Alex Castelli: in “Caduti Liberi”

Alex Castelli è un cantautore bergamasco che ha esordito agli inizi del 2020 con il suo primo album da solista dopo alcuni singoli che sono stati inclusi in “Caduti liberi”, pubblicato per ACR Music.
Un album tra pop e rock in cui sono si insinuano i sentimenti umani come la rivalsa in “Gabriele” o la voglia di rialzarsi come in “Il dio che è in me” che già dall’intro di chitarra iniziale, che parte inquieto per poi risalire verso una positività dalle dolci note.

È un album molto particolare che nella sua personale libertà cantautorale, classica e poliedrica, emerge in scena per portarci verso una particolare voglia di musica leggera ma che abbia sostanza nei messaggi come nella sua forza narrativa. Un dei singoli usciti in anteprima è stato “Stanno uccidendo la musica”, una vera e propria denuncia anche e soprattutto nei panni di ascoltatore prima ancora che di artista, denuncia in cui l’inquietudine della ricerca di frequenze che trasmettono musica si trasforma in energia che esplode in un rock cantato quasi con un po’ di disperazione in un racconto che ha forma di canzoni che scivolano via senza lasciar nulla… energia che poi alla fine esplode in “accusa di omicidio” dell’arte – vittima clinicamente morta – a causa anche di tutti quelli che hanno atteso troppo.
Tra radio e Tv, Alex racconta di una ricerca di qualcosa che catturi l’attenzione mettendo in discussione anche sé stesso per esplodere in un rock che chiude con un messaggio sintetico e diretto: “la musica ritornerà”. Un lavoro che, nella sua globalità, è portatore sano di positività in cui il cantautore bergamasco ci mette di fronte alla realtà dei fatti e ci accompagna, come un motivatore, alla ricerca della soluzione e di punti di riferimento in noi stessi.
Quei “Caduti Liberi” di Alex Castelli siamo noi o potremmo esserlo. Dipende dalla nostra voglia di non piegarci e dal quel sacro mistero quotidiano che dovrebbe essere l’esperienza, l’imparare dalle nostre storie… e nostre soltanto.