Addio a Mimmo Palmara, villain del cinema italiano e storico direttore di doppiaggio

Sono passati solo pochi giorni dalla scomparsa di Marina Malfatti (leggi l’articolo) e il cinema italiano di genere perde un altro dei suoi protagonisti. Si è spento ieri alla soglia degli 88 anni Mimmo Palmara, storico “cattivo” dei film mitologici, ma anche grande protagonista di spaghetti western con lo pseudonimo Dick Palmer.

Mimmo Palmara Stracult 2

Mimmo Palmara nel 2013



Domenico Palmara detto Mimmo, nato a Cagliari nel 1928 e pugile sin da ragazzino, frequenta l’Accademia d’Arte Drammatica ma, sposatosi subito dopo, decide di abbandonare la carriera attoriale. Si dedica così al rugby professionistico con ottimi risultati sportivi fino a quando, accompagnando l’amico Carlo Giuffrè ad un provino nel 1952, viene notato da Guido Brignone (uno dei più celebri registi dell’epoca) e dopo lungo corteggiamento accetta di partecipare al suo film “Inganno“.

Mimmo Palmara 1

Palmara in “Gli invincibili tre” (1964)

Grazie anche al suo imponente fisico divenne richiestissimo in pellicole di genere mitologico, storico e avventuroso, in cui veniva spesso chiamato per interpretare il ruolo del cattivo. Lo ricordiamo infatti già nel primo film del filone peplum, “Le fatiche di Ercole” di Pietro Francisci (1958), nei panni dell’arrogante Ifito che, sfidando Ercole (Steve Reeves), finirà sbranato da un feroce leone. Palmara partecipa anche al successivo “Ercole e la regina di Lidia” (1959) sempre diretto da Francisci, a “Nel segno di Roma” (1959) ancora di Brignone, e “battezza” gli esordi alla regia di Sergio Leone, prima in “Gli ultimi giorni di Pompei” (firmato nel ’59 da Mario Bonnard ma realizzato da Leone) e poi ne “Il colosso di Rodi” (1961), dove interpreta Ares che, insieme al fratello Peliocle, guida la rivolta contro il feroce tiranno Serse di Rodi.

Mimmo Palmara - Il colosso di Rodi

“Il colosso di Rodi” (1961)

Da lì seguiranno tante altre pellicole simili, da “La guerra di Troia” (1961) di Giorgio Ferroni a “Maciste, l’eroe più grande del mondo” (1963) di Michele Lupo, da “I dieci gladiatori” (1963) di Gianfranco Parolini (che dovrebbe essere il primo film in cui assunse lo pseudonimo di Dick Palmer) a “Ercole contro Roma” (1964) di Piero Pierotti, da “I due gladiatori” (1964) di Mario Caiano, in cui veste i panni del crudele imperatore Commodo, fino a “Gli invincibili tre” (1964) ancora di Parolini, in cui si spaccia per Ursus tiranneggiando la città di Atra fino a quando il vero Ursus non interverrà.

Mimmo Palmara - I due gladiatori

“I due gladiatori” (1964)

Diversi anche i film avventurosi interpretati da Mimmo Palmara, da “Golia e il cavaliere mascherato” (1963) di Piero Pierotti a “Sandok, il Maciste della giungla” (1964) di Umberto Lenzi, nel ruolo dell’omonimo eroe indiano che aiuta gli inglesi a combattere la setta dei Sikkim. Sempre in India e sempre con Lenzi al timone gira anche il dittico di film tratti dai romanzi di Salgari, con Steve Reeves nei panni di Sandokan: in “Sandokan, la tigre di Mompracem” (1963), è il giovane servitore di Tremal-Naik, Kammamuri; ne “I pirati della Malesia” (1964) viene “promosso” proprio nel ruolo dell’eroico indo-bengalese Tremal-Naik, che si unirà a Sandokan e Yanez contro il rajah James Brooke. Curiosamente Palmara recita una piccola parte anche in un terzo film salgariano, “Le tigri di Mompracem” (1970) di Mario Sequi, in cui il ruolo di Tremal-Naik è affidato all’attore venezuelano José Torres. Ne “Il figlio di Aquila Nera” (1968) di Guido Malatesta è invece il protagonista Alessio Andrejevic, eroe cosacco che lotta contro il feroce governatore del Caucaso Volkonsky per l’indipendenza del suo popolo.

Mimmo Palmara - Sandok, il Maciste della giungla

Al centro in “Sandok, il Maciste della giungla” (1964)

Tramontato il periodo del peplum, Palmara diventa uno dei protagonisti degli spaghetti western nostrani, girandone almeno una quindicina. Il primo è “Le pistole non discutono” (1964) di Mario Caiano, in cui interpreta il bandito Santero, seguito poi da altre pellicole che lo vedono alternarsi nei panni del pistolero buono, dello sceriffo, del bandito e persino dell’indiano. Tra questi citiamo “Per mille dollari al giorno” (1966) di Silvio Amadio, “…e venne il tempo di uccidere” (1968) di Enzo Dell’Aquila, “La vendetta è il mio perdono” (1968) e “…e lo chiamarono Spirito Santo” (1971) entrambi di Roberto Mauri, “La spina dorsale del diavolo” (1971) di Burt Kennedy, e “Vivo per la tua morte” (1968) di Camillo Bazzoni, ultimo film in carriera del protagonista Steve Reeves, con il quale Palmara alla fine condivide ben sette film.

Mimmo Palmara - E venne il tempo di uccidere

“…e venne il tempo di uccidere” (1968)

Mimmo Palmara partecipa anche a film di altri generi, dallo spy movie “Sinfonia per due spie” (1965) di Michael Pfleghar al fumettone “Come rubare la corona d’Inghilterra” (1967) di Sergio Grieco, in cui è Kurt, capo dei cattivi comandati dalla regina Jenabell, contrastato nientemeno che da Argoman (!); dal drammatico d’autore “Lo straniero” (1967) di Luchino Visconti (nei cui film aveva già fatto un paio di comparsate, partecipando nel 1952 a “Senso” e nel 1957 a “Le notti bianche“) all’erotico avventuroso “Isabella, duchessa dei diavoli” (1969) di Bruno Corbucci, nei panni dell’ennesimo cattivo, il sadico barone Eric von Nutter.

Mimmo Palmara - Isabella, duchessa dei diavoli

“Isabella, duchessa dei diavoli” (1969)

E poi ancora dal war movie “Rangers: attacco ora X” (1970) di Roberto Bianchi Montero ai poliziotteschi “Roma violenta” (1975) di Marino Girolami e “Un poliziotto scomodo” (1978) di Stelvio Massi; dall’erotico “Quell’età maliziosa” (1976) di Silvio Amadio, in cui è un pescatore che tenta di violentare Gloria Guida venendo poi da lei ucciso, al film di mafia “Sicilian Connection” (1987) di Tonino Valerii fino al thriller “28° minuto” (1991) di Paolo Frajoli. L’ultimo film a cui ha partecipato è “Un inverno freddo freddo” di Roberto Cimpanelli del 1996.

Mimmo Palmara - Quell'età maliziosa

“Quell’età maliziosa” (1976)

Ben quattro le partecipazioni di Palmara nelle storiche parodie di Franco & Ciccio. La prima è quella sul pistolero Ringo, dove lo troviamo nei panni dello sceriffo in “I due figli di Ringo” (1966), ultimo film diretto da Giorgio Simonelli ed uscito postumo. E’ poi il turno di quella del cult di Leone “Il buono, il brutto, il cattivo“, trasformato in “Il bello, il brutto, il cretino” (1967), diretto da Giovanni Grimaldi con Palmara nel ruolo del Bello, pronto a contendere un carico d’oro a Franchi e Ingrassia. Nel 1969 arriva quindi la parodia del krameriano “Indovina chi viene a cena?“, ripreso però solo nel titolo “Indovina chi viene a merenda?” con la regia di Marcello Ciorciolini e Palmara che interpreta il capitano Tiger, a cui Franco e Ciccio faranno naufragare il piano di fuga da un campo di concentramento tedesco. L’ultima parodia è quella sui pirati stevensoniani, con “Franco, Ciccio e il pirata Barbanera“, diretto sempre 1969 da Mario Amendola e con Palmara nel ruolo del pirata “buono” Flint.

Mimmo Palmara - Indovina chi viene a merenda

Con Lino Banfi, Ciccio e Franco in “Indovina chi viene a merenda?” (1969)

In televisione partecipa a due importanti miniserie, prima nei panni di Achille nell’ “Odissea” del 1968, diretto da Franco Rossi e Mario Bava, e poi in quelli del vicino uxoricida nell’episodio “Il vicino di casa“, diretto da Luigi Cozzi, per la serie ideata da Dario Argento “La porta sul buio” del 1973. Nel frattempo Palmara inizia una nuova carriera, quella di doppiatore, fondando nel 1967 la sua compagnia SINC Cinematografica, diventandone presidente, attore e direttore di doppiaggio, e lavorando a centinaia di edizioni italiane. Presta così la voce a tanti personaggi di cartoni animati giapponesi, dal comandante Ramba Ral di “Gundam” a Ganga di “Astroganga“, da Sandor de “La famiglia Mezil” a Sekovitch de “I predatori del tempo” (di cui è anche la voce narrante), oltre che all’attore Takashi Shimura nella riedizione di alcuni film di Kurosawa, tra cui “I sette samurai“, e a Johnny Weissmuller nella serie di film su Tarzan. Come direttore di doppiaggio si occupa di film d’autore come “Il ragazzo selvaggio” e “La camera verde” di Truffaut, “La cerimonia” di Oshima e “Lo specchio” di Tarkovsky. La SINC Cinematografica sarà poi messa in liquidazione nel 2000.

Mimmo Palmara - Il vicino di casa

“La porta sul buio – Il vicino di casa” (1973)

Negli ultimi anni è stato più volte ospite della trasmissione tv “Stracult” di Marco Giusti, in cui ha raccontato molti aneddoti dei set di quel tempo, tra cui uno relativo alle riprese de “I due gladiatori” di Mario Caiano: nella scena doveva dare a Moira Orfei uno schiaffone, ma la regina del circo non riusciva a fingerne bene l’incasso, così il regista Mario Caiano chiese a Palmara di dargliene uno reale, ed il risultato fu una Moira colpita e in lacrime che minacciava di non lavorare più con lui.

Mimmo Palmara Stracult

Mimmo Palmara, ospite a “Stracult” nel 2013

 
 

Ivan Zingariello