Stracult 2016: intervista all’autore Stefano Raffaele che si racconta e ci svela alcune novità

Venerdì 8 luglio torna su Rai 2 la storica trasmissione Stracult – A casa di Marco Giusti, giunta alla sua sedicesima edizione e ormai diventata un must dell’estate televisiva. Per introdurre questa nuova serie intervisteremo i vari protagonisti, sia davanti che dietro le telecamere, così da farvi entrare nel mondo Stracult e regalarvi qualche gustosa anteprima su format ed ospiti.



Stracult

Iniziamo questo ciclo di interviste con Stefano Raffaele, il più giovane dei quattro autori della trasmissione (gli altri sono Luca Rea, Alberto Piccinini e ovviamente Marco Giusti) che ci racconta un po’ di sé, della sua carriera e di questa nuova edizione di Stracult.

Intervista di Ivan Zingariello: Ciao Stefano e benvenuto su Mondospettacolo. Innanzitutto siamo arrivati al sedicesimo anno di Stracult, che per te è il… ?

Il mio primo Stracult è quello del 2011, che per l’esattezza è l’ultimo Stracult classico, di montaggio. Infatti dal 2012 si trasforma e prende questa nuova forma di talk-show, diventando appunto Stracult – A casa di Marco Giusti. Io ho cominciato appunto nel 2011 e poi ho partecipato dal 2012 fino ad oggi a questa nuova vita, chiamiamola così, della trasmissione.

Come sei stato coinvolto nel progetto?

Sono stato coinvolto gradualmente. Da diversi anni sono amico e collaboro con Luca Rea, inizialmente per alcuni suoi progetti di altro genere, così piano piano ho conosciuto Marco Giusti e la squadra Stracult e, grazie a Luca che mi ha introdotto e presentato, sono entrato in questa famiglia. Famiglia di pazzi sì, perché siamo completamente pazzi, però – scherzi a parte – siamo un gruppo abbastanza affiatato con tanti amici, come te Ivan, che ci accompagnano in questa avventura, in questa esperienza televisiva.

Stefano Raffaele 2
Un giovane Stefano Raffaele

Parlaci delle tue esperienze antecedenti a Stracult

La mia storia è abbastanza strana perché io ho sempre avuto, sin da bambino, una passione fortissima per il cinema, partendo da quello italiano del passato. Negli anni ho coltivato la passione per la regia, però ho intrapreso degli studi a Catania – perché sono catanese – totalmente diversi da quello che riguardava la mia passione, laureandomi in giurisprudenza. Dopo questa sudata laurea ho deciso di fare quello che amavo veramente e mi sono quindi trasferito a Roma dove, grazie ai consigli di amici, ho frequentato un’accademia privata di cinema a Cinecittà, la NUCT. Lì ho studiato direzione della fotografia con Franco Di Giacomo, che considero per quel capitolo della mia vita il mio maestro, ed ho cominciato a lavorare con lui inizialmente come volontario; Franco ha poi scelto alcuni dei suoi allievi e li ha portati sul set ed ho quindi cominciato a fare le prime esperienze sul campo nel reparto fotografia, iniziando da video assist fino poi a ricoprire un po’ tutti i ruoli, assistente operatore, operatore, fino a fare il direttore della fotografia – grazie sempre a Luca Rea – in un piccolo film di cui lui curava la regia, “Lillo e Greg – The movie”. In questa occasione poi, essendo uscita dal progetto l’aiuto regista di Luca, io mi sono proposto per il doppio ruolo, che è un po’ una follia ed è una cosa abbastanza faticosa, però volevo fare questo passaggio dalla fotografia alla regia perché è quello che mi interessa realmente. Siamo poi riusciti a fare tutto ed è venuta una cosa carina, così da quel momento in poi ho continuato facendo l’assistente alla regia per l’altro film di Luca, “Cacao”, e nel frattempo ho fatto le mie cose in Sicilia, tra cui un programma televisivo con Antenna Sicilia, di cui ero anche regista e autore.

Stefano con Franco Di Giacomo
Stefano con Franco Di Giacomo

Quindi, potendo scegliere, prediligi la regia alla fotografia?

Sicuramente sì, però il consiglio di fare direzione della fotografia – parlo di scuola di cinema – è stato giusto perché in quel modo impari a girare materialmente un film e a conoscere il mezzo cinematografico, che per un regista è di basilare importanza, anche per non affidarsi completamente a un direttore della fotografia, ma chiedere quello che già sai si possa realizzare o meno. Quindi a me è servito moltissimo e sono contentissimo di aver fatto questa scuola. Penso di aver fatto la scelta giusta – ripeto, dietro consiglio di persone molto competenti – perché nelle scuole di cinema tutti vogliono sempre fare regia o recitazione, mentre invece facendo montaggio o fotografia si impara un mestiere pratico e si hanno più opportunità di lavorare sul campo, che poi è quello che interessa. Ad esempio io mi ricordo la prima esperienza che feci grazie a Di Giacomo: fu sul set della fiction “Incantesimo 8”, che però era diretta da Ruggero Deodato, fotografata da Franco Di Giacomo e girata in pellicola; perciò come esperienza pratica era per me il paradiso, perché in veste di video assist quale ero, tra il regista e il direttore della fotografia tutto il giorno per mesi, là ho imparato veramente il mestiere, visto anche che Ruggero è un regista tecnicamente ineccepibile, un mostro di bravura, e di Franco.. non c’è bisogno neanche di dirlo. Quindi stando lì poi si impara e questo ti dà molta sicurezza, qualsiasi cosa poi tu faccia nell’ambito dello spettacolo, può essere tv, cinema ecc., quando impari a stare sul set e quindi anche le regole che ci sono a riguardo, il modo di comportarsi, il rispetto per tutti quelli che lavorano sul set, portarlo e riuscire ad ottenerlo da loro non è facile. Quando però si riesce a gestire questo tipo di cosa, lì sei a posto praticamente. Sono partito un po’ per la tangente, torniamo a noi… (ride)

Se dovessi dirci il tuo regista di riferimento?

Dovresti farmi questa domanda riferita a periodi storici e a luoghi…

Stefano con Dario Argento
Stefano con Dario Argento

Il tuo primo amore, iniziamo da quello…

Il mio amore per il cinema nasce da Dario Argento indubbiamente, specificamente dalla visione di “Profondo rosso” e anche da quella del film “La casa dalle finestre che ridono” di Pupi Avati. Comunque il mio primo amore cinematografico è Dario Argento e sin da bambino ho sempre seguito tutto quello che lo riguardava, amandolo in modo sfegatato – continuo ad amarlo tutt’ora anche se diciamo che i fasti del passato sono un po’ calati – però il mio amore per il cinema, devo dire, nasce da là, da Dario Argento, non ho altri nomi da fare.

E poi come si è evoluto? Da chi è stato sostituito o comunque accompagnato Argento?

Accompagnato da tutti i registi italiani del passato, da quelli famosi della commedia italiana come ad esempio Monicelli che adoro, e poi Risi, Lattuada, Scola ecc. fino poi anche ai registi del cinema popolare come appunto Castellari, Fulci ecc. Non sto qua a fare i soliti nomi, comunque diciamo che il mio amore per il cinema nasce quello per il cinema italiano dalla A alla Z. Sul perché mi dovrei dilungare troppo e non sarei neanche tanto chiaro, però mi piace…

Perché proprio il cinema italiano?

Amo chiaramente moltissime pellicole americane, però ad alcuni film italiani anche brutti sono legato sentimentalmente, quindi in alcuni casi è una cosa irrazionale. Comunque è legata molto al territorio, cioè mi piacciono molto i film come anche molti vecchi programmi televisivi.. diciamo così: mi piacciono le storie e mi piace molto del cinema popolare il fatto che riesca a fotografare un periodo storico molto meglio di alcuni film d’autore. È una strana alchimia, però è così e quindi amo quel cinema, anche perché mi riporta indietro e mi fa conoscere, mi fa vedere, mi trasporta dentro un periodo passato che ritengo molto affascinante, gli anni ‘60 e ‘70 soprattutto.

E dopo Stracult cosa ti piacerebbe fare?

Il mio sogno, come ti dicevo, è quello di fare il regista. Sono molto contento di fare Stracult perché è un programma che amo…

Stefano con Luca Rea e Ruggero Deodato
Stefano con Luca Rea e Ruggero Deodato

Stracult e Troppo Giusti, perché sei anche uno degli autori di Troppo Giusti

Esatto. Stracult in particolare, perché del programma ero uno spettatore e un fan, e quindi poi lavorarci fa una certa impressione ed è una bella cosa, secondo me. Quindi mi sta benissimo quello che faccio ora, sono molto contento, e spero sempre di poter fare – non so dove, cosa o con chi – sempre qualcosa riferita o legata alla materia che amo, che è poi il cinema.. quindi alla domanda specifica che mi hai fatto rispondo in questo modo: spero sempre di fare cose che mi divertano e che mi piacciano, finché posso farle.. perché poi nella vita non sempre si può fare ciò che si vuole o desidera, però è anche importante trovare quello che ti piace in ciò che fai, ma ciò va al di là della tua domanda. Quindi progetti futuri.. non lo so, vediamo cosa si presenta.

Anche perché fra Troppo Giusti e Stracult sei impegnato per tutto l’arco dell’anno…

Sì, nell’ultimo periodo in cui abbiamo questi due programmi di cinema, Troppo Giusti invernale e Stracult estivo, siamo praticamente impegnati tutto l’anno. Quest’anno si prevedono dei cambiamenti per Troppo Giusti, ma non svelo ancora nulla…

E invece cosa dobbiamo aspettarci da questa nuova edizione di Stracult? Cosa vedremo?

Stefano Raffaele e Marco Giusti
Stefano con Marco Giusti

Innanzitutto abbiamo cambiato un po’ la struttura del programma, ma questo magari te lo spiegherà poi anche Marco Giusti, comunque te lo anticipo: non abbiamo più due talk tematici separati per ogni puntata, ma un unico talk in cui i nostri ospiti restano seduti assieme durante tutta la puntata; può capitare che qualcuno entri dopo o esca prima, però si cerca di fare una chiacchierata con tutti. È ovvio che poi con ognuno di essi verrà affrontato un tema più o meno specifico, però stiamo provando a fare un talk più aperto, meno tematico. Per il resto abbiamo sempre la nostra band, gli Statale 66, il cast fisso e gli amici che ci vengono a trovare e che stanno con noi, che sono bene o male gli stessi; abbiamo anche il ritorno dei The Pills, che non so se possono ancora essere chiamati in questo modo, ma comunque Matteo, Luigi e Luca, e abbiamo un nuovo conduttore che è il simpaticissimo Fabrizio Biggio de I soliti idioti, accompagnato per alcune puntate, ancora non sappiamo se per tutte o solo per alcune, da Ilenia Pastorelli che è l’attrice più stracult del momento, interprete di “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Queste sono le novità di quest’anno…

E Andrea Delogu?

La Delogu rimane sempre in famiglia, però quest’estate si deve sposare e quindi ha deciso di fare una pausa..

Però la rivedremo a Troppo Giusti

Credo di sì.. Comunque il nuovo progetto – non chiamiamolo Troppo Giusti, chiamiamolo “nuovo progetto invernale” – avrà diverse novità…

Stefano con Tomas Milian e Andrea Lo Cicero
Stefano con Tomas Milian e Andrea Lo Cicero

Tornando a Stracult, puoi anticiparci qualche ospite che vedremo in questa nuova edizione?

Devo sottolineare una cosa: ogni anno diventa sempre più complicato trovare i personaggi, perché ormai dopo 16 anni sono stati passati e ripassati tutti, però riusciamo ogni anno a trovare degli spunti. Ad esempio nella seconda puntata abbiamo Enrico Montesano, a cui non avevamo mai dedicato un’intervista completa sulla sua carriera. Poi avremo Catherine Spaak, Lando Buzzanca.. poi una bella puntata con Claudio Amendola e il produttore Claudio Bonivento, dove cercheremo di ripercorrere un po’ la storia di Amendola. Poi abbiamo due bellissime interviste face-to-face, una a Dalila Di Lazzaro – che io caldeggiavo da anni e che Marco è stato molto contento di realizzare – e una a Beryl Cunningham, che ricordiamo ne “Le salamandre” e “Il dio serpente”.. insomma un’attrice stracultissima che non si vedeva più da tanti anni e che è davvero un grande scoop.

Per chiudere, perché consiglieresti al pubblico di vedere quest’edizione di Stracult, dall’8 luglio su Rai 2?

Stracult in generale dovrebbe essere visto un po’ da tutti, non solo dagli appassionati di cinema del passato perché, soprattutto in questi ultimi anni con questa nuova formula talk in cui abbiamo cercato di aprire un po’ anche alla musica, allo spettacolo in generale e ad altri “stracultismi” – se si può usare questo termine -, il programma è quindi diventato un po’ una macchina del tempo per diverse cose. Secondo me è uno dei pochi programmi carini – a dirlo non dovrei essere io che lo faccio – nel senso che i personaggi non vengono intervistati in un modo da fast food, se così si può dire, ma ci si concentra molto su di loro. Soprattutto grazie alle ricerche che facciamo e che in particolare fa Luca Rea – espertissimo in materia – riusciamo sempre a trovare dei materiali non più visti dall’epoca, scovando nelle Teche Rai e nei nostri archivi delle vere e proprie chicche; quindi non solo abbiamo il personaggio lì sul divano, ma gli facciamo vedere delle cose che lui non ha mai rivisto ed è carino vedere la sua reazione, i commenti che magari non ha mai fatto in altre trasmissioni su un determinato episodio, su una determinata esperienza televisiva o cinematografica…

Lo studio di Stracult 2016
Lo studio di Stracult 2016

Stefano ti ringraziamo e ti facciamo il nostro in bocca al lupo per questa nuova edizione di Stracult.

Grazie, grazie.. crepi il lupo!

 

Appuntamento quindi all’8 luglio con la nuova edizione di Stracult e ai prossimi giorni su Mondospettacolo.com con la seconda intervista ai protagonisti, questa volta dedicata all’autore e regista Luca Rea.

 
 

Ivan Zingariello

 
Stefano Raffaele Stracult