Alessandro Fiori: la recensione di Mi sono perso nel bosco

Alessandro Fiori 2

Mi sono perso nel bosco è il nuovo album da solista dell’eclettico cantautore toscano Alessandro Fiori per 42Records. Fiori è una delle personalità più creative del panorama indipendente italiano degli ultimi anni e il disco è un atteso ritorno, anticipato dai singoli Amami meglio e Una sera, a distanza di sei anni dal precedente lavoro Plancton.

Mi sono perso nel bosco racchiude e condensa certamente quella che è la poetica unica e disallineata del cantautore e al tempo stesso segna una sorta di punto zero del suo percorso solista: non tanto la chiusura di un cerchio, quanto la ripartenza della spirale. Si tratta certamente di un disco che parla d’amore con la “a” maiuscola, esplorato in ogni sua forma e tempo, nonché in ogni sua sfumatura. Un mix tra Luigi Tenco e i Flaming Lips, ma con molte incursioni e spunti più attuali soprattutto nell’arrangiamento inusuale che si esprime attraverso l’utilizzo di strumenti come il wurlitzer, l’harmonium, l’omnichord, la philicorda e il flauto shakuhachi.

Alessandro Fiori - Mi sono perso nel bosco 1

Il tutto è armonizzato e curato in maniera raffinata, con sonorità sospese e mai scontate, come del resto le melodie. Non a caso Mi sono perso nel bosco ha attirato molti nomi di spicco del settore: dai produttori Giovanni Ferrario (PJ Harvey, Hugo Race, Rokia Traoré, Scisma, ecc) e Alessandro “Asso” Stefana (Vinicio Capossela, PJ Harvey, Guano Padano, Mike Patton), tanti i musicisti che hanno voluto collaborare alla realizzazione dell’album, da Brunori Sas a Levante, da Colapesce a Massimo Martellotta, Dente, IOSONOUNCANE ed Enrico Gabrielli.

Per perdersi un un bosco è necessario avere il coraggio di entrarci, ma solo in pochi hanno poi la forza e il coraggio di uscirne. E Alessandro Fiori lo fa attraverso una musica che passa per la sofferenza, la maturazione e la crescita che solo una dantesca “selva oscura” sanno costruire dentro gli animi. Chi ascolterà il disco non potrà che ringraziare per il viaggio emozionale che ha potuto compiere.

 

Dario Bettati