Venezia73. Conferenza: Roan Johnson e il cast raccontano “Piuma”

Alla Mostra del Cinema di Venezia è il giorno di Piuma (leggi la recensione in anteprima), terzo lungometraggio di Roan Johnson, che ha poi risposto alle domande dei giornalisti in conferenza stampa, insieme al cast del film.

Il regista Roan Johnson
Il regista Roan Johnson

Come ha trovato questi giovanissimi attori e come ha lavorato assieme a loro per rendere questa grande libertà e questa particolare alchimia che traspare vedendo il film?

Roan Johnson: Il casting più difficile che ho fatto fino ad ora, verso i 600 e i 700 provini mi ero buttato giù, volevo lasciar perdere l’idea iniziale, alzare l’età degli protagonisti e riscrivere la sceneggiatura. Ma poi, mentre per la ricerca delle ragazze è stato un compito più facile da realizzarsi, per trovare il giusto protagonista ci è voluto decisamente molto più tempo. Carlo degli Esposti (Palomar) mi ha detto no, non devi mollare, continua nella tua ricerca e vedrai che troverai il ragazzo giusto e così verso il 1200 provino ho trovato Luigi Fedele che ha conquistato tutti e sbaragliato la concorrenza. Dal punto di vista produttivo era rischioso trovare un adolescente che avesse meno di diciotto anni, però lui, avendone 17 e mezzo era perfetto poiché proprio “a cavallo”.

Ho voluto realizzare il film solamente con piani sequenza alternati a qualche rado campo e controcampo, proprio per trasmettere allo spettatore quel senso di libertà e freschezza che è tipica dei ragazzi di quell’età, spensierati e liberi nel vivere la loro vita, ma non solo volevo che proprio gli attori in scena fossero liberi e a proprio agio in scena, così le riprese effettuate, si sono rivelate davvero proprio come io le avevo immaginate.

A corollario dei protagonisti abbiamo scelto degli attori di livello come Michela Cescon, Francesco Colella e Luigi Pierattini . C’era un’atmosfera molto bella ed è stato un piacere vero fare il film.

Luigi Fedele
Luigi Fedele

Luigi Fedele: Sono entrato a far parte del cast per caso; una mia amica, lei si, era andata a fare il provino e una volta finito, gli hanno chiesto se conoscesse un ragazzo dall’aspetto street molto casinaro e così lei ha fatto il mio nome. Poi mi hanno chiamata ed è andata bene.

Blu Yoshimi: Da subito con Roan (il regista) ho avuto un ottimo rapporto, una simpatia molto forte, lui da buon toscano è sempre di buon umore e fa ridere anche nei momenti più “complicati” sul set.Beh che dire, con gli altri attori ma soprattutto con Luigi, mi sono trovata benissimo. Un cast molto giovane, desideroso di fare con cui mi sono trovata benissimo.

Blu Yoshimi
Blu Yoshimi

Francesca Turrini: Un mio carissimo amico che fa casting un giorno mi chiese di mandare dei video al regista; Roan mi ha visto in video e ha pensato subito che fossi io la persona adatta ad interpretare il personaggio di Stella. L’esperienza poi è stata molto bella e importante per me; anche la troupe, molto giovane, ci siamo ritrovati in molti aspetti e sempre in sintonia e questo, almeno credo, nel film si vede. Per me è stato un onore avere questi compagni di lavoro e lavorare con questa squadra.

Clara Alonso: Anche se ho avuto un ruolo minore, per me è stata una esperienza importante e significativa l’aver lavorato con questi attori meravigliosi. La storia poi è bellissima, mi è piaciuta sin dal’inizio.

Michela Cescon: La mia esperienza è stata meravigliosa anche perchè il ruolo che interpreto è inusuale e poichè io vengo dal teatro non se ne vedono di queste parti e questo ruolo mi pareva quello perfetto adatto a  me. E poi Roan il registra è un vulcano , è sempre pieno di idee, sa sempre quello che vuole.

Francesco Collela: il mio personaggio è disperato, è calabrese è non è molto distante dal mio stato d animo. Roan pian piano l ha scoperto è mi ha aiutato davvero nel realizzare la parte. Un esperienza importante è sono contento che il film sia stato presentato qui a Venezia in un festival cosi importante.

Nel film non si parla mai d’amore. I protagonisti a differenza degli attori americani non si dicono mai ti amo. Nel film non si sente molto il sentimento dell’amore. É stata una tua scelta precisa ?

É venuto naturale in fase di scrittura durante la sceneggiatura. Io personalmente credo ai ti amo ai ti voglio bene detti ogni giorno. Perciò ho voluto creare una storia che andasse al di fuori di stereotipi e cliché. Io gli sceneggiatori ci siamo immedesimati in questi diciottenni, ci siamo ricordati di quello che eravamo noi a quella età. Per me ti amo si dice in determinate situazioni. Personalmente non lo dico tutti i giorni. I ragazzini di oggi dicono quasi sempre amò amò. Quando Ferro dice “io sarò sempre al tuo fianco “, quello secondo me è  il vero senso dell’ amore.

Mi ha colpito la natura della gravidanza la situazione non mette paura ai ragazzi. I protagonisti a differenza dei loro genitori, dei loro nonni hanno reagito al meglio e si sono fatti molti meno problemi di ciò che potrebbe comportare una situazione del genere. A cosa vi siete ispirati ?

Roan Johnson: Bene, abbiamo giocato in sceneggiatura mettendo in atto una forte contrapposizione tra il mondo degli adulti, ad esempio il padre di Kate e il mondo adolescenziale. Abbiamo guardato il mondo adolescenziale da un punto di vista che a noi appariva più congeniale. La scelta di far svolgere ai ragazzi un ruolo più maturo, di non renderli come comunemente si possono immaginare, com’è lo stereotipo comune che descrive ragazzi adolescenti , quest’ idea mi piaceva. Volevo che i ragazzi affrontassero nel film una parte importante e poi  soprattutto, vedendo la loro maturità (quella degli attori), io mi sono chiesto, ma a 17 anni cosa facevo ? Non credo che sarei stato in grado di affrontare questa situazione come loro la hanno affrontata nel film. Cosi ho capito definitivamente che la scelta fatta nel copione era quella giusta.

In questo festival pieno di film noiosi, che si fatica a vedere, la vostra commedia è una ventata di aria fresca e, secondo me il modo con cui avete raccontato l’adolescenza mi è parso davvero innovativo e ardito. 

Roan Johnson: La ringrazio per la sua osservazione e per i complimenti. In effetti la lavorazione del film è stata molto complessa. Dalla scelta del cast alla realizzazione del prodotto finale , devo ringraziare soprattutto Sky Cinema e la Palomar che hanno creduto fin da subito nel mio progetto e, conoscendo i miei precedenti lavori, il loro particolare stile, non hanno esitato ad appoggiare completamente le mie scelte.

Francesca  il tuo brano nel film è davvero riuscito. Come hai pensato a realizzarlo? Hai tratto ispirazione da qualche tua esperienza personale o hai visto prima il film?

Francesca Michielin: Il mio brano lo avevo dentro, avevo letto la sceneggiatura ma non avevo visto molto del film, ma la storia di questi due ragazzi mi ha colpito. Il mio brano è dolce ma allo stesso tempo racconta quella voglia di affrontare l’abisso della vita. Quell’abisso che si verifica nell’affrontare una situazione complessa e difficile, ma in totale libertà. Vi si possono ritrovare tutte le mie tonalità musicali e naturalmente il mio rock, così particolare.

Francesca Michielin
Francesca Michielin

Il momento che più mi ha colpito è stato quello del tradimento di Ferro e la reazione che ha avuto Kate. Come hai impostato questa sequenza? A Ferro (Luigi Fedele) perché nel film hai tradito nonostante la situazione ? Kate (Blu Yoshimi), come può una ragazza affrontare un tradimento del genere ?

Blu Yoshimi: Personalmente ritengo che il tradimento lo fanno sia uomini che donne. In quel momento Kate tra tutti i grandi avvenimenti che subisce l ‘ ultimo pensiero che ha è quello del tradimento del ragazzo, Ferro ; lei vuole farsi scivolare addosso tutte quelle cose che non ritiene importanti, essenziali. E il tradimento per lei, in quel particolare momento della sua esistenza, della sua gravidanza non è importante. Poi alla fine come nel film gli dice “Magari poi quando saremo più grandi divorzieremo “.

Luigi Fedele: Ferro arriva al tradimento poiché ha “questo mattoncino sulla schiena ” che lo perseguita, non è una scusate, ma è come l’ho vista io. Un tradimento necessario a sciogliere la tensione, ma che è anche sintomo della poca responsabilità che si ha quando si è diciassettenni. Probabilmente neanche lui si sente pronto a mettere al mondo questa bambina  e rifugge al solo pensiero di dover passare la vita con la sua compagna alle prese con la loro figlia, vedendosi privato delle sue libertà. Kate ha quella consapevolezza e quella responsabilità in più che la differenziano da una normale ragazzina adolescente.

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