All’Auditorium Parco della Musica dallo scorso maggio e fino al 15 giugno, è visitabile la mostra fotografica del maestro della Maurizio Galimberti. Architettura sospesa. Tra la musica e lo spartito Polaroid è il titolo della mostra, a cura di Valentina Galimberti e che mette in mostra alcune delle opere più ispirate del maestro della fotografia..

Nella splendida cornice dell’Auditorium, le opere del maestro Galimberti, rivivono di spazi e momenti, frammenti di immagini riunite in un mosaico, tante diapositive che sembrano danzare come note su un pentagramma, dove ogni tessera non racconta solo una storia, ma è parte di un’armonia più grande. Come una grande orchestra che riesce a coniugare tutti i suoi strumenti all’unisono per risuonare una dolce melodia.

Le visioni “futuriste” di Umberto Boccioni, il dinamismo e il movimento nello spazio di Marcel Duchamp e la dilatazione del tempo di Glenn Gould sono tra le principali fonti di ispirazione di questa mostra che, come in un intreccio, unisce spazio e tempo in un unico dialogo.

La mostra rappresenta il mio concetto di realtà e la mia visione del mondo. Delle immagini mai simili a se stesse e che, nella loro dinamicità, rappresentano l’incontro tra spazio e tempo in un dialogo lungo e continuo”.

La polaroid come strumento perfetto ed elegante per rappresentare l’immediatezza e quella possibilità di “manipolare” la copia ottenuta. Galimberti con la Polaroid non solo scomporre e ricompore l’immagine in mosaici, ricreando così il soggetto fotografato e reinterpretandolo in un modo sempre diverso all’interno di uno spazio, riuscendo così a dare una sua interpretazione. Interpretazione che arriva all’occhio dell’osservatore che ha così un’idea “distorta” di ciò che vede, influenzato dal tempo e dalle variabili di posa. Così Galimberti attraverso la Polaroid esprime la sua visione della storia in un modo unico, per raccontare la sua percezione del mondo e della realtà.

Questa è la mostra di un sognatore che ha saputo realizzare la sua vita grazie alla fotografia. Ho coltivato questo mio desiderio con tenacia e abnegazione e alla fine, da semplice sogno, è diventata la mia ragione di vita. la fotografia rappresenta tutta la mia vita“.


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