Ant-Man and the Wasp: questi piccoli grandi supereroi

Appena lasciatasi alle spalle la “guerra infinità” dell’ultimo capitolo dedicato agli Avengers, la nota casa di produzione Marvel Studios torna alla carica col sequel di uno dei suoi lungometraggi di successo, ovvero quello dedicato esclusivamente all’uomo minuscolo Ant-Man, protagonista di una pellicola solista nel 2015 e, poi, nel 2016, special guest del kolossal Captain America: Civil War.

In questo seguito annunciato, sin dal titolo, troviamo il minuscolo supereroe a dividere la scena con una comprimaria alla sua “altezza”: Ant-Man and the Wasp quindi si lega senza alcun problema al film precedente, proseguendo quella linea narrativa che unisce qualsiasi lungometraggio marveliano.

Protagonisti, ovviamente, il Paul Rudd di tanta commedia sfrontata americana (Molto incinta, Questi sono i 40, A modern family), qui riconfermato nei panni del truffaldino Stephen Lang, e la bellissima Evangeline Lilly del serial tv Lost, di nuovo a ricoprire il ruolo di Hope Van Dyne, ovvero la “vespa” che troneggia nel titolo.

Timone di regia affidato nuovamente al Peyton Reed del capostipite, già regista di pellicole brillanti come Ti lascio, ti odio, ti… e Yes man, mentre nel cast ritroviamo i già affermati Michael Peña, Judy Greer, Bobby Cannavale e Michael Douglas, più una serie di new entry che rispondono ai nomi di Walton Goggins, Laurence Fishburne e Michelle Pfeiffer.

In questa seconda avventura, quindi, tutto prende inizio dal passato, quando Hank Pym (Douglas), durante una missione di salvataggio, vede sparire la propria moglie Jane (Pfeiffer), creduta morta perché ormai dispersa in una dimensione atomico molecolare; ma l’uomo non si dà per vinto e tenta ogni esperimento pur di ritrovarla.

Marvel Studios ANT-MAN AND THE WASP..Ant-Man/Scott Lang (Paul Rudd)..Photo: Film Frame..©Marvel Studios 2018

In questa esperienza viene coinvolto nuovamente Stephen, che, nelle vesti di Ant-Man, deve intraprendere una rocambolesca corsa contro il tempo, stavolta anche insieme alla figlia di Hank, Hope, la quale, nella veste di Wasp, si rende efficace e altrettanto all’altezza della situazione.

Insieme fanno la scoperta di sconcertanti verità, come quella dell’esistenza della malvagia Ava (Hannah John-Kamen), una persona con il potere di smaterializzarsi e alla ricerca di un bene prezioso appartenente al professor Pym.

Bene e male si danno nuovamente la caccia e in tutto ciò Stephen deve anche fare in modo di non perdere la propria libertà, perché il suo scopo è rivedere assolutamente l’amata figlia Cassie (Abby Ryder Fortson).

Come un serial ad episodi, la Marvel si presenta sui grandi schermi con la nuova parentesi dedicata all’eroe Ant-Man, cercando di mantenere quel senso dell’umorismo e dello spettacolo già presente nel primo film.

Marvel Studios ANT-MAN AND THE WASP..Giant-Man/Scott Lang (Paul Rudd)..Photo: Film Frame..©Marvel Studios 2018

C’è da dire, quindi, che le premesse vengono rispettate e le promesse mantenute, considerando che questo sequel sa rendersi godibile e accettabile almeno quanto il capostipite.

Certo, inn Ant-Man and the Wasp si potrebbe notare un certo calo nella dinamica di alcune idee (ricordiamo che il primo film portava la firma di Edgar Wright su script, che in principio doveva anche dirigerlo), ma, alla fine, nulla di quello che era stato pensato su un certo livello di simpatia va a perdersi in questo seguito e, in più, lo stesso Lang è esposto meno del dovuto, dato che stavolta divide la scena con molti più comprimari del previsto (la Hope della Lilly, il Pym di Douglas, il buffo Luis di Pena, il malvagio Sonny Bunch di Goggins, Fishburne nei panni del dottor Bill Foster).

Stando ai paragoni con altri prodotti del Marvel Cinematic Universe, la saga di Ant-Man rappresenta il lato minimale della nota casa di produzione di cinecomic (nonostante il budget superi comunque i cento milioni di dollari), e, in quanto tale, rispetta ogni tipo di canone in riguardo, senza lasciarsi andare in baraonde che deflagrano intere città e lotte galattiche fatte di grandi incantesimi.

Qui tutto si basa su un certo ritmo, che sia a suon di battute o di scazzottate, senza che, però, sfoci in un caos visivo e sonoro che possa risultare addirittura gratuito.

Ci si diverte in Ant-Man and the Wasp, nell’attesa di vedere cosa succederà nei prossimi film Marvel.

 

 

Mirko Lomuscio