ALLA SCOPERTA DEL CINEMA DI NICCHIA….: “LA PAZZA GUERRA DELLA COMETA”

LA PAZZA GUERRA DELLA COMETA (NA KOMETE)

Dunque, facciamo una premessa.
Se state leggendo questa recensione vuol dire che è stata pubblicata e non mi hanno cacciato.
Quando mi hanno preso a scrivere su “mondospettacolo” sapevano che sono un anticonformista, ma io vado sempre oltre le peggiori aspettative e supero me stesso.
Altrimenti non si spiega la mia scelta di recensire questo film decisamente folle.


Che peraltro ha origini illustri: è infatti tratto dal romanzo “Hector Servadac” di Jules Verne…
Senonché la storia è quanto mai curiosa: nell’anno 1888 una cometa sfiora la terra e con la sua forza di gravità si porta via nientemeno che… un pezzo di Algeria, comprendendo un villaggio locale, un forte della legione francese e una tribù di beduini in guerra con i francesi. Lì per lì i protagonisti della vicenda non si accorgono di nulla e continuano a fare quello che facevano prima, ma poi iniziano ad accorgersi che ci sono mosche grosse come polli e dinosauri che passeggiano per il deserto…
Al centro della vicenda il giovane tenente Hector Servadac della legione francese, innamorato (ricambiato) della bella Angelica con la quale condivide questa sconcertante avventura…


Prima di chiamare la polizia o l’ambulanza leggete il resto: il film è diretto dal geniale regista cecoslovacco Karel Zeman, ed è semplicemente una overdose di “sense of wonder”. Infatti Zeman, consapevole di disporre di mezzi limitati, non tenta neppure di far sembrare “veri” i suoi effetti speciali (a differenza del suo collega americano Ray Harryhausen, peraltro un mito del cinema fantastico), ma viceversa cavalca la finzione usando effetti e scenografie che sembrano illustrazioni d’epoca animate.

Zeman aveva portato alle estreme conseguenze questa filosofia visiva nel suo capolavoro, “La diabolica invenzione” (altro romanzo di Verne) del 1958. Questo film (del 1970) forse non è visivamente allo stesso livello, però compensa con la palese assurdità e fantasia della situazione presentata.

Perché al di là del soggetto surreale di per sé vi sono anche diverse trovate umoristiche e sottilmente satiriche, che raggiungono il loro apice nel colonnello francese, superiore di Servadac e comandante del fortino, che applica rigidamente il regolamento militare e gli ordini ricevuti in precedenza nonostante l’evidente anomalia della situazione…


Con mia sorpresa, il film è recentemente uscito in DVD, in un cofanetto che contiene altri due film di Zeman (“La diabolica invenzione” è invece uscito per conto suo un paio di anni fa).


Insomma, se volete vedere qualcosa di diverso dal solito e vi piace anche un certo cinema “di nicchia” ve lo consiglio vivamente…

Giuseppe Massari