Arancia meccanica rivive anche in 4K Ultra HD nell’edizione Titans of cult

La collana Titans of cult di Warner Bros Entertainment tira fuori dal cilindro uno dei massimi capolavori della Settima arte: Arancia meccanica, che, diretto nel 1971 da Stanley Kubrick, venne candidato ai premi Oscar per il miglior film, la migliore regia, la migliore sceneggiatura non originale e il miglior montaggio.

Tratto dall’omonimo romanzo distopico scritto nove anni prima dal britannico Anthony Burgess, senza alcun dubbio uno dei film maggiormente vietati e bersagliati dalla censura, ora proposto in un’edizione a doppio disco che lo comprende sia su supporto 4K Ultra HD che in formato blu-ray.

Due dischi racchiusi in unica steelbook a sua volta inserita in box in plastica, al cui interno è possibile trovare anche due spille da collezione come gadget, per godere doppiamente attraverso una splendida qualità audiovisiva delle oltre due ore e dieci di visione incentrate sullo sbandato Alex magnificamente incarnato da Malcolm Mc Dowell, teppista di un imprecisato futuro londinese che se ne va in giro a cercare divertimento in maniera decisamente malsana.

Con bombetta sul capo, infatti, insieme ad altri tre compagni di scorribande forma la gang dei Drughi, che non esita a pestare selvaggiamente un anziano senzatetto e ad intrufolarsi nella lussuosa abitazione di uno scrittore per malmenare lui e violentarne la moglie cantando la storica Singin’ in the rain. Una sequenza, quest’ultima, rimasta tra le più crude della storia della celluloide, facendo il paio con quella venata di grottesco in cui un’altra donna viene aggredita e colpita utilizzando una scultura a forma di fallo.

Momenti che, anticipando l’arresto del protagonista e la sua successiva accettazione alla rieducazione attraverso l’assurdo, estenuante Metodo Ludovico, spingono inizialmente a pensare che il tutto venga costruito su una struttura narrativa analoga a quella che avrebbe poi caratterizzato il cosiddetto filone dei rape and revenge, annoverante tra i suoi esempi più noti L’ultima casa a sinistra di Wes Craven e Non violentate Jennifer di Meir Zarchi.

Ma, a differenza di ciò che si sarebbe visto in quelle pellicole, a Kubrick non interessa affatto intavolare un discorso giustizialista basato sulla vendetta post-stupro, bensì concretizzare in fotogrammi quello che non è affatto sbagliato interpretare in qualità di inno al libero arbitrio. Un aspetto suggerito soprattutto quando il cappellano della prigione osserva che un un uomo che non ha scelta cessa, appunto, di essere uomo.

A tal proposito, significativo è ciò che scrive Fabio Fulfaro del lungometraggio nella sua recensione pubblicata dal portale Sentieri selvaggi: “Arancia meccanica è un monolito della modernità, un film che, sulla scia di Orwell e Philip K Dick, mette in guardia sulle derive totalitarie che tendono alla soppressione del desiderio e alla strumentalizzazione della diversità”.

E Alex, di conseguenza, man mano che viene suggerito che violenza genera violenza si trasforma da carnefice in vittima; al centro di un’operazione entrata di diritto nell’immaginario collettivo non solo a causa dei suoi innovativi contenuti di critica sociale, ma anche e soprattutto grazie all’accattivante look trasudante un’estetica decisamente pop. Un’estetica che, tra tavolini del locale di ritrovo dei Drughi ispirati alle sculture dell’artista inglese Allen Jones e maniacale attenzione per la geometria delle inquadrature chiaramente influenzata dall’universo pittorico (aspetto ulteriormente accentuato dal regista nell’immediatamente successivo Barry Lyndon), fa del bianco il colore fascinosamente dominante.

Il resto, inclusa la sequenza di sesso a tre, di taglio ironico, velocizzata sulle note del Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini, è storia da continuare a studiare anche tramite questa edizione comprendente il commento audio di Mc Dowell e dello storico Nick Redman (non sottotitolato) in entrambi i dischi. Mentre il solo blu-ray, in più, offre nella sezione extra ottantasei minuti di intervista all’attore, ventotto di making of, quarantatré di documentario di Channel Four Still tickin’: il ritorno di Arancia meccanica e, infine, il trailer.

 

 

Francesco Lomuscio