RomaFF11, Giorno 6: da “The Accountant” con Ben Affleck a David Mamet, cosa è successo oggi alla Festa del Cinema

Eccoci anche oggi per parlare di quanto accaduto nella sesta giornata della Festa del Cinema di Roma.

Nella Selezione Ufficiale ben cinque i film presentati. Iniziamo dall’atteso The Accountant di Gavin O’Connor, nelle sale italiane dal 27 ottobre, thriller d’azione in cui Ben Affleck interpreta Christian Wolff, un matematico più affine ai numeri che alle persone: la sua vita cambia quando inizia a lavorare in una società di robotica d’avanguardia in cui un’addetta alla contabilità (Anna Kendrick) ha scoperto un ammanco nei conti di milioni di dollari. Non appena Christian individua le falsificazioni dei documenti avvicinandosi alla verità, il numero delle vittime inizierà ad aumentare. Questo perché lui è anche altamente addestrato al combattimento, oltre ad essere un cecchino infallibile. Ma a parte il grande cast di comprimari, J.K. Simmons, John Lithgow e Jeffrey Tambor, il tutto risulta onestamente molto verboso, lungo e a tratti inverosimile. Un’occasione mancata.

Ben Affleck in "The Accountant"
Ben Affleck in “The Accountant”

Dall’Australia arriva invece Goldstone di Ivan Sen: sulle tracce di una persona scomparsa, il detective Jay Swan si ritrova nella piccola città mineraria di Goldstone, dove viene arrestato per guida in stato di ebbrezza da un giovane poliziotto locale, Josh. Quando la stanza di motel di Jay viene fatta saltare in aria, diventa chiaro che nel distretto si nasconde qualcosa di molto più grande. Jay e Josh saranno così costretti a superare la loro sfiducia reciproca per scoprire una verità tutt’altro che gradevole. Quella che sembra un semplice indagine, svelerà invece una rete di crimine e corruzione nell’istituzione che controlla la città, la miniera e il consiglio aborigeno locale.

Segue Il segreto (The Secret Scripture) di Jim Sheridan: il film, interpretato da Rooney Mara, Vanessa Redgrave, Jack Reynor, Theo James ed Eric Bana, è tratto dal romanzo Il segreto di Sebastian Barry. «È un romanzo incredibilmente lirico, scritto in modo magnifico, più in linea con un’opera di Samuel Beckett che con una sceneggiatura cinematografica in realtà – ha spiegato Sheridan – La sfida è stata tradurre in immagini sullo schermo una storia che nel libro si svolge nella mente della protagonista». Lady Rose è un’anziana signora che vive in un ospedale psichiatrico da oltre cinquant’anni. Con la chiusura del suo reparto la donna dovrà essere mandata via, ma il dottor Stephen Grene è incuriosito da lei e sente il bisogno di far luce sul suo passato, aiutato anche dagli appunti che nel corso della vita la signora ha appuntato sulla sua Bibbia. In un continuo mescolarsi fra presente e passato scopriamo così la vita, gli amori e le ingiustizie subite da Rose, fino ad un incredibile epilogo. Anche qui diverse cose non tornano e risultano davvero poco credibili. Per il resto il film non è pessimo, ma neanche un capolavoro, però Rooney Mara regala l’ennesima intensa interpretazione e merita di sicuro una nomination.

Jim Sheridan, regista de "Il segreto", sul red carpet (foto Ruscio)
Jim Sheridan, regista de “Il segreto”, sul red carpet (foto Ruscio)

In Naples ’44 di Francesco Patierno l’ufficiale inglese Norman Lewis, divenuto dopo la guerra un affermato scrittore (la storia si ispira proprio al suo libro), torna dopo tantissimi anni a Napoli, città che lo avevo sedotto e conquistato. «La voce di Norman Lewis, affidata alla splendida interpretazione di Benedict Cumberbatch, ci fa così da guida personale nel cuore nascosto di Napoli – spiega Patierno – È soprattutto attraverso le storie delle vicende e delle persone che Lewis incontra se possiamo alla fine di questo viaggio intimo, nostalgico, condividere appieno un sentimento profondo per questo luogo».

The long excuse di Mika Nishikawa ha chiuso infine il programma odierno della Selezione Ufficiale. I lavori di Mika Nishikawa hanno vinto premi in Giappone e all’estero e sono stati presentati ai festival di Cannes, Montreal e Toronto. Attiva anche come scrittrice, è stata candidata al Japan Booksellers Award nel 2016 per Nagai iiwake, il libro che ha ispirato il film. «Volevo fare qualcosa che non avevo mai sperimentato finora – spiega la regista e scrittrice – La storia inizia nel periodo successivo al disastro dello tsunami del 2011. Ci furono tantissime vittime, ma insieme all’innegabile dolore che vedevamo attraverso i media, pensavo che non tutti dovevano provare gli stessi sentimenti».

Francesco Patierno sul red carpet (Zunino Celotto)
Francesco Patierno, regista di “Naples ’44” sul red carpet (foto Zunino Celotto)

Per la sezione parallela Alice nella città, presentato Boy on the Bridge di Petros Charalombous, con un dodicenne cipriota alle prese con un caso di omicidio nel suo paesino, il film di Fabrizio Maria Cortese Ho amici in paradiso, con un commercialista condannato per riciclaggio ai servizi sociali che scopre una nuova vita, e La Sindrome di Antonio di Carlo Rossi Massimi, road movie con un giovane italiano in giro per la Grecia del 1970 alla ricerca del mito di Platone.

L’incontro ravvicinato con il pubblico ha visto oggi protagonista David Mamet, premio Pulitzer per la pièce Glengarry Glen Ross e autore de La casa dei giochi e Il colpo, oltre che regista e sceneggiatore di decine di film fra cui Gli intoccabili di Brian De Palma e Hannibal di Ridley Scott. Gilbert & George sono sbarcati alla Festa del Cinema incontrando gli spettatori prima della proiezione di The World of Gilbert & George (1981), da loro scritto, diretto e interpretato, e di cui abbiamo già parlato ieri.

David Mamet sul Red Carpet (foto Dammicco)
David Mamet sul red carpet (foto Dammicco)

Si è tenuto anche il convegno dal titolo Condizioni critiche: amare il cinema e scrivere di film nell’era digitale. La Festa del Cinema ha infatti deciso di aprire un cantiere di dialogo, informazione e confronto che ha visto la partecipazione di alcune tra le maggiori firme della critica internazionale (A.O. Scott, “The New York Times”; Justin Chang, “Los Angeles Times”; Julien Gester, “Libération”) e una polifonia di voci italiane che appartengono alla carta stampata, al web, alle riviste, all’università. L’evento, a cura di Alberto Crespi e Mario Sesti, ha cercato innanzitutto di raccontare destino e ragioni di chi ha fatto dell’amore per il cinema un lavoro, proprio perché la funzione della critica ha subito mutazioni forse ancor più impegnative di quanto sia accaduto al cinema negli ultimi trent’anni.

Per la retrospettiva dedicata a Tom Hanks è stato il turno di Era mio padre di Sam Mendes e di Prova a prendermi di Steven Spielberg. Al MAXXI il pubblico ha invece potuto assistere a Milk di Gus Van Sant, La notte non fa più paura di Marco Cassini e Oltre il giardino di Hal Ashby. Alla Casa del Cinema il consueto western pomeridiano è stato Winchester ’73 di Anthony Mann, seguito da Gilbert & George che hanno presentato il film cult da loro scelto, I giganti del karaté (1974) di Cheh Chang. Infine al Cinema Trevi è proseguita la retrospettiva su Valerio Zurlini, con i film La Ragazza con la valigiaCronaca familiare.

Appuntamento a domani per la settima giornata della Festa del Cinema di Roma 2016.

 

Ivan Zingariello

 

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