera Degli Esposti, Nino Frassica e Sebastiano Somma. Il grande merito di Bruno Colella è che il film appare sul grande schermo molto più “ricco” di come sia in realtà e questa prerogativa va riconosciuta al regista, in un sistema produttivo come quello italiano dove qualche volta c’è un certo “sperpero” di mezzi, specie in presenza di denaro pubblico. In conclusione, un film che merita di essere visto, per la sua “diversità” e per le immagini, davvero coinvolgenti. Il paragone con il ben più blasonato La grande bellezza non è poi così peregrino, anzi, per certi versi la realtà italica rappresentata in questa pellicola è molto più “diretta”, “vera” e “sanguigna” di quella certamente  più colta e cerebrale ma anche fredda e asettica del capolavoro di Sorrentino.

My Italy di Bruno Colella è in sala dal 18 maggio, distribuito da Mediterranea. Molto ricco il cast: da Rocco Papaleo a Piera Degli Esposti, da Serena Grandi a Nino Frassica, da Alessandro Haber a Lina Sastri, da Sebastiano Somma a Luisa Ranieri e molti altri. Con le speciali partecipazioni dei cantautori Edoardo Bennato e Tony Esposito, oltre che del critico d’arte Achille Bonito Oliva. Questa la Pagina Ufficiale Facebook del film.

Voto: 8

 

Pierfrancesco Campanella