Antonietta De Lillo

Il suo ritorno in sala è stato salutato positivamente all’ultimo Festival di Venezia 2024, dove ha partecipato con il docufilm dal titolo L’occhio della Gallina, ispirato alle vicissitudini della sua pellicola più famosa, Il Resto di Niente (2003). Antonietta De Lillo è stata anche protagonista di recente della rassegna cinematografica L’uomo e la bestia, in programma ancora questa settimana, l’ultima prevista dalla manifestazione, al Cineteatro La perla di Napoli a via Nuova Agnano (Fuorigrotta Bagnoli), a cura della sua casa di produzione, la Marechiaro Film, e finanziata dal Comune di Napoli.

L’uomo e la bestia che rapporto hanno?

L’uomo e la bestia

“Al cinema c’è sempre stata questa simbiosi ma devo ammettere che non è stato facile recuperare alcuni titoli selezionati per questa kermesse, a causa dei diritti. L’obiettivo però è stato fin da subito quello di riscoprire la nostra animalità benigna e positiva, celata sotto l’umanità, e viceversa negli animali”.

Il titolo è anche quello di un progetto di film partecipato.

15 anni di film partecipato con L’uomo e la bestia alla Marechiaro film

“Esattamente, come fu per OIDA poco più di 10 anni fa, film partecipato sui frammenti d’amore. Ogni filmaker o videomaker che ha preso parte al progetto, scelto nel corso di un lavoro durato 4 anni e passato attraverso workshop e incontri nella cornice di festival cinematografici, si è messo a totale disposizione, dimostrando la propria generosità: un valore che ripaga sempre”.

Nella rassegna L’uomo e la bestia figura anche il suo mediometraggio Il Signor Rotpeter.

Il signor Rotpeter di Antonietta De Lillo a L’uomo e la bestia

“Con tutte le peculiarità del cinema di finzione ho realizzato il mio primo ritratto di un personaggio immaginario nato dalla penna di uno scrittore, Kafka. Quello che mi aveva colpito del Signor Rotpeter era la sua ricerca disperata di una via d’uscita. Come lui che, per adattarsi a un mondo che l’aveva segregato, è stato costretto ad osservarlo e imitarlo, anche noi spesso siamo obbligati ad adattarci a una società che sempre di più è dettata da poteri economici, e che impone il suo assorbimento, a discapito della nostra umanità e libertà. Rotpeter, interpretato da Marina Confalone en travesti, si è trovato a dover combattere per la propria sopravvivenza ma, alla fine di questa conversazione immaginaria, sente il bisogno di non lottare solo per se stesso, bensì anche per gli altri. Anch’io -come Rotpeter – credo che se vogliamo uscire da una condizione che ci snatura e che ci ordina di diventare altro da noi, dovremmo seguire il suo desiderio”.


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