“Anche solo Klop”- Intervista a Marco Melluso e Andrea Meli  – di Corinna Ivaldi

Mi innamorai di Klop. Successe quando un mio amico mi prestò il suo libro e mi invitò a leggerlo.

Mi ritrovai a passeggiare con Nessuno, un cane a tre zampe, e poi mi vidi in una cucina cosparsa di candele e per la prima volta vidi piangere Klop. Viaggiai con questi personaggi su un camper viola, attraversando la Provenza con i suoi profumi intensi e i suoi colori accesi, trovandomi in una avventura One the road( diversamente dal viaggio di kerouac). Fresca, divertente, giovane e commovente. Tra bolle di sapone scultoree, fenicotteri rosa, “pin qui ni”. Dentro una stanza piena di galline( sento ancora l’odore di pollaio) e processioni gitane, flash mob e piume colorate. Arrivai alla fine del libro “affondando i piedi nella sabbia” e con quella sensazione di fresco pensai che dovevo conoscere assolutamente chi aveva scritto “Anche solo Klop”. Uscita dal libro mi sono ritrovata con gli autori Marco Melluso, Andrea Meli ( e Diego Schiavo che ha dato tutto a questo libro). Conoscendoli e parlando con loro ho capito subito che solo loro potevano aver dato vita alla storia,  effervescenti, allegri, ottimisti e innamorati della vita. Oggi sono qua ad intervistarli e a dare un volto ad ognuno di loro.

Entrando in una libreria dove corre il vostro sguardo? Oppure la libreria è un spazio dove tutto può succedere?

A:) In libreria mi comporto esattamente come al supermercato o in un negozio di vestiti: non ho con me nessuna lista, non so cosa manca né di cosa ho bisogno; mi piace scoprirlo al momento, correndo anche il rischio di uscire a mani vuote. Tranne al supermercato. Da lì esco sempre zeppo!

D:) In libreria mi muovo in modo schizofrenico. Sono attratto dalla saggistica, dai libri sulle civiltà antiche, dai libri d’arte e da quelli illustrati per bambini. Poi, ma solo poi mi dirigo sui classici. Guardo con malcelato disappunto la vastità dei libri che non avrò tempo o modo di leggere, fino ad arrivare al bancone del libraio, ai cui sapienti consigli mi affido, per scovare qualche nuovo autore da conoscere.

M:) Di solito so sempre prima cosa penso di acquistare in libreria. È raro che ci vada a bighellonare. E quando lo faccio, sono più attratto dalle figure, dalle immagini che dalle parole, strano eh?

Fatevi una domanda e datevi una risposta…. come dice Marzullo

D:) La domanda è sempre la stessa: perché sono qui e perché ora. Perché in questi luoghi e non in altri. Perché in questo tempo. Le risposte sono due. La prima di carattere ontologico: proprio perché mi pongo questa domanda non potrei essere altro né altrove. La seconda è di carattere più esistenziale: per tessere relazioni. È nel costruire rapporti e nel confronto con l’Altro che sento di esistere.

Vorrei sapere qual è l’autrice femminile che voi adorate di più?

A:) Non sono un tipo da classifica. Il piatto preferito, la canzone preferita, il solo pensiero di dovere scegliere mi mette ansia! Sono fedele, ma per periodi circoscritti, e questo riguarda lettura, musica, cucina e non aggiungo altro se no poi pensate male!

D&M. Due: Marguerite Yourcenar per “Memorie di Adriano” e JK Rowling per la saga di Harry Potter, che adoriamo.

Cucinare e mangiare per voi cosa rappresenta?

A:) Se sono solo, lo vivo come un atto di mera sopravvivenza: non apparecchio, a volte mangio in piedi, metto insieme della roba giusto per assumere sostanze nutritive. Al contrario, in compagnia, posso azzardare nel dire che lo vivo come un momento di grande benessere: rappresenta lo scambio di qualcosa di vitale, che poi è una delle declinazioni dell’amore

M:) Mi piace cucinare e sperimentare sempre piatti nuovi o piccoli variazioni a ricette consolidate. Il momento del pasto è, dunque, un momento creativo ma anche un’occasione comunicativa, in cui intavolare (insieme ai cibi) discussioni sulle cose quotidiane o sui massimi sistemi.

D:) Se sono solo significa unicamente sussistenza. Apro il frigo e mangio qualcosa distrattamente mentre faccio altro. Ma in compagnia do il meglio di me. Sia come cuoco che come commensale. E come oratore… A tavola sono un fiume in piena!

Ora torniamo al vostro libro, ogni libro ha sempre qualcosa di noi; vorrei sapere se Klop è mai entrato o ha fatto parte della vostra vita?

A:) Klop è entrato nella nostra vita dal momento in cui abbiamo iniziato a dargli una forma; in un certo senso, da un certo punto in poi, è stato lui a dirci come voleva essere e noi lo abbiamo lasciato fare. Adesso lo vediamo – e lo cerchiamo – ovunque, anche tra di noi: a turno uno dei tre diventa Klop per gli altri due.

D:) Klop è la quint’essenza di ciò che siamo e non sappiamo nemmeno noi di essere… È successo un fatto molto buffo quando i nostri amici hanno letto il libro: a seconda se erano amici miei, di Marco o di Andrea hanno giurato e spergiurato di averci riconosciuto TOTALMENTE nel libro, chiedendosi quale fosse l’apporto degli altri due se il libro era così evidentemente scritto da uno soltanto. La realtà è che il libro è realmente scritto a tre in ogni sua parte, in ogni frase e parola. Ma a quanto pare questa alchimia ha prodotto qualcosa di estremamente personale e collettivo al tempo stesso.

Questo viaggio che attraversa l’Italia e il sud della Francia per poi salire (non aggiungo altro così il lettore lo scoprirà da solo) è un viaggio che voi avete percorso e, se sì, amato?

M:) E’ un viaggio che abbiamo percorso in diversi momenti dell’esistenza ma non eravamo tutti e tre sempre presenti nelle varie tappe. Vi sveliamo un segreto: abbiamo in progetto a breve di noleggiare un camper (rigorosamente viola) e di farlo tutti e tre insieme questo viaggio, per rivivere emozionalmente coi nostri protagonisti i posti, i profumi, i cibi, le persone, le sensazioni di cui abbiamo scritto… Ah, naturalmente con noi sul camper ci saranno anche cani, pim-gui-ni, galline, pacchetti, pappagalli, cellulari e pure qualche fenicottero rosa!

La cosa principale è essere spontanei e naturali?

A:) La cosa principale è non tradirsi mai, né ovviamente tradire. A volte si confonde spontaneità con simpatia, si giudica “spontaneo” qualcuno che ci sa fare con le persone e che non conosce imbarazzo. Secondo me invece essere spontanei e naturali vuol dire appunto non forzarsi mai: se ti va di stare solo, di stare in silenzio, hai il diritto di farlo. Tranne quando ti intervistano… in quel caso diventa controproducente

Se il vostro libro fosse tradotto in un un’altra lingua, che sensazione provereste nel leggerlo?

A:) Se fosse tradotto in svedese ovviamente avrei la sensazione netta di non capire lo svedese. Forse con l’inglese me la cavo meglio. In ogni caso mi divertirei a sfogliare le pagine sapendo che c’è qualcosa di mio e che, paradossalmente, mi è diventato incomprensibile

M:) A me piacerebbe molto partecipare alla traduzione, affiancando chi la fa poi materialmente. Anche tradurre è un atto fortemente creativo e sono certo che mi divertirei un casino.

D:) Ci è capitato di affrontare la traduzione e la sottotitolazione di altri nostri lavori. È molto divertente, poiché alcune espressioni risultano assurde o intraducibili in altre lingue (giochiamo un sacco con le parole e inventiamo modi di dire assurdi!) Per cui diventa spesso necessario affiancare i traduttori, almeno per evitare loro di impazzire!!!

I personaggi del libro sono mutati o sono rimasti gli stessi durante la prima stesura oppure avevate altre idee sulle loro vite?

A&D&M. Non direi che sono mutati. Piuttosto si sono definiti. Più scrivi più entri in intimità con i tuoi personaggi e a un certo punto sai esattamente cosa sta pensando e perché. Quello è un limite invalicabile, oltre il quale non puoi mettere le mani. Sarebbe come privarli del libero arbitrio Ogni personaggio ha un modo specifico di parlare e di agire, usa o non usa determinate parole, ha delle idiosincrasie, ha un suo modo di strutturare pensieri e periodi. Conoscendoli meglio diventa naturale sapere che una determinata frase appartiene o non appartiene a quel personaggio. Quindi dopo la prima stesura il lavoro sulle voci è stato quasi “spontaneo”.

Mi sembra che il nome del narratore esca fuori solo ad un certo punto del libro, un certo punto Klop lo pronuncia, è vero o ho avuto una svista? Se non l’ho avuta perché se si può dire non è mai stato nominato? Anche il cane li chiamavano Nessuno.

A:) Credo riguardi il legame molto forte che lega Klop al protagonista: di fatto neanche i suoi genitori lo chiamano per nome. Non lo chiama per nome nessuno durante tutto il romanzo. Solo Klop lo fa. E ricordiamo che Klop non è di molte parole. Tirate voi le somme.

M:) Il protagonista/narratore ha dei problemi a vedersi riconosciuto un ruolo nella vita e nell’essere ascoltato. Quindi non viene nemmeno chiamato per nome. Volevamo rendere proprio l’impotenza e la frustrazione di una persona che ragiona molto con se stessa ma non riesce ad esprimersi perché gli altri non l’ascoltano. E poi è stato divertente creare aspettativa nel lettore!

Volete parlarmi della casa editrice? Visto che ne fate parte

D:) Malacopia è una casa editrice “appena nata” che esordisce con Klop. Ma con delle idee molto chiare. Il taglio dei libri che intende pubblicare è ironico, brillante, divertente, dissacrante. Il che non significa privi di contenuti, ma “leggeri”. La profondità non sempre si deve declinare con solenne gravità. Inoltre è fondamentale il rapporto con il web. Così come per Klop, che è nato in rete, seguito da un piccolo gruppo di “beta lettori” che lo ha visto nascere e ne ha condiviso e molto spesso influenzato le sorti, i romanzi di Malacopia devono nascere e crescere in rete, con un rapporto privilegiato coi lettori prima ancora di diventare “oggetti di carta”. Inoltre ogni romanzo prosegue la sua esistenza nel web, visto che per ogni pubblicazione sono previste piccole storie, capitoli aggiuntivi o spin off che si possono trovare soltanto on line.

12) Avete animali in casa? Se si il rapporto con loro?

A:) Ho un gatta nera, che un giorno mi denuncerà perché non riesce a farsi un sonnellino senza che io non vada lì a romperle le scatole per dirle quanto è bella e quanto la amo.

M&D: abbiamo 3 gattoni e un akita (non un cane, un akita, eh?!). Uno dei gattoni, Aristotele alias ciccionissimome, è una star di facebook! Potete capire quindi che li trattiamo con la deferenza, l’ammirazione e la devozione che meritano le vere star.

Ci sono nuovi progetti e se sì quali?

M:) avete tempo di leggere la risposta?! Libri (prequel, sequel e svariati spin off di Klop), film, libri game, pièce teatrali, fumetti… E chi ci ferma?!

Cosa fate nel tempo libero? Leggete un libro? Qual è il vostro rapporto con la lettura fuori dal contesto lavorativo?

A:) Mi vergogno un po’ a parlare del mio tempo libero, perché ne ho tanto e lo uso molto male. Per fortuna Marco e Diego mi ricordano cosa vuol dire lavorare, quindi quando sono con loro cerco di far fruttare un po’ le idee. Per il resto sì, leggo, suono e dopo pranzo dormo, se no è la fine.

M: ) Confesso che spesso applico le regole di Pennac per cui leggo, sì, molto ma anche molto poco, a volte solo i titoli, a volte solo qualche parola, più spesso i punti. Finali. Però se un libro mi piace lo leggo molte, moltissime volte.

D:) Tempo libero?

Avete mai pensato di fare un audio libro?

A:) Certo. È in cantiere insieme a tutti i progetti che vogliamo realizzare!

D:) Io sono un sound designer e collaboro, con Mirella Mastronardi, autrice, attrice e voce meravigliosa, al progetto “la voce nel libro” dove diamo voce a capitoli di libri, booktrailer e molto altro. Di Klop è in cantiere la versione audiobook ma sarà qualcosa di molto speciale!

Il luogo dove scrivete?

A:) Ho già parlato del mio rapporto col mio letto?

M:) Ho già parlato del mio rapporto con le note sullo smartphone?

D:) Io vivo tumulato nel mio studio. Se mi cercate, sono appeso alla tastiera.

È importante avere una buona memoria per scrivere?

A:) Molto importante. E per chi come me non ha memoria, è importante avere pazienza – ma io non ho neanche quella –. Insomma bisogna tenere a mente mille particolari e qualcosa ti sfugge sempre. Mi ricordo che in una delle ultime letture ad alta voce, ci siamo accorti di una discrepanza macroscopica tra la città in cui erano i personaggi e quella in cui noi pensavamo che fossero. È stato come arrivare in stazione il giorno dopo che il tuo treno è partito.

D:) Sì, e se non si ha memoria diventano importanti schemi, note, post it, foglietti, bigliettini, ascoltare il libro letto da un altro… insomma qualsiasi espediente!

M:) Io ho una memoria incredibile. Ergo, sono importante (ride)

Malacopia presenta:

“Anche solo klop”

di Andrea Meli e Marco Melluso

(malacopia, collana gattivolanti 2016)

Anche solo Klop è il romanzo divertente, emozionale, surreale, che narra di un viaggio rocambolesco di quattro ragazzi che intendono riportare a casa un omone che non parla e di cui non sanno nulla.

Un romanzo di formazione 2.0, dal momento che è nato grazie al dialogo tra gli autori e i lettori beta (www.facebook.com/anchesoloklop). Un libro di narrativa contemporanea che vuole, dunque, riportare la figura del lettore al centro dell’attenzione non solo della lettura ma dell’intero processo creativo che sta alla base di una storia.

Ad oggi, “anche solo Klop” è già un piccolo caso editoriale, dal momento che in soli sei mesi ha venduto senza una distribuzione ufficiale oltre 700 copie (in tiratura limitata di mille esemplari, tutte numerate e personalmente siglate dagli autori).

La storia

Anche solo Klop è una storia on the road dalla una trama avvincente e ricca di colpi di scena. Lo stile diretto e giovanile racconta di un viaggio surreale eppure dai tratti estremamente realistici. Un viaggio imposto e vissuto come necessità che si trasforma nel percorso di acquisizione di consapevolezza e di crescita personale e relazionale dei protagonisti.

Chi è Klop?

La figura misteriosa e affascinante di Klop – uomo senza età, che vive al di fuori del tempo- suscita tenerezza, protezione e amore non solo nei personaggi ma anche nel lettore, e da soggetto “passivo” rispetto agli eventi si scopre essere il vero motore della storia.

Klop incarna l’immagine dell’io bambino, che porta con sé spontaneità ed emotività. Un IO puro e senza sovrastrutture sociali e culturali, capace di essere presente e guidare le persone nel contatto coi propri bisogni primari e nella scoperta, accettazione ed espressione della propria emozionalità e delle proprie capacità.

«All’acquario (…) Klop ha leccato la maggior parte delle vasche. Ha pianto quattro volte – una di queste molto forte, tanto che un bambino gli ha anche detto «basta!». Ha avuto uno strano sfogo stereotipico, consistente nel fermare tutte le donne sotto i quaranta e scrutarle negli occhi come per cercare un moscerino. Credo di non avere mai chiesto tante volte scusa in vita mia in così poco tempo e nello stesso luogo fisico a tante persone diverse ma tutte donne. Una volta gli è anche scappata la cacca e ho dovuto convincerlo a non farla dentro il vascone delle razze – non tanto per le razze, ma per tutte le persone che erano lì ad accarezzarle.

Insomma ingestibile, fino al momento della immersione nel Pianeta acquario, tra gli ambienti umidi più affascinanti del mondo. Davanti ai pinguini Klop si è seduto, testone piazzato sui palmi, e non ha avuto intenzione di muoversi per almeno tre quarti d’ora. Ha sospirato un sacco e poi ha fatto qualcosa di incredibile. Si è alzato, mi si è avvicinato e l’ha detto.

Ha detto chiaramente, senza ombra di dubbio, sillaba per sillaba, scandendo senza paura, «pim – gui – ni». E soprattutto l’ha detto sorridendo. E stavolta sono stato io a mettermi a piangere. Anche dalle gengive.»

Gli autori:

Andrea Meli, classe 1980, laureato al DAMS indirizzo musica. Vive e lavora a Lucca. Suoi racconti sono apparsi in tre antologie della scuola di scrittura Barnabooth di Lucca, diretta da Sebastiano Mondadori. Fa parte del gruppo malacopia.it dal maggio 2014.

Marco Melluso, classe 1974, autore teatrale. Affascinato dalla Storia e dalle storie. Avvocato e docente universitario di diritto romano a Genova per molti anni. Scrive per il cinema, il teatro e il magazine online malacopia.it, che dirige. Ha lavorato, tra gli altri, con Lella Costa, Luciano Manzalini, Ivano Marescotti, “I Cattivi di cuore”, Syusy Blady.

malacopia: 

malacopia è un autore collettivo, che produce contenuti, li declina e li comunica in maniera crossmediale.