Venezia73. Recensione: Natalie Portman è “Jackie” (Kennedy) e prenota l’Oscar

E’ il giorno di Natalie Portman alla Mostra del Cinema di Venezia. Questa mattina la proiezione stampa e questa sera la presentazione ufficiale di Jackie, diretto dal regista cileno Pablo Larraín e interpretato dall’attrice premio Oscar nel ruolo della ex First Lady degli Stati Uniti.

Qualche tempo dopo l’omicidio di suo marito, Jackie Kennedy (Natalie Portman) accetta di essere intervistata da un giornalista (Billy Crudup) per ripercorrere i drammatici momenti della tragica mattinata di Dallas (e non solo). Attraverso il suo racconto rivivono stralci di vita quotidiana e pubblica della famiglia Kennedy, ma soprattutto le terribili ore successive all’attentato, con tutte le sofferenze e il grande coraggio della signora Bouvier.

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Pablo Larraín torna a Venezia sei anni dopo Post mortem con un film particolare, interamente centrato e focalizzato sulla sua protagonista, presente nel 99,99% delle inquadrature e quasi sempre ripresa in primo piano o in lunghi piani sequenza. Il resto, dalla visita della tv alla Casa Bianca fino all’omicidio di JFK, sembra quasi di contorno e funzionale unicamente a sottolineare lo spirito e la forza di volontà della first lady, che il regista di El Club cerca di raccontarci nel modo più intimo, standole appunto letteralmente incollato con la macchina da presa. Sono state rigirate intere storiche sequenze, come appunto quelle di A Tour of the White House (1962) che valsero alla vera Jacqueline, in veste di host, addirittura la vittoria di un Emmy Award, sapientemente miscelate con le immagini originali dell’epoca. Altro elemento fondamentale è la colonna sonora di Mica Levi, una quasi ininterrotta sequenza di musiche stranianti, che conferiscono ancor più alla pellicola un’aura di particolarità, forse non gradita al grande pubblico.

Il regista Pablo Larraín - Jackie
Il regista Pablo Larraín

Gli spettatori non apprezzeranno del tutto il film, ma sicuramente si rifaranno con la grandissima prova di Natalie Portman, che incarna perfettamente e visceralmente Jackie Kennedy, cogliendone tutte le sfumature possibili e rendendole giustizia come mai fatto in precedenza sul grande schermo. Per la Portman il secondo Oscar, dopo quello per Il cigno nero, è davvero a portata di mano. E non è un caso che tra i produttori di Jackie ci sia proprio Darren Aronofsky, che di Black swan era il regista. Accanto alla bella Natalie troviamo altri grandi nomi, ottimi attori offuscati però dalla sua performance e anche dall’impostazione data alla pellicola, che poco spazio lascia ai comprimari: c’è un silenzioso Peter Sarsgaard nel ruolo di Bob Kennedy, Greta Gerwig in quello della portavoce Nancy Tuckerman, Billy Crudup nei panni del giornalista intervistatore e John Hurt nel ruolo del prete confidente di Jackie. Una cosa apprezzabile della pellicola di Larraín è di essersi risparmiato (anche visivamente) i cruenti dettagli di JFK ferito a morte, privilegiando la cruda realtà piuttosto che la mitizzazione di un assassinio che, nell’immaginario collettivo e nei filmati di quel giorno (da quello di Zapruder in poi), non viene realmente considerato come particolarmente efferato (in fondo sono solo alcuni colpi di fucile, no?).

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Al momento Jackie, che dopo Venezia sbarcherà anche al Festival di Toronto, non ha ancora una data di distribuzione, ma negli Stati Uniti si vedrà certamente entro fine anno, così da partire in pole position nella corsa agli Oscar, dove sicuramente entrerà anche tra le pellicole nominate come “Miglior Film”.

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Ivan Zingariello