Io secondo Woody: il primo disco del cantautore LePuc

E’ uscito da un mese Io secondo Woody, il primo disco del cantautore LePuc. Undici canzoni registrate nelle sale del Sanità Music Studio, sotto la produzione esecutiva dell’etichetta Apogeo Records.

Ma chi si cela dietro il nome LePuc? LePuc è Giacomo Palombino, un giovane laureato in Giurisprudenza che inizia le sue prime esibizioni in Spagna accompagnandosi con una chitarra. Dopo un anno trascorso a suonare tra l’Europa e l’Italia, decide di fermarsi e dar vita al suo primo disco: Io secondo Woody.

Giacomo, come nasce la voglia di iniziare a scrivere testi ed imbracciare una chitarra?

La voglia di scrivere canzoni è arrivata, come per tanti, ai tempi del liceo. Una chiacchiera con gli amici, il sogno di formare una band, le lezioni di chitarra e poi tutto il resto. In un certo senso, e penso valga per tutti i cantautori, penso che con il tempo questa “voglia” si trasformi in un’esigenza. Scrivere canzoni è una cosa a cui non potrei rinunciare, in quanto non è altro che un modo, forse più onesto, per dire delle cose.

I tuoi riferimenti musicali, di ieri e di oggi?

Tutta la scuola cantautorale italiana occupa un certo spazio nella mia collezione di dischi. Senza dubbio, Dalla e De Gregori sono i nomi che più hanno segnato la mia formazione musicale. Anche il cantautorato moderno ha fatto il suo, Brunori su tutti.

Io secondo Woody è uscito da quasi un mese, un primo bilancio?

Sicuramente positivo. Sono felice perché sto girando molto con la mia chitarra ed il mio cappello e penso che questa sia la cosa più importante per un musicista. Il riscontro “live”, che ti permette di incontrare persone che alla fine di un concerto si avvicinano per parlare delle tue canzoni, è la cosa più bella. Sto avendo molte occasioni per farlo ma, ovviamente, si cercherà di fare sempre di più, e soprattutto farlo sempre meglio!

Di queste undici tracce quale ti rappresenta di più?

Dietro ogni canzone si nasconde una piccola storia che, in un modo o nell’altro, ha segnato il mio percorso. Ma un pezzo in particolare c’è, ed è “Guarda che so fare”. Capisco che il titolo possa sembrare presuntuoso o provocatorio, ma in realtà è un racconto autoironico, una presa in giro di me stesso. In questo testo sono conservate le tracce del cammino fatto fino ad ora, le paure affrontate, quelle ancora da sconfiggere, le scuse raccontate per rimandare le cose a cui tenevo. È la mia lettera di scuse, ma anche il mio personale e minuscolo manifesto.   

Uno dei brani -Mario- parla di lavoro, sogni, disoccupazione. Come si pone Giacomo in questo triangolo?

In Mario si manifesta, in un modo diverso rispetto ad altre canzoni, la differenza fra Giacomo e LePuc. O meglio, Mario rappresenta la mia parte “razionale”, quella disincantata. Non la posso definire una canzone autobiografica, e dal testo è chiaro che non si tratti di me. Piuttosto parla della paura che, come tanti miei coetanei, mi porto nelle tasche: quella di arrivare ad un punto della mia vita, guardarmi alle spalle e vedere solo occasioni perse, sogni non realizzati. D’altra parte, credo non sia un timore esclusivamente mio, ma generazionale.

Come hai incontrato la Apogeo Records e come li hai convinti?

L’incontro con Apogeo Records è frutto del caso, in un certo senso. Il mio amico Roberto Ormanni, con il quale ho scritto una delle canzoni di questo disco, aveva appena pubblicato “Quello che non siamo” – con la stessa etichetta, appunto – quando abbiamo cominciato a condividere il palco. Non so dirti come li ho convinti, ma penso – o spero – che si siano affezionati a questo progetto ascoltandomi dal vivo. Forse per via del cappello che indosso, che è davvero bello!

Alcuni critici pensano che le piattaforme digitali abbiano svilito la musica mettendola alle mercé di troppi esordienti che si improvvisano cantanti. Che ne pensi?

Penso che internet sia una possibilità straordinaria. E ti dico di più, non vale solo per i cantanti, ma anche per gli attori, i comici e per chiunque abbia voglia di dire qualcosa. Quindi sì, grazie al web tanti si “improvvisano”, ma ben venga! Alla fine, chi arriva a tante persone e fa parlare di sé, senza dubbio, riesce a farlo con le proprie forze e perché, evidentemente, ha qualcosa da dire. D’altra parte internet è il mezzo più democratico che esiste, l’importante è usarlo con cura, che ci si ritrovi nei panni di chi “posta” o in quelli dello spettatore.

Credi si possa vivere di musica?

Penso sia difficile vivere facendo il cantautore, o almeno pochi ci riescono. In realtà, faccio ancora fatica a ragionare in questi termini. Nonostante stia affrontando questa passione con un certo impegno, penso ancora alla musica come qualcosa a cui ricorro per stare bene.

Parliamo della veste grafica di questo disco, davvero bella, realizzata da Francesco Filippini. Come è nata l’idea?

Con Francesco mi sono confrontato per molto tempo. Abbiamo letteralmente sovrapposto i nostri punti di vista, parlando e scambiando opinioni su tutto. Era importante dar vita a qualcosa che rappresentasse bene entrambi, oltre che il tenore di queste canzoni. Quello del viaggio, che Francesco rappresenta nella copertina del disco, è il concetto che meglio riassume il cambiamento, il minimo comune denominatore di tutti i brani. Si passa dalla voglia di cambiare al desiderio di cambiare, stati d’animo che, appunto, possono essere sperimentati durante un viaggio, che sia reale o a bordo di una chitarra.

LePuc nasce in Spagna, porterai Io secondo Woody a Salamanca?

Ebbene sì, non so ancora di preciso quando ma posso anticiparti che tornerò a Salamanca con la mia chitarra. È quasi un obbligo morale: devo alla gente di quella città le canzoni che ho scritto ma soprattutto la voglia di farle ascoltare. Voglio che anche loro conoscano da vicino quanto è successo da quando sono tornato!

Ci anticipi dove potremmo ascoltarti live qui in Italia?

Sarò a Roma, presso il Gezin Pub di Viale Libia, il prossimo 27 maggio. Seguiranno Napoli, Rovereto, Padova, Firenze, Sorrento e altre date che stanno venendo fuori un po’ alla volta. Come si dice in questi casi: “date in aggiornamento”.

La redazione

Ph Luigi Petrazzuolo