Venezia73. Monica Bellucci: «Sono una femme fatale che munge le vacche!» (nel film di Kusturica)

Alla Mostra del Cinema di Venezia sono sbarcati il regista serbo Emir Kusturica, le attrici Monica Bellucci e Sloboda Mićalović, oltre ai produttori del film, per presentare On the milky road (leggi la recensione in anteprima). Ecco cosa ci hanno raccontato sul film, prima della (fantastica) chiosa finale della Bellucci.

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Da dove è partito per realizzare questo film? E’ tratto da un cortometraggio che avevamo visto qui a Venezia.

 

Emir Kusturica: “Il corto parlava d’amore, ricostruendo la vita di un uomo che vive da solo come un monaco. Non si diceva perché portasse le pietre sulla cima di una collina. Mi sono trovato nel momento più difficile ed incredibile della mia vita perché stavo partendo dalla fine di un processo andando a ritroso. Lo stesso succede in arabo quando si scrive da destra a sinistra. Facciamo un viaggio in cui possiamo andare a recuperare le conoscenze attraverso un’espressione da sviluppare. Qui abbiamo due eroine e ciascuna si presta a generare grandi conflitti. Il processo per il film è stato arduo, ma lo abbiamo percorso come uno scrittore che si accingeva a scrivere un romanzo. Ho trascorso tre anni con questi splendidi collaboratori e voglio ringraziare tutti coloro che hanno investito su questo film”.

 

Perché ha pensato a una donna italiana per incarnare questo sogno e questa sensualità? Cosa rappresenta Monica Bellucci?

 

Emir Kusturica: “Perché volevo Monica e lei è italiana. Quando stavamo per iniziare a girare mi sono detto che l’economia della storia è il modo migliore per dare luce a Monica Bellucci, mi è sempre piaciuto lavorare con una ragazza italiana che accetta la mia messa in scena. La maggior parte delle volte gli attori fanno quello che gli viene detto. Io credo che la messa in scena sia la cosa più importante in qualsiasi film. Il regista diventa un direttore d’orchestra e le persone devono seguire la traccia. Monica e Sloboda hanno fatto del loro meglio”.

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All’inizio c’è una scena in cui Monica Bellucci vede un film in bianco e nero che la fa piangere, che film era? Il tema del volo ricorre molto nel film.

 

Emir Kusturica: “Nel mio film mostriamo ‘Quando volano le cicogne’, uno dei miei favoriti, di Mikhail Kalatozov. Ci sono dei segni che voglio lasciare e questo film di Kalazotov riguardava una donna vessata da una storia. Volevo mostrare qualcosa di provocatorio con Monica che spesso nei suoi film non si commuove. Lavorando insieme ha iniziato a farlo, anche cantando. Volevamo parlare della guerra, ma non solo”.

 

Il tema della bellezza genera infelicità per Monica Bellucci?

Monica Bellucci: “Il personaggio dice che la bellezza gli ha reso solo dei problemi nella vita. La bellezza è una lama a doppio taglio perché produce curiosità e violenza; io la vedo più come un regalo che una maledizione perché basta aspettare un pochino.. e passa” (risate in sala).

 

Surrealista è un aggettivo spesso usato per lei, è d’accordo? Qual è in questo film l’elemento surrealista?

 

Emir Kusturica: “Il surrealismo è un elemento importante, non credo che questo film sia realistico. Io lo uso sempre per minare la realtà perché nel nostro mondo la finzione ci leva sempre qualcosa in più della vita. Qui come al solito giochiamo con elementi non ovvi, giochiamo con elementi tratti dalla realtà”.

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Monica e Sloboda potete raccontarci la vostra esperienza sul set?

Sloboda Micalovic: “Sono veramente molto contenta di essere qui con Monica Bellucci e Emir Kusturica. Lui è un visionario, abbiamo cercato di seguire la sua visione in questo film. Sono stata in grado di vivere il mio ruolo e di giocarci. Sono così orgogliosa e fiera, abbiamo fatto un film meraviglioso”.

Monica Bellucci: “Lavorare con Emir è stata una sfida, molto bella e difficile. È un artista eclettico, è un attore scrittore autore e musicista. Anche un architetto ed ho imparato tantissimo da lui. Trovarci in questa terra piena di bellezza e sofferenza, mi ha fatto accostare a questo film dal punto di vista artistico ed umano”.

 

Emir Kusturica: “Tutti devono comprendere che il cinema odierno nella maggior parte dei casi non viene fatto nel tempo. Questo film ha avuto il favore dei produttori e che noi abbiamo trascorso 3 anni e mezzo in quel luogo. Non siamo persone che dicono ‘buona’ al primo ciak. Quando si commette un errore girando, poi sullo schermo l’errore apparirà otto volte più grande. Non facevamo un film da otto anni, è stato duro rigirare molte scene e trovare il colore migliore”.

Mi ha colpito molto il suo personaggio perché rappresenta una donna serba gioiosa e contenta, nonostante la guerra. Per interpretare questo personaggio a chi ha chiesto ispirazione?

Sloboda Micalovic: “Non so se la mia sia una donna tipica della Bosnia. È innamorata di Kosta e vuole raggiungere il suo obiettivo, ma lui ama un’altra donna e lei non può non essere gelosa. È stato molto interessante vedere come si è sviluppato il rapporto tra due donne innamorate dello stesso uomo”.

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Hai avuto attori e anche animali fantastici, ci potrebbe parlare di questo?

 

Emir Kusturica: “Gli animali hanno una funzione drammatica e questo porta al film un’istintività che noi condividiamo con loro. 35 anni fa sono venuto qui a Venezia lavorando con degli animali e ci sono questi motivi ricorrenti nella mia vita. L’orso ad esempio l’ho conosciuto quando era molto piccolo e ho giocato con lui come un bambino. Ogni volta lui avvertiva questo grande nervosismo, ma ero determinato ad aggiungerlo al film. Ho usato simbolicamente l’occhio del falco per rappresentare quello del regista. Questo film non avrebbe la stessa forza senza il falco. Ho unito tutti questi elementi per produrre emozioni.”.

Monica cosa hai pensato quando hai letto per la prima volta il copione di questo folle film e quanto ti sei divertita a girarlo? Preferisci i classici ruoli da femme fatale, oppure quelli più avventurosi?

Monica Bellucci: “Per me è stato un onore lavorare con Emir. Questo più che un film di guerra è un film emotivo. Lo ringrazio per avermi regalato il ruolo di questa donna così completa. Una donna dolce che però non ha scrupoli quando entra in azione. Questo è uno dei ruoli più maturi della mia carriera, racconta la sensualità e la sessualità al di là di ogni regola. Queste due persone, non più giovani, ricevono quando meno se lo aspettano qualcosa di magico. Che tipo di ruolo preferisco? Beh.. la mia è una femme fatale che munge le vacche!”.

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Ivan Zingariello