Entrare al cinema con l’incombenza di vedere e poi dover “giudicare” un film come …altrimenti ci arrabbiamo! (che solo dal rilascio del trailer ha già diviso e fatto discutere, fans e non) è sicuramente arduo.
Inevitabilmente viene da chiedersi cosa abbia spinto Antonio Usbergo e Niccolò Celaia (coppia in arte YouNuts!) a tirar su la macchina produttiva col rischio di ricevere critiche preventive. La risposta potrebbe essere che, tutto sommato, il prodotto finale ha un suo motivo di esistere. Il film viaggia concettualmente come remake dell’omonimo film diretto da Marcello Fondato nel 1974, anche se, ai fatti, si tratta di un sequel vero e proprio che ingrana la prima lì dove grossomodo si arrestava l’originale.
Carezza (Edoardo Pesce) e Sorriso (Alessandro Roia) sono i figli degli storici personaggi interpretati rispettivamente da Bud Spencer e Terence Hill. E sono proprio questi figli che, ingenuamente, si fanno portare via sotto il naso la Dune Buggy dei genitori. Passano gli anni, i bambini crescono e nulla sembra essere cambiato. Appena spunta fuori l’annuncio di una Dune Buggy (la loro) messa in palio come premio per una gara, il duo si rimette in gioco, disposto a tutto pur di rimpossessarsi del veicolo: rally clandestini, gare culinarie e, ovviamente, scazzottate con gli scagnozzi di turno, capeggiati dal ricco boss Torsillo (Christian De Sica). Non possiamo certo dire che il lavoro spicchi in originalità. Un usato sicuro, potremmo azzardare, ai limiti del riciclaggio, rimesso in scena con un cast che andrebbe valutato su più fronti. Pesce e Roia, da bravi attori quali si dimostrano, fanno il loro mantenendo dei canoni ben chiari, senza esagerare o affondare nell’imitazione (anche se l’aspetto fisico di Pesce potrebbe ingannare). L’antagonista riprende e aggiorna i caratteri dei tipici cattivi di questo genere di film, oltre che dei telefilm americani in stile Hazzard, al punto che il “Christian De Sica fa il cattivo” che tanto circola nel web diventa una frase abbastanza sbrigativa che lascia il tempo che trova.
Si tratta di un antagonista ambiguo anche dal punto di vista della scrittura, in quanto è lui a portare avanti il lato comico del lungometraggio. Col limite forse che De Sica si accontenti di fare la macchietta di se stesso, tramite lo slang classico che lo contraddistingue. La coppia protagonista è sì brava a riprendere le caratteristiche dei riferimenti originali (Pesce soprattutto), un po’ meno la rispettiva ironia. Ma non è una colpa. Certe icone cinematografiche hanno guadagnato l’immortalità proprio per certe qualità specifiche che riuscivano ad andare oltre il discorso di professionismo. Ne risulta del tutto senza senso un paragone di bravura, resa etc. I personaggi di contorno fanno il loro, in particolare le vittime delle percosse dei “nuovi” Ben e Kid (Bud e Terence). Non spicca, invece, la quota rosa di …altrimenti ci arrabbiamo!, la Miriam interpretata da Alessandra Mastronardi, un po’ incastrata alla ricerca del giusto carattere. Lo stesso vale, di più anzi, per Francesco Bruni che nel film diventa Raniero, il figlio del boss. Vogliamo pensare che il suo essere completamente fuori tempo e fuori ruolo sia una espressa scelta registica… Il sapore dell’omaggio è il vero filo rosso del lavoro degli YouNuts.
Le citazioni sono ovunque e piaceranno: salsicce e pinte di birra, abiti, canzoni e cori, gesti e posizioni dei protagonisti (che sia un cazzotto in testa o un semplice sedersi sulla sabbia a gambe incrociate). È un peccato che sia “solo” questo, vista la mancanza di vere idee innovative di trama che avrebbero fatto ingranare maggiormente il tutto. Tuttavia non si può negare che il film viaggi da solo anche con le proprie gambe. La nota di merito maggiore va data al lato prettamente tecnico. Il film è veramente ben prodotto. Riprese e montaggio sono aderenti alle scene, soprattutto in quelle frenetiche di corse o di scazzottate. La fotografia chiara e calda fa sì che si accosti ad un prodotto addirittura internazionale. Inoltre, l’idea di rappresentarlo come una sorta di fumetto che prende vita (con voce narrante di Carlo Valli) lo rende un lavoro fresco e attuale. Sarà necessario, quindi, per il pubblico che si appresta a (ri)vedere …altrimenti ci arrabbiamo!, munirsi di spirito critico e sana oggettività, provando (con difficoltà, è chiaro) ad estraniarsi dal ruolo di appassionato incallito e godersi il film per l’omaggio che è. Altrimenti che farete? Altrimenti… vi arrabbierete! Fin troppo facilmente, aggiungiamo, e forse senza il giusto motivo. Certo è che il finale aperto ad eventuali continui fa storcere la bocca: se di omaggio si tratta, ne basta uno. Grazie.
Alessandro Bonanni
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