Addio a Marina Malfatti, primadonna del teatro e attrice di B-Movies (tutti i VIDEO!)

Si è spenta ieri sera all’ospedale Sant’Andrea di Roma, dove era ricoverata, l’attrice Marina Malfatti, grande protagonista del teatro italiano e del cinema degli anni ’70. Era nata a Firenze nel 1933 ed era vedova dell’ambasciatore Umberto La Rocca, suo secondo marito, dal quale non aveva avuto figli.

Marina Malfatti 3



Dopo essersi sposata per la prima volta a 17 anni e mezzo, lavorava a Parigi come commessa in una boutique. Seguirono cinque mesi di scuola di recitazione, il Cours d’Art Dramatique di René Simon e il ritorno in Italia, con una borsa di studio al Centro Sperimentale di Cinematografia. Da lì, anche grazie al suo “scopritore” Arnoldo Foà, è iniziata una lunga carriera durata quasi 60 anni.

Marina Malfatti 2

In teatro fu una delle primedonne italiane, alternando ruoli brillanti a ruoli drammatici; ebbe un fortunato sodalizio con Luigi Squarzina negli anni ’90, portando in scena opere di Pirandello, Goldoni, Cocteau e Shaw, mentre nel 1986 il grande Alberto Moravia scrisse appositamente per lei “La cintura”.

Noi vogliamo però ricordarla per i tanti B-Movie a cui ha partecipato negli anni ’70 (in particolare thriller e horror), diventando un volto popolarissimo, anche grazie allo sceneggiato RAI “Malombra” del 1974, tratto dal cupo romanzo di Antonio Fogazzaro, in cui interpretava la nevrotica e ossessionata marchesina Marina di Malombra.

Malombra (1974)

Iniziamo con il primo film del dittico di Emilio P. Miraglia, “La notte che Evelyn uscì dalla tomba” del 1971. Qui la troviamo nei panni di Gladys, nuova moglie di sir Alan Cunningham (Antonio De Teffè / Anthony Steffen), ossessionato dallo spettro della precedente defunta moglie Evelyn.

La notte che Evelyn uscì dalla tomba (1971)

Il secondo film del dittico di Miraglia è “La dama rossa uccide sette volte” del 1972, in cui la Malfatti è Franziska Wildenbrück, cugina della povera Ketty (Barbara Bouchet) perseguitata dagli omicidi della leggendaria Dama Rossa.

La dama rossa uccide sette volte (1972)

Proseguiamo con il film di Umberto Lenzi “Sette orchidee macchiate di rosso” del 1972. Qui la Malfatti ha un ruolo minore, quello dell’eccentrica pittrice Kathy Adams, una delle vittime del feroce assassino di turno.

Sette orchidee macchiate di rosso (1972)

In “Tutti i colori del buio” del 1972, diretto da Sergio Martino, interpreta invece Mary Weil, vicina satanista della disturbata Jane Harrison (Edwige Fenech) che, anziché aiutare la donna a guarire, la introdurrà nel mondo delle messe nere.

Tutti i colori del buio (1972)

Segue il film di Riccardo Ghione “Il prato macchiato di rosso” del 1973. Un film misconosciuto e psichedelico che vede tra gli interpreti persino Lucio Dalla (!) in cui la Malfatti è Nina Genovese, una donna altolocata che ospita nella sua villa barboni e hippies per poi accopparli e usarne il sangue a fini etnologici…

Il prato macchiato di rosso (1973)

Concludiamo questa breve carrellata viddeo con “Un fiocco nero per Deborah” del 1974, diretto da Marcello Andrei. Qui la troviamo nei panni della protagonista Deborah Lagrange, una donna depressa in quanto sterile, che un giorno scopre di essere incinta. Ma una presenza inquietante inizia a seguirla..

Un fiocco nero per Deborah (1974)

Marina Malfatti era una donna molto riservata, tanto che in un’intervista dichiarò: «È vero, ho tenuto tantissimo a separare la mia vita privata da quella pubblica, sempre. Ho privilegiato comunque la prima. La mia vita privata è come un’isola. A volte sento la necessità di staccare e non amo frequentare tanto l’ambiente dello spettacolo. Pensi, le mie amiche spesso fanno tutt’altro».

 
 

Ivan Zingariello

 
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