SONIA CARDINI INTERVISTA LA REGISTA DI “CAM GIRL”: MIRCA VIOLA

E’ uscito nelle sale cinematografiche Cam Girl  per la regia di Mirca Viola.

 Alice, Rossella, Martina e Gilda sono ragazze come tante; hanno le loro aspirazioni e i loro sogni.

In un periodo in cui la crisi ha ridotto gli stipendi al minimo e il lavoro fisso sembra un sogno irraggiungibile, per quattro belle ragazze il modo più semplice e rapido per sbarcare il lunario è mostrarsi nude in webcam. Quando Alice, con grande sorpresa e delusione, apprende che lo stage presso l’agenzia pubblicitaria non si trasformerà come aveva sperato in un’assunzione, la ragazza capisce che è giunta l’ora di prendere in mano il proprio destino e quello delle sue amiche, facendo della sexy-cam un vero e proprio lavoro.

Con intraprendenza, quindi, decidono di mettersi in proprio accettando i rischi che ciò potrebbe comportare.

 In questo senso Mirca Viola dirige un film a dir poco attuale.

 Prende spunto da questa tragica e attuale realtà infatti per raccontare una storia di futuro e vita non concessi:  quello dei giovani che dopo anni di studio si ritrovano in un mondo del lavoro che non trova posto per loro. 

 

Come ti è venuta l’idea per questo film? Hai conosciuto qualcuno che ha avuto un esperienza simile?

L’ idea del film è nata da un’ interessante inchiesta dell’ Espresso che metteva in evidenza la forte crescita del fenomeno del Cam Girl.

Tutto questo si è sviluppato negli ultimi anni a causa della disoccupazione e a finire in rete e trovare occupazione attraverso i siti erotici non erano più le ragazzine ma tante donne con vere necessità economiche.

La tecnologia oggigiorno serve sicuramente, soprattutto ai giovani, per rimanere in contatto e per misurarsi col mondo circostante. Ma ovviamente c’è anche l’altra faccia della medaglia, e cioè il fatto che si è più esposti a incontri spiacevoli, insulti, minacce e ovviamente sesso facile. E’ una linea sottilissima che divide il virtuale dal reale. Secondo te come possono difendersi i giovani da tutto questo?  C’entra tanto l’educazione dei genitori?

L’ educazione e l’ esempio della famiglia sono sicuramente alla base di una crescita sana ed equilibrata da parte dei giovani, resta il fatto che oramai la macchina internet non la possiamo certo fermare credo che i ragazzi siano più esposti a pericoli soprattutto a livello sessuale.

Le protagoniste del tuo film decidono di spogliarsi di fronte a uomini che stanno a di là di uno schermo.

Per l’uomo sembrerebbe più facile mostrarsi nudo e fare sesso online, invece la donna resta più inibita, più timida, quasi timorosa di essere giudicata. Credi davvero sia l’importanza che si attribuisce all’insoddisfazione economica della vita, quindi al denaro, il fatto che si spingano oltre i loro limiti?

Secondo me stiamo vivendo un vero e proprio cambiamento di abitudini. internet e la protezione dello schermo sembra renderci più forti ma in realtà nasconde personalità fragili incapaci di relazionarsi nella vita reale.

 

E’ un po’ come una frase che dice “Ballando con il diavolo, non sei tu che lo cambi, ma è lui che cambia te.”

Questo per dire che quando si entra in questo mondo del tutto nuovo ci si sente risucchiati, trascinati da una cosa nuova che magari ci terrorizza ma allo stesso tempo ci affascina. Quindi scopriamo che potrebbe anche piacerci… giusto?

Questo dipende da ognuno di noi, da come siamo fatti, da cosa ci attrae e da cosa ci respinge.

Quello che la gente non vuole nella vita reale, lo ricerca nei film e nei libri. Tutti siamo coscienti che non vorremmo mai trovarci in situazioni spiacevoli, ma al cinema la gente sembra che si entusiasmi nel vedere scene che nella vita reale magari non farebbe.  Quindi, se una donna non vorrebbe mai fare sesso online con uno sconosciuto, però va al cinema a vedere un film incentrato su  questo, credi che sia una sua fantasia o un modo per esorcizzare qualcosa di cui teme? O più semplicemente per pura curiosità?

Credo che alla base ci sia la curiosità di conoscere qualcosa di ignoto.

C’è il pro e il contro di ogni cosa. Come abbiamo già detto la tecnologia è sicuramente indispensabile, ci porta a comunicare più velocemente ma sembra che, soprattutto da quando sono nati i social network, tutti si nascondano dietro questa vita virtuale dal quale poi non è facile uscirne. Insomma, io preferisco telefonare ad un amica e prendere un caffè assieme e fare due chiacchiere, piuttosto che chattarci.

Tu cosa ne pensi?

Non sopporto le chat, sono fredde, lontane, non ti appagano. Mi piace  trascorrere il tempo con le persone che amo; è un bisogno primario che internet non riuscirà a sopprimere.

 

 

Per finire, se ti va, raccontaci qualcosa riguardo la tua esperienza come regista per questo film.

Quali sono stati i momenti più gratificanti e, se ci sono stati, quelli più difficili.

Fare un film per un regista è sempre uno stato di grazia.

Questa è stata un’ esperienza intensa che mi ha permesso di immergermi in un mondo che conoscevo poco aldilà delle apparenze.

L’ho raccontato con sincerità e molto cuore.

Grazie a Mirca per l’intervista. Auguro a tutti una buona visione!

 

Sonia Cardini