STORIA DEL CINEMA DI FANTASCIENZA: “MOON”

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Sam Bell da 3 anni vive solo in una base lunare, sul lato oscuro della luna, lavora per la multinazionale Lunar Industries per spedire ogni giorno l’Helium 3, un prezioso gas che potrebbe risolvere il problema energetico della terra. Lo aiuta Gertie, robot parlante che lo consiglia, lo tiene in contatto video con moglie e figlia, lo accudisce… Abbandonato ad un isolamento forzato dal mondo terrestre, l’uomo convive con la macchina in uno stato di alienazione crescente. SPOILER Arrivato allo scadere del proprio contratto di tre anni a due settimane da rientro, Sam rimane coinvolto in un brutto incidente in jeep e scopre l’esistenza di un replicante, un altro Sam Bell. In attesa dei soccorsi i due cercano di superare la reciproca crisi d’identità.

Gertie is disappointed
Gertie is disappointed

Cosa dire se non buon sangue non mente? Figlio d’arte del grande David Bowie, Duncan Jones alla sua opera prima, a fronte di un budget irrisorio (solo 5 milioni!) scrive e dirige un film di fantascienza come non se ne vedevano da anni.

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Moon è un gioiellino minimale con poca azione e molto pensiero, dalle immagini suggestive con una visione abbastanza cupa sul futuro che fa riflettere. Modellato su capolavori irraggiungibili, Duncan si permette anche il lusso di citazioni a go-go che vanno da Kubrick (Gertie non vi ricorda in modo incredibile il vecchio HAL 9000 di “2001”?) a “Blade Runner” e realizza una piccola perla di un cinema ormai raro, un vero e proprio cult.

Zeno

Fonte: http://www.jamovie.it/