Dopo l’esordio registico con il film horror In a lonely place del 2017, Davide Montecchi torna a trattare il genere dirigendo Al progredire della notte.
Claudia è una giovane attrice che, interpretata da Lilly Englert, decide di iscriversi ad un corso di sopravvivenza per affrontare e risolvere le sue insicurezze più intime.

Per passare la notte che precede l’inizio del corso affitta il piano superiore di una grande casa isolata ai margini della boscaglia. Arrivata alla stazione con il buio pesto, Claudia, spronata telefonicamente dal suo amico Ludovico, decide di recarsi a piedi fino a destinazione, in modo da iniziare a mettere alla prova le proprie angosce e paure. La proprietaria della magione è Letizia, incarnata da Lucia Vasini, una donna con fare gentile ma al contempo inquietante. La signora, introduce la sua ospite alla “metafonia”, una tecnica oscura che consente di comunicare con gli spiriti dei defunti. L’inizio sembra quasi giocoso, ma ben presto tutto si trasforma in un incubo, e Claudia scopre i terribili segreti celati nella casa, mentre deve anche difendersi dal diventare una vittima sacrificale.

Al progredire della notte è un film giocato interamente sull’atmosfera lugubre che avvolge la casa di Letizia. Le tenebre dominano la sinistra dimora in un gioco di luci, ma soprattutto di ombre, che risulta efficace, con suggestioni che rievocano il gotico e l’horror d’antan. L’orrore che viene mostrato è celato nella penombra e alimenta un senso d’inquietudine crescente. La gestione della tensione, nonostante qualche lungaggine di troppo, riesce a coinvolgere lo spettatore anche grazie ad una trama interessante che sfocia nell’occulto. Risultano angoscianti gli echi delle voci dei morti. Il lungometraggio risente dell’ispirazione di fiabe e leggende urbane e popolari dell’Emilia-Romagna e dei romanzi di Eraldo Baldini, come dichiarato dal regista.

Davide Montecchi, vira anche in modo peculiare su una personale rilettura del “gotico padano”, facendo in particolare riferimento all’affascinante serie televisiva Voci notturne, scritta dal maestro Pupi Avati. Al di là di qualche dialogo eccessivamente prolisso e di incongruenze nelle telefonate che Claudia riceve dalla madre ad inizio film, Al progredire della notte risulta interessante. Da sottolineare la prova attoriale di Lucia Vasini, alla quale basta la mimica facciale per rendere il suo personaggio oscuro e molto inquietante, ben reso anche dalla cura dei primi piani. Convince anche Lilly Englert, che attraverso una parabola discendente nell’incubo ci restituisce un personaggio in cerca di cambiamento, crescita personale ed emancipazione dalla figura oppressiva della madre.
Lascia un commento