Recensione: Non è un paese per giovani, road movie cubano di Giovanni Veronesi

Non è un paese per giovani

Tratto dall’omonima trasmissione di Radio2, Non è un paese per giovani di Giovanni Veronesi è un road movie che racconta i sogni e le difficoltà di una generazione di italiani costretta ad emigrare all’estero per sbarcare il lunario, per poi scoprire che non è così facile come pensavano.

Il film si apre con una serie di mini video di interviste ai ragazzi che sono andati a vivere e lavorare all’estero. Ogni anno circa 100 mila giovani vanno via dall’Italia per lavoro, la frase ricorrente è «se devo fare il cameriere qui allora tanto vale farlo all’estero…perché questo non è un paese per giovani».

Sandro (Filippo Scicchitano) e Luciano (Giovanni Anzaldo)

La trama

Sandro (Filippo Scicchitano) ha poco più di vent’anni, è gentile e insicuro (ricorda un po’ il Verdone tontolone di Un sacco bello), aiuta il padre Cesare (Sergio Rubini) che oltre a fare il fruttivendolo abusivo ha un’edicola e tutte le mattine si alza presto per scaricare i giornali. Nel frattempo lavora come cameriere in un ristorante dove conosce Luciano (Giovanni Anzaldo) e insieme decidono di lasciare l’Italia e pensano di aprire una spaghetteria con wi-fi a Cuba, sfruttando le nuove tecnologie ancora poco sviluppate sull’isola. L’operazione si rivelerà più difficile del previsto e la loro vita prenderà altre strade.

Luciano e Sandro a L’Avana

L’impatto con l’isola e l’incontro con Sara

A gennaio del 2016 Sandro parte per Cuba con il suo amico e lascia la ragazza Cinzia a 8000 km di distanza. Al loro arrivo a L’Avana lui e Luciano Capriotti (che chiamano per sbaglio Pavarotti) vengono scambiati per una coppia gay, soltanto perché non rientrano nello stereotipo degli italiani che vanno a Cuba per rimorchiare. Ad aspettarli c’è Nora (la bravissima Sara Serraiocco, già apprezzata in La ragazza del mondo di Marco Danieli), una giovane borderline dai capelli rasati che li ospita a casa sua, lavora come ballerina nei locali e ha avuto un aneurisma dopo un grave incidente in cui il suo fidanzato ha perso la vita. L’incontro con Nora cambierà le vite dei due ragazzi e li porterà a conoscere il suo mondo sotterraneo e inquietante fino a farli prendere strade diverse, anche se non per sua diretta responsabilità. Il personaggio di Sara è quello della guida esperta che conosce il posto, ma anche il più controverso per il suo passato traumatico che tende a riaffiorare continuamente nella sua mente.

Nora (Sara Serraiocco)

Luciano e l’attrazione per la violenza

Un giorno per caso si trovano coinvolti in un combattimento organizzato, Sandro viene pestato a sangue e l’amico lo difende, da allora Luciano scopre che gli piace picchiare la gente e non gli interessa più altro, si fa chiamare Pavarotti come “nome d’arte” e prende le pasticche per non sentire più niente. Intanto viene arrestato Felipe, il loro socio del wi-fi, e allora Sandro pensa di mollare tutto e tornare in Italia, anche se poi sarà convinto a restare da un vecchio pescatore cubano che ormai era entrato a far parte del paesaggio, attratto anche dal mare incontaminato e dalle acque cristalline. Sandro arriverà a chiamare la polizia per salvare l’amico dagli incontri di boxe clandestina e dei cosiddetti MMA (un mix di arti marziali violente e sanguinose) in cui era finito, Luciano viene portato in ospedale per trauma cranico ma è dentro che sta a pezzi. Cresciuto in una famiglia benestante di colti e intellettuali (è figlio di un giornalista), Luciano si era sempre sentito inferiore e la sua rabbia lo aveva portato a cercare una rivalsa nella violenza. Giovanni Anzaldo recita la parte del personaggio “maledetto”, il suo ruolo risulta abbastanza credibile per la notevole bravura dell’attore anche se a tratti un po’ forzato nella sua ossessione masochista e compulsiva a farsi del male.

Luciano e Sandro assistono a un combattimento clandestino

Sandro e la passione per la scrittura

Il sogno di Sandro era sempre stato quello di fare lo scrittore e così finisce per scrivere un romanzo con l’amico Luciano protagonista, nel frattempo fa il cameriere nel ristorante “Euro60” di Nino Frassica, siciliano di Messina che finge di essere napoletano. Sulla tomba del “Moro” (il suo ex ragazzo morto nell’incidente) Nora bacia Sandro, facendo un trasloco del cuore che chiama “travaso” di sentimenti, mentre Luciano sparisce all’improvviso nel nulla. L’ultima pagina del romanzo di Sandro (letta da Nora) è scritta dal fratello del regista, lo scrittore Sandro Veronesi, a cui era stato detto di scrivere qualcosa sulle persone che spariscono, con riferimenti a personaggi celebri come il fisico Ettore Majorana. Forse non è un caso che il personaggio Sandro abbia lo stesso nome dello scrittore fratello del regista, anche se Filippo Scicchitano non risulta troppo credibile nei panni dello scrittore, avendo solo la terza media.

Sandro in auto con Nino Frassica

La musica di Giuliano Sangiorgi

Sul finale parte il brano cantato da Giuliano Sangiorgi, Lo sai da qui dei Negramaro, e questo è forse il momento più poetico e commovente del film. Sangiorgi è alla sua prima vera esperienza di scrittura di una colonna sonora integrale, dopo Una notte blu cobalto di Daniele Gangemi e Narciso di Marcello e Dario Baldi. La musica dei Negramaro descrive gli stati d’animo dei protagonisti più che sottolineare il paesaggio (non ha nulla di caraibico), usando un’orchestra di 60 elementi con temi scritti appositamente per il film.

Nora a L’Avana

Conclusioni

Veronesi (insieme con gli sceneggiatori Ilaria Macchia e Andrea Paolo Massara che a loro stesso dire “hanno voluto esagerare più di quanto si faccia normalmente in un film”), scrive un road movie onesto e sincero, forse non del tutto riuscito, con dei personaggi estremi e scolpiti con l’accetta, che ribalta il titolo dei fratelli Coen (Non è un paese per vecchi del 2007), parte con intenti sociologici ma poi diventa altro e cerca di raccontare una generazione (quella dei ventenni italiani di oggi) che scappa da se stessa prima che dal proprio paese e cerca altrove un Paradiso che probabilmente non esiste, ma nonostante questo non smette mai di sognare. Da apprezzare senz’altro il tentativo di non fare il solito film sugli italiani che vanno in vacanza a Cuba o che per lavorare vanno a Londra a fare i camerieri, cercando di trovare una via originale e imprenditoriale per risolvere l’annoso problema della disoccupazione, anche se dal punto di vista cinematografico mettere troppa carne al fuoco può diventare un rischio.

Non è un paese per giovani è al cinema dal 23 marzo, distribuito da 01 Distribution. Questa la Pagina Ufficiale Facebook del film.

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Alessandro Sgritta