Amate sponde: un viaggio senza parole per l’Italia

Amate sponde, il nuovo film di Egidio Eronico, è un racconto visionario e straordinario dell’Italia e del suo paesaggio fisico e umano.

Amate sponde è una ricognizione sul corpo globale del Paese, posando lo sguardo sui suoi lineamenti fondamentali, da quello geo-fisico e ambientale a quello economico e produttivo, da quello socio-demografico e abitativo a quello antropologico e culturale. Il racconto di un territorio che si fa atlante domestico di meraviglie e luoghi sì conosciuti, ma spesso smarriti.

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Un’Italia segnata da forti disuguaglianze e ciò nonostante in continua trasformazione nella difficile corsa verso uno sviluppo sostenibile, problematicamente sospesa tra il vecchio e il nuovo e alla sempre più ardua ricerca di un equilibrio per salvaguardare il proprio èthos. Un Paese, nonostante tutto, in continua trasformazione e da sempre diviso dalle contraddizioni, tra spinte innovative e antichi conservatorismi.

Un film come Amate sponde parla a tutti noi, sia come spettatori che in qualità di cittadini. La scelta del regista, che fa eco al recente Terrence Malick di Voyage of time – Il cammino della vita nel non utilizzare parole, lascia tutto lo spazio necessario per far emergere la complessità del soggetto raccontato senza far trapelare la propria visione (e quindi giudizio) personale.

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Una rappresentazione che potremmo definire asettica, certamente, ma, allo stesso tempo, capace di penetrare le nostre barriere emotive attraverso una profonda stimolazione sensoriale.

Tanti tasselli che formano un mosaico chiamato Italia, a cui non servono troppi discorsi per essere svelata. Basta osservarla e ascoltarla; le onde dei suoi mari e i fumi delle sue fabbriche. Una puzzle che, sebbene il film voglia rimandare alla definitiva immagine di copertina sulla scatola, riesce a frammentarsi pezzo dopo pezzo.

Amate sponde è quindi un film per chi non conosce appieno il nostro paese, ma, soprattutto, per chi pensa di conoscerlo.

 

 

Dario Bettati