STEFANO JACURTI E IL SUO RITORNO AL WESTERN ALL’ITALIANA

Ciao Stefano bentornato su mondospettacolo come stai innanzitutto?

Ciao Alex! Bene Grazie,  sono contento di essere tornato qui tra  bellissime modelle e le rubriche sul cinema che seguo sempre.

Stefano parlami della tua ultima opera “SE IL MONDO INTORNO CREPA” Come nasce l’idea di fare questo film?

Tutto potevo pensare meno che l’ispirazione potessero darla le parole di un Tg: “Assenza delle istituzioni” e “Emarginazione”  una vera folgorazione che mi ha spinto a riunirmi ad Emiliano Ferrera per vivere una nuova avventura insieme.

Ho così creato “due figli di”… uno è Black Burt, detto il poeta,(il sottoscritto) un delirante assassino che declama versi prima di dar via al piombo caldo.

L’altro è Butcher Joe, (Simone Pieroni) detto il macellaio, un folle criminale psicopatico. I due, come da piani stabiliti, prima di proseguire le loro nere imprese e passare in Messico, finiscono per darsi appuntamento in una città morta. Ma il destino ha riservato a Black Burt  e Butcher Joe, qualcosa di molto diverso…

Parlami un po’ del cast.

Nel cast c’è Simone Pieroni appunto, lo stesso Emiliano Ferrera, Claudio Vitturini nel ruolo del padrone di un saloon, Antonio Rocco leader dei cowboys,

Emanuela Ponzano, Antonella Salvucci, Willy Stella ma hanno partecipato anche altri e sono molti, è impossibile citare tutti, voglio ricordare Marco Belocchi e Giovanni Bufalini nei ruoli rispettivi di sceriffo e vice sceriffo di contea, perché la legge non resterà a guardare in questa storia. A livello musicale, abbiamo condito questo piatto con il soundtrack di Klaus Veri, a cui ho chiesto di dare potenza evocativa e drammaticità, e Fabrizio Sartini, a cui ho chiesto di dare profondità ad un mondo con il suo sound country nei brani originali. Sono stati grandi, hanno onorato questo western,ma anche la parte delle donne nel cast è stata importante.

Nel cast ci sono appunto due bravissime attrici italiane, Emanuela Ponzano e Antonella Salvucci, perché hai pensato a loro per questo tuo lavoro?

C’era un ruolo molto difficile (sia chiaro, non è stata una passeggiata per nessun altro) che volevo fosse interpretato da Emanuela Ponzano che tenevo d’occhio da tempo, quello di una prostituta cieca. Volevo che fosse proprio lei perché avevo notato la sua  bravura e il rigore nei suoi lavori precedenti. Aggiungo un aspetto che però rientra nelle curiosità…sapevo  che lei era affamata di western, Emanuela girava da tempo intorno a questo mondo come la pinna di uno squalo. Ma questa è solo una curiosità che vi racconto, perché se non fosse stata una bravissima attrice, (anche internazionale) quella pinna dello squalo non sarebbe servita assolutamente a nulla. Di qui la mia felicità nel vedere Emanuela avventarsi sul suo ruolo, molto particolare, quello di una prostituta cieca ribelle a un sistema, con la consapevolezza di essere emarginata. Ricordo di come già fosse surriscaldata l’atmosfera quando abbiamo fatto le prime prove immaginando il suo bastone da cieca e la sua condizione, dove a fare la differenza non era la vista, ma la sensibilità, e la predisposizione ad avvertire prima degli altri, quello che stava per succedere. Ed era proprio quello che ci voleva per raccontare un aspetto della mia storia. Poi c’è anche l’altro aspetto della mia vicenda, quello di rimettere “qualcosa al suo posto” e ci voleva un idea, ma non vado oltre… Ed eccoci ad Antonella Salvucci, fantastica. Anche Antonella è un attrice che porta con se molti mondi, molti sfaccettature, basta guardare la sua ricca carriera in vari settori del mondo dello spettacolo. Ci voleva la sua solarità per interpretare una moderna cowgirl che accompagna lo spettatore nel selvaggio west. Loro due sono anche bellezze diverse, ma restano brave attrici a prescindere dall’estetica.

Gli amanti del genere noteranno sicuramente che il nome di uno dei personaggi protagonisti del film si richiama ad uno dei capolavori del cinema western di tutti i tempi! Come nasce questo personaggio e perché gli hai dato il nome di Bill Carson?

Chi meglio di Emiliano Ferrera con cui ho condiviso la regia, poteva avere quel nome che ricorre spesso nel buono il brutto e il cattivo? Emiliano è davvero l’uomo clone,il Clint Eastwood nostrano, lo dicono tutti. Ma lui ha delle doti artistiche naturali che vanno oltre la somiglianza, Ferrera è un altro che ti stupisce quando è anche attore per come è sicuro nei movimenti e in tutto quello che bisogna avere in un western. Conosco Emiliano dal 1995, non da ieri, abbiamo condiviso molte cose insieme. Ma voglio ricordare anche il macellaio Simone Pieroni. Parliamoci chiaro, se si crea una coppia cinematografica,  i due devono essere sì insieme nel bene o nel male, ma più sono diversi e meglio è. Quindi se Black Burt il poeta, era un cattivo a sangue caldo, uno molto sopra le righe nella sua pazzia, l’altro non doveva essere da meno nel suo ruolo e nella sua diversità. Il macellaio è uno tutto nervi, uno scorpione che all’improvviso colpisce senza pietà, Zac! E poi infierisce sulle sue vittime.

Parliamo ora del cinema western all’italiana; quali sono i tre film che porteresti con te in una ipotetica astronave in viaggio verso un altro pianeta? (sorrido)

Porterei su Marte, pianeta western, tutti i film di Leone,  ma se sono tre, non posso, allora proprio perché abbiamo parlato di Bill Carson, porto il buono, il brutto il cattivo. Colgo l’occasione per dire che anche a me è dispiaciuta la scomparsa di Eli Wallach. La sua corsa in mezzo alle croci, fa parte ormai della storia dell’intero cinema. Riposa in pace grande Tuco! Altri due? Allora il mitico Django con Franco Nero, e un altro a scelta tra tutti quelli di Giuliano Gemma, il nostro amato Ringo che non dimenticherò mai. Certo poi penso, ma come si fa a lasciare a casa Keoma del grande Castellari, o il mio  nome è nessuno di Valeri e tanti altri? E sorrido anche io.

Nei tuoi film c’è sempre un qualcosa legato al soprannaturale perché?

E’ vero, non in questo, ma è accaduto in Boot Hill 1998, e Inferno bianco 2007..forse perché oltre al western come passione primaria, mi piacciono anche i film dei cugini dell’horror, ma anche quelli della scifi, del mistero…ce ne sono alcuni rimasti nell’ immaginario e non solo nel mio.

Sono gli altri amori.

Stefano l’intervista finisce qui che cosa vuoi dire ai nostri lettori e a tutti i tuoi fans?

Ai fans sempre un grazie immenso per esserci vicini, e ora c’è bisogno della loro pazienza, perché questo è un viaggio più complesso di Inferno bianco, nel senso che Inferno bianco fu un grande apripista nel western indipendente per noi, ci divertimmo alla grande subito, qui c’è da aspettare un po’ di più per cominciare gli eventi a casa nostra, nel nostro mondo. Sto cercando di portare Se il mondo intorno crepa ai festival, è importante farlo, provarci, perché spero che questo lavoro possa essere visto in ambienti diversi, del resto se alla fine accadde anche con Inferno bianco, perché non farlo con questo nuovo western dove è stato fatto uno sforzo in più come produzione? Ma tornerò amici del west e del country, tornerò!

Un grazie, un abbraccio a te Alex e a tutti i lettori del sito, a cui aggiungo un in bocca al lupo alle candidate per Miss Mondospettacolo Estate. Siete meravigliose!

Alex Cunsolo