RFF2015: in “The last Panthers”, criminalità europea e.. David Bowie!

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Al Roma Fiction Fest la giornata prosegue con la 1a puntata dell’attesissima serie crime europea “The last Panthers“.

A Marsiglia un gruppo di scaltri e organizzati rapinatori serbi, travestiti da imbianchini, irrompe in una famosa gioielleria riuscendo a rubare diamanti per un valore di ben 15 milioni di euro. Durante la rocambolesca fuga con la polizia alle calcagna, uno di loro spara dei colpi di pistola che centrano e uccidono una bambina. Da questo momento piazzare i seppur preziosi diamanti diventa difficile, molto difficile, anche perché i loro volti sono su tutte le prime pagine dei giornali europei.

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Milan (Goran Bogdan), capo delle Pantere rosa

Tornata frettolosamente in Serbia, la banda chiamata “Le Pantere rosa” e capeggiata da Milan (Goran Bogdan) detto “l’animale”, tenta di ricavare una bella cifra dai diamanti rubati (e ingegnosamente conservati da uno di loro), andando però incontro ad una serie di problemi e rischiando anche la pelle. Sulle loro tracce ci sono Naomi (Samantha Morton), ex casco blu dell’Onu, ora incaricata dall’assicurazione di recuperare la refurtiva, e il suo capo Tom (John Hurt), oltre al poliziotto franco-algerino Khalil (Tahar Rahim) che da subito si è messo ad indagare sulla banda.

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Naomi (Samantha Morton)

Definita la “Gomorra europea” questa miniserie in 6 puntate diretta da Johan Renck ha indubbiamente degli spunti interessanti, portandoci nel cuore della criminalità balcanica come raramente visto in precedenza. Il ritmo però è abbastanza compassato e questo primo episodio non brilla particolarmente neanche durante le scene dell’inseguimento iniziale. In compenso però altre sequenze meritano, seppur poco verosimili (come quella nella bidonville ungherese). Sospeso il giudizio su alcuni attori, come John Hurt intravisto a malapena. Goran Bogdan è invece notevole, così come la quasi allucinata Samantha Morton, il cui personaggio ha evidenti scheletri nell’armadio risalenti ai tempi della guerra nei balcani. Il produttore Peter Carlton in conferenza stampa ha dichiarato che le vicende narrate sono fatti realmente accaduti e sulla genesi della serie ha aggiunto “Jérôme Pierrat (autore del soggetto, NdR) ha avuto l’idea di farne un film ed è venuto a proporcelo; lì abbiamo capito che la storia era molto importante, tanto da farne una miniserie di 6 ore. Abbiamo avuto riunioni in varie parti d’Europa e conosciuto alcuni criminali veri, rischiando anche la vita quando a contatto con una banda, una gang rivale ci ha quasi aggrediti, costringendoci alla fuga”.

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Il produttore Peter Carlton (foto Ivan Zingariello)

Sui criminali aggiunge: “L’unione delle criminalità organizzate è più forte della stessa Unione Europea. Ormai ci sono i cosiddetti ‘banksters’, perché c’è un connubio tra banche e criminalità molto forte”. E ancora: “Ai criminali (veri) piaceva l’idea di diventare delle specie di ‘stelle’, ma spero che la nostra serie non sia interpretata come un’apologia del crimine. Noi abbiamo cercato di non dare giudizi“. Riguardo al lavoro sui personaggi: “Nei Balcani c’è violenza, ma siamo riusciti a rendere complessi quelli che di solito sono rappresentati come criminali beceri, con il classico serbo che grugnisce“. E sui grandi nomi coinvolti nel progetto: “Le star accettano perché il progetto li convince e anche con il discorso del budget si è assottigliato il divario con il cinema. Grazie a internet e alla pay tv molte cose sono cambiate e gli attori lo fanno anche per farsi conoscere da un pubblico più vasto. John Hurt è un uomo speciale, perché sa essere affascinante e pericoloso. Samantha Morton è una donna vera, forte e complessa. Goran Bogdan invece doveva fare una particina con due sole battute e si è presentato al provino direttamente dal set di un altro film. Lo abbiamo guardato e gli abbiamo detto che non era adatto, con lui che ovviamente c’è rimasto male, ma che invece poteva fare il ruolo di Milan! E’ straordinario quanto gli altri due“.

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Tom (John Hurt)

E poi c’è David Bowie, autore del brano sui titoli di testa “Blackstar“. Carlton si crogiola: “Con Bowie siamo stati fortunati. Per la sigla volevamo un artista noto, ma di stile europeo. Johan senza dirci nulla ha fatto chiedere a Bowie, tramite un suo amico che ne conosceva i manager, e lui dopo aver verificato chi eravamo e la bontà del progetto, si è detto interessato. Era incredibile per noi e dopo sole due settimane Bowie ci ha fatto sentire il brano. E’ stata la dimensione artistica della serie ad attirarlo“.

In Italia Sky Atlantic trasmetterà la miniserie a partire dal 13 novembre. Il consiglio è di vederla (o meglio, sentirla) assolutamente in lingua originale, viste le tante lingue parlate nella serie.

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David Bowie

VOTO: 6+

 

Il pomeriggio prosegue poi con i pilot di “Capital“, “Glitch” e “Occupied“.

 

Ivan Zingariello

 

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