Addio a Lydia Biondi, da “Il bello delle donne” a Spike Lee. Ecco il ricordo degli amici attori

L’attrice Lydia Biondi si è spenta ieri a Roma all’età di 75 anni. Dopo un’operazione subita pochi mesi fa era finita in coma e, successivamente ad una parziale ripresa, ha purtroppo avuto una nuova ricaduta dalla quale non si è più ripresa. La camera ardente sarà allestita per tutta la giornata di sabato al Policlinico Gemelli. Nell’arco di 50 anni di carriera la Biondi aveva partecipato a film e fiction, oltre ad essere molto apprezzata anche in teatro e come insegnante di recitazione (e molto di più).

Lydia Biondi nel 2015

Lydia Biondi nel 2015



Livornese di nascita e molto legata alla sua città, negli ultimi 15 anni era diventata un volto familiare del piccolo schermo grazie all’interpretazione della cattivissima ed arrivista Ines Parodi, mamma/nemica di Loredana Cannata ne “Il bello delle donne“, la quale veniva da lei perennemente vessata a favore dell’altra figlia interpretata da Ginevra Colonna. Oltre alle tante fiction e film tv, tra cui “Roma” (2005-2007) e “Aldo Moro – Il presidente” in cui interpretava la moglie dello statista ucciso dalle BR, la Biondi ha partecipato anche a diverse importanti produzioni internazionali. E’ stata nonna di Heath Ledger nel “Casanova” (2005) diretto da Lasse Hallström ed ha partecipato a “Miracolo a Sant’Anna” (2008) di Spike Lee, in cui accoglieva in casa i soldati nemici che avevano salvato un bambino.

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La Biondi con il cast di “Letters to Juliet” (2010)

In “Letters to Juliet” (2010) con Amanda Seyfried era Donatella, una delle donne che rispondevano alle lettere lasciate dai turisti presso l’abitazione di Giulietta a Verona, e poi ancora in “Mangia prega ama” (2010) era Ruffina, madre di uno degli amici italiani di Julia Roberts, insieme alla quale preparava la cena per il Ringraziamento.

 

Con Julia Roberts e il cast di “Mangia prega ama” (2010)

Da ricordare anche il ruolo di Carolina, maestra del piccolo Nicolò, figlio di Checco Zalone nel film campione di incassi “Sole a catinelle” (2013). La sua ultima apparizione la vedremo nel film tv RAI “Piccoli segreti e grandi bugie” di Fabrizio Costa in cui interpreta la madre di Chiara Francini, giornalista che vive a Torino.

 

Con Checco Zalone in “Sole a catinelle” (2013)

Attivissima e apprezzatissima in teatro, dove all’attività attoriale ha affiancato anche quella di regista, organizzatrice e insegnante, è stata in scena fino a pochi mesi fa con “La vita non è un film di Doris Day” di Mino Bellei, irriverente commedia sulle confessioni natalizie di tre amiche. Accanto a lei sul palco, Paola Gassman e Mirella Mazzeranghi.

Intervista per lo spettacolo “La vita non è un film di Doris Day”



Abbiamo quindi interpellato alcuni suoi colleghi ed amici per chiederne un breve ricordo.

Il primo lo ha lasciato la brava attrice toscana Chiara Francini: «Lei è stata la mia mamma nell’ultimo film che ho girato. Mi viene male al cuore, era una donna speciale. L‘ho conosciuta su set di Spike Lee di “Miracolo a Sant’Anna” e l’adoravo. Era una donna elegante, vera e materna».

L’attrice Stefania Casini la ricorda così: «Lei è stata mia compagna di accademia, abbiamo fatto insieme la Filodrammatici di Milano. Era un’attrice secondo me molto brava, ma soprattutto era, come dire.. una bella persona, ecco.. semplicemente. E in questo ambiente è un po’ difficile trovarne. Negli anni più che frequentarci ci sono state delle occasioni in cui ci siamo incrociate, ad esempio con Maurizio Nichetti, anche se purtroppo non abbiamo mai lavorato insieme. Ci siamo un po’ perse per strada, ma la ricordo con grande affetto e solo addolorata per la sua scomparsa».

Un’altra grande attrice, Maria Rosaria Omaggio, aggiunge: «Voglio ricordare Lydia col sorriso, quello del suo talento, quello che la illuminava quando la conobbi nella palestra del Fontanone mentre montava gestualità da grande mimo, quello della gioia per l’ultimo successo -finalmente- con la commedia di Bellei. Aggiungo una proposta e un proposito: dovremmo dedicare, e in tanti, maggiore attenzione all’attività dei colleghi e… prima».

L’attore Urbano Barberini, attuale assessore alla cultura del comune di Tivoli, ricorda la loro collaborazione: «Insieme abbiamo fatto il Festival di Spoleto e lei in quel caso era assistente alla regia del doppio spettacolo “Author directing Author” di Neil LaBute and Marco Calvani. Lavoravamo tipo 10 ore al giorno e lei è stata di grandissimo aiuto e partecipazione, vista la difficoltà e la complessità del progetto. Ricordo una persona rigorosa, affettuosa, spiritosa, veramente una teatrante di valore. Sono stati pochi giorni, ma molto intensi, e le sono grato perché in quel momento così delicato e difficile lei è stata di grande sostegno. Da lì poi ci siamo trovati ed io sono andato a vedere i suoi spettacoli e lei i miei ed è nato un affetto e una stima reciproca. Inoltre, a parte il rigore e la partecipazione, era anche molto simpatica».

Lydia Biondi insegnante

La Biondi durante una sua lezione

Segue il pensiero dell’attore Adelmo Togliani, con cui la Biondi ha recitato sia sul grande che sul piccolo schermo: «Ci siamo conosciuti sul set di “Marcinelle” in Polonia e in seguito incrociati, ma solo per finzione, nel kolossal “Casanova” della Walt Disney. Il nostro lavoro è incredibile perché paradossalmente ci riconosciamo nelle varie fiction e film, ed è come se fossimo sempre in contatto. In realtà non è così, perché tutte le volte che un attore se ne va, ci lascia un vuoto dentro. Lydia era un persona molto a modo e perbene, come non ce ne sono più, e il vuoto che lascia è ancora più grande ora come ora in un momento in cui certe personalità non trovano più spazio nel mondo dello spettacolo».

L’attore e doppiatore Pino Ammendola ha anche un piccolo rimpianto: «Forse è un brivido dell’età, ma è un periodo in cui stanno scomparendo tanti colleghi di lavoro. Io poi ho cominciato molto presto, aggregandomi ad una generazione come quella di Lydia, che aveva circa dieci anni più di me. E quindi vedo andar via tanta gente con cui ho lavorato quando ero più giovane e questo mi disagia. Diciamo che va via una voce “scomoda”, perché lei era una persona che si è occupata dell’insegnamento, e comunque non è stata mai una “signora sì”, mantenendo quell’eredità dell’attore che deve essere sempre fastidioso, in qualche modo scomodo. Io la apprezzavo molto, soprattutto per questa sua capacità di essere pronta al distinguo. Era una persona molto giovane, e la giovinezza è proprio la capacità di non adeguarsi passivamente alle regole, ma essere disposti anche a cambiarle, e lei era un po’ così. Lydia mi ha sempre chiesto di scrivere qualcosa ad hoc per lei ed io purtroppo non ho avuto l’opportunità e il tempo.. perciò quando mi incontrava mi bacchettava sempre dicendomi “allora mi hai scritto questa commedia? Quando la fai!?!?”. Purtroppo non abbiamo avuto l’occasione, anche perché poi il nostro mestiere è così fragile, così certe volte superficiale.. ha la natura dell’acqua, cerchi di afferrarlo e invece ti scivola da tutte le parti. Come dicevano i vecchi, “la vita è breve e l’arte è lunga”, e quindi hai sempre questa sensazione di non riuscire a fare quello che avresti voluto fare. Lei era una spettatrice delle mie commedie e questo mi gratificava molto. Mi piace pensare a lei come un’attrice con gli occhi brillanti, sempre attenta e che non è disposta ad adeguarsi alle regole senza discuterle. Ha mantenuto quello spirito battagliero che aveva quando l’ho conosciuta moltissimi anni fa e fino all’ultima volta che l’ho vista ha sempre avuto questa punta di aggressività -in  senso buono-, con questa capacità di fare il nostro mestiere senza addormentarsi. E lei ce l’aveva tutta».

Lydia Biondi nel 2011

Lydia Biondi nel 2011

Concludiamo con il suo amico e importante regista Patrick Rossi Gastaldi: «La conoscevo da 40 anni, negli anni ’70 abbiamo anche convissuto nello stesso appartamento a Monteverde, eravamo molto giovani. Poi abbiamo fatto dei lavori insieme, con Cobelli e con Marco Gagliardo, e poi l’ho diretta nel 1993 nello spettacolo “L’Atelier” con Alessandra Panelli. Era una professionista strepitosa e sapeva spiegare cosa vuol dire lavorare con la maschera.. era bravissima in questo. Un’ottima compagna di lavoro, una donna carissima, una compagna di lavoro strepitosa. Era un’artista poliedrica, con tanti registi allestiva tutta la parte mimata danzata, una specie di coreografa, come con Cobelli in regie liriche, con lei che muoveva i cantanti e il coro. Cara.. cara Lidia.. mi ha addolorato molto la sua dipartita.. così improvvisa poi. Mi commuove proprio parlarne».

In precedenza l’assessore alla cultura del comune di Livorno Serafino Fasulo aveva dichiarato a Il Tirreno: «Un lutto che colpisce profondamente la nostra comunità. Esprimo a nome mio, dell’Amministrazione Comunale e di tutti gli attori livornesi che hanno avuto la fortuna di conoscerla il più vivo cordoglio alla sua famiglia in questo doloroso momento».

A seguire, una biografia dettagliata delle sue attività di spettacolo.

 

Ivan Zingariello

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Lydia Biondi, nasce a Livorno, dove studia fino alla maturità. E’ a Livorno che, a dieci anni, inizia a studiare danza classica. E’ sempre a Livorno che inizia a fare teatro con il “Centro artistico Il Grattacielo”. Prosegue gli studi della danza a Firenze presso la scuola di Daria Collins, mentre ottiene un secondo diploma di disegno e Storia dell’Arte alla scuola d’arte di Lucca. Si iscrive quindi alla Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studia scenografia e costume, ma interrompe al terzo anno per iniziare la carriera teatrale come danzatrice classica. Negli anni ’60 si trasferisce a Roma, dove frequenta con borsa di studio il Centro Sperimentale di Cinematografia. E’ in questo periodo che partecipa attivamente alle sperimentazioni e alle avanguardie teatrali romane, lavorando con Giancarlo Celli , Simone Carella, Giorgio Marini (Dioniso Teatro), Silvano Bussotti, Domenico Guaccero, Alvin Curran (Nuova Consonanza)…etc.  Studia e lavora per lungo tempo con il mimo svizzero Roy Bosier e nel 1979 fonda la prima Scuola di Mimo a Roma, la MTM mimoteatromovimento. Con l’MTM conduce classi e produce spettacoli in cui è impegnata come attrice. Nel frattempo lavora come attrice e mimo con numerosissimi registi in Teatro, Televisione e Cinema (G. Cobelli, F. Enriquez, M. Parodi, R. Guicciardini, M. Gagliardo, F. Maestranzi, G. Amelio, F. Fellini, Pietrangeli, Steno, Bava, Pasolini, Rossellini).

Fonda con Antonio Calenda, Jimmy Gazzolo e Piera Degli Esposti il primo teatro off romano: Il Teatro 101. Nel 1981 lascia l’Italia scritturata dalla celebre compagnia dei Mummenschanz e con loro compie una lunghissima tournée in tutto il mondo. Rientrata in Italia nel 1985, unisce la sua Associazione MTM con quella del suo Maestro Bosier e da vita al TEATRO STUDIO-MTM svolgendo una intensissima attività laboratoriale nel campo della Recitazione e delle Tecniche del movimento. Inizia anche una fitta collaborazione registica, come coreografa dei movimenti mimici, in Teatro di Prosa e nell’Opera Lirica.

Riprende intanto la sua attivita` di attrice in Cinema e Teatro. Come tale lavora in cinema, teatro e televisione, con Cobelli, Baldi, Nichetti, Landi, Pompucci, Salerno, Valeri, Leto, Marafante, Fiorenza, Diana, Reim, Rascel, Mongelli, Fallucchi, Marini, Lucifero, Gregoretti, Amelio, Cavallo, e recentemente con H. Freedman, G. Morassutti, C. Bellanti, Spike Lee (Miracolo a Sant’Anna), R. Murphy (Mangia, Prega, Ama) G. Winick (lettere a Giulietta) e numerosi altri registi statunitensi nella serie ROME prodotta dalla HBO…etc.

Affronta le sue prime regie a Spoleto Sperimentale (Treemonischa di Scott Joplin, 1986 ) a Toronto ( Il malato immaginario di Molière, 1990 ), a Copenhagen (I due gemelli Veneziani di C. Goldoni ,1992), in Calabria (Il cavalier Maramaldo, teatro per ragazzi 1992), e a Roma per l’Estate Romana (Giovanna la Pazza di A. Carabetta 1996, oltre a curare la regia di altre iniziative prodotte o co-prodotte dalla sua Ass. Cult. MTM, come Studio per un teatro clinico di di M.T.Berardelli, Cometa off, Argot off, Spoleto festival 2010, Malitalia di Aprati e Fierro nelle tre Università Romane 2012 ) Trincea di signore di Silvia Calamai, Teatro Millelire 2013, teatro Opera Prima 2014..

Collabora da anni come assistente alla regia e coreografia in lirica e in cinema accanto a registi come Gian Carlo Cobelli, Gianni Amelio, Ugo Gregoretti, Renzo Giacchieri, in teatri quali San Carlo di Napoli, Scala di Milano, Comunale di Modena, Carlo Felice di Genova, Maestranza di Siviglia, Opera House di Zurigo, Cervantes di Malaga, Spoleto Sperimentale di SpoletoPetruzzelli di Bari. E anche di Luca de Fusco- Festival di Napoli 2011 (L’Opera da tre soldi, con Massimo Ranieri), di Gianni Amelio nella messa in scena di “I Pagliacci” di Leoncavallo, “Il Tabarro” di Puccini teatro Carlo Felice di Genova, “Lucia di Lamermoor” di Donizetti, San Carlo di Napoli, “Elektra” di Strauss e Macbeth di Verdi al Teatro Petruzzelli di Bari) .

Ha condotto laboratori di Teatro e di Commedia dell’Arte negli Stati Uniti, In Colombia, in Canada, in Olanda, in Italia, in Francia, a Omsk ( Siberia ) , a Saratov, Ufa e Mosca (Unione Sovietica) Dal 2012 al 2014 ha partecipato come regista e insegnante al progetto Europeo LLP (con Grecia, Olanda,Belgio e Svezia). Per la stagione 2014/15 è impegnata con Paola Gassman e Mirella Mazzeranghi, nello spettacolo “La vita non è un film di Doris Day”, di Mino Bellei. Regia di Claudio Bellanti

Ha curato il casting di Così ridevano di Gianni Amelio (Leone d’Oro a Venezia 2008), Le chiavi di casa di Gianni Amelio, Anche libero va bene di Kim Rossi Stuart, Il temporale di Gianvittorio Baldi.

E’ stata per 11 anni Direttore Artistico della manifestazione Fontanoestate una rassegna di Teatro, Musica e Danza tra le più interessanti dell’Estate Romana (1996/2006).