Asia Argento è in scena a Roma con lo spettacolo: Rosalind Franklin Il segreto della vita

 

Rosalind Franklin

Il segreto della vita

di Anna Ziegler

Con

Asia Argento

Filippo Dini

e con (in ordine alfabetico)

Giulio Della Monica

Dario Iubatti

Alessandro Tedeschi

Paolo Zuccari

 Scene Laura Benzi

Costumi Andrea Viotti

Luci Pasquale Mari

Musica Arturo Annecchino

Ideazione e Realizzazione video Claudio Cianfoni

Dramaturg Nicoletta Robello Bracciforti

Regia Filippo Dini

Produzione TEATRO ELISEO

Il dono di una grande donna alla scienza e all’umanità

Note di regia:

La grande Storia, la scoperta della struttura del DNA e il piccolo straordinario racconto degli ultimi anni di vita della scienziata Rosalind Franklin. Ci troviamo di fronte ad uno degli avvenimenti più sconvolgenti e controversi nella storia del pensiero e delle conoscenze scientifiche. Tutta l’umanità si inchina e si compiace in un unico trionfale applauso nei confronti dei grandi scienziati che sono riusciti a decifrare quello che comunemente era definito “il segreto della vita”. La vicenda tuttavia fu tutt’altro che epica e nobile. I personaggi coinvolti in questa scoperta furono molti, tutti scienziati autorevoli che collaborarono in diverse fasi alla stessa ricerca, ma che furono vittime e carnefici, a seconda delle alterne fortune, delle reciproche invidie e desideri di riscatto personali.

Tutti lottarono per avere un personale posto di rilievo nella Storia, ognuno con le proprie capacità e spinto da personali motivazioni, talvolta anche nobili, ma sempre e comunque a discapito del sesto personaggio di questa storia, dell’unica donna di questa favola, una donna meravigliosa e detestabile, una persona limpida e contradditoria, ambiziosa e vigliacca, insomma una donna fuori dalle umane catalogazioni e impossibile da raccontare: Rosalind Franklin. Il testo si avvolge proprio come una doppia spirale intorno a lei, intorno alle sue brutture e alla sua grazia. Il suo merito fu quello di fotografare un campione di DNA con una tecnica delicatissima e complessa che sfruttava la diffrazione a raggi X. In particolare, la fotografia numero 51, riuscì a immortalare in modo più nitido la X della doppia elica del DNA. Un grande dono che Rosalind fece alla scienza, all’umanità e a sé stessa. L’ambiziosissimo James Watson, con la complicità del suo collega Francis Crick, sfruttò la fotografia per costruire un modellino del DNA, passare alla storia come il vero responsabile della “grande scoperta” e vincere anche il Nobel, nove anni dopo, quando ormai la povera Rosalind era già prematuramente scomparsa all’età di 37 anni.

Nel corso della pièce, i personaggi saltano continuamente da un presente, che non è definito, ad un passato, che è quello del ricordo, quello delle “scene”, in cui la Storia della scoperta del DNA si interseca con la storia di Rosalind. Le scene, quindi, si alternano con i commenti e le dissertazioni dei personaggi al presente, in un continuo susseguirsi di immagini che risultano distorte, non verosimili o non coerenti a giudizio della nostra logica educata, ma che inevitabilmente contribuiscono ad arricchire e a comporre quel film o quel sogno che lentamente si srotola sereno e perfettamente compiuto nella nostra mente.

Filippo Dini

Nella foto: Filippo Dini

 

Interpreti e personaggi (in ordine alfabetico)

Asia Argento                Rosalind Franklin

Filippo Dini                 Maurice Wilkins

Giulio Della Monica    Ray Gosling

Dario Iubatti                James Watson

Alessandro Tedeschi   Don Caspar

Paolo Zuccari              Francis Crick

 

Note dell’autrice:

Anna Ziegler su Rosalind Franklin

Rosalind Franklin played a role in discovering the DNA structure. She is a real person narrated in a play. What was fascinating in writing her story? 

Rosalind Franklin è stata protagonista nella scoperta della struttura del DNA. Si tratta di un personaggio realmente vissuto. Quale è stato lo stimolo per scrivere la sua storia?

I had never heard of Rosalind Franklin before I was commissioned to write about her by a small theater outside of Washington DC. I was initially tasked with creating a play about Franklin, Rachel Carson and a biologist named Roger Young. After writing a draft, I saw clearly (as did the commissioning theater) that Franklin deserved her own play, and so I started over. Her story was so inherently dramatic and I was drawn to the complications and contradictions of her character, to the way that she was her own greatest obstacle. She was also inherently tragic. I think the fact that she died so young and had so much potential – she was really considered by almost everyone to be just a brilliant scientist – man or woman— it’s that potential cut short which is still heart-breaking, not knowing what she would have gone on to do and discover. But I also found the circumstances she was in, and the way those perhaps created or triggered the personality that then clashed so fiercely with Maurice Wilkins at this particular moment in history, fascinating.

Non avevo mai sentito parlare di Rosalind Franklin prima che mi venisse chiesto di scrivere un’opera su di lei da un piccolo teatro vicino a Washington. Da principio decisi di scrivere un testo che raccontasse la storia della Franklin, di Rachel Carson e del biologo Roger Young. Dopo la prima stesura però mi accorsi (e insieme a me il committente) che la figura della Franklin meritava una pièce tutta per sé, per cui ricominciai a scrivere. La sua vicenda era naturalmente teatrale e fui attratta dalla complessità e dalle contraddizioni del suo carattere che si rivelarono poi proprio il suo più grande ostacolo. Lei stessa era così teatrale. Il fatto stesso che morì molto giovane e con tali prospettive – era considerata una scienziata geniale quasi da tutti, uomini e donne – è quel potenziale troncato presto che è sempre struggente, senza contare quello che avrebbe potuto scoprire avendo il tempo per farlo. Ho trovato affascinanti anche le circostanze che l’hanno portata alla delusione, le stesse che hanno innescato la sua personalità e che poi ad un certo punto della storia l’hanno portata a scontrarsi con Maurice Wilkins.

Why should audience comprehend her personality for?

Perché il pubblico dovrebbe interessarsi ad una personalità simile?

Well, I think the play is very much about how personality more than anything else dictates the outcome of events—in this case the outcome of some very important research that would lead to major breakthroughs in our understanding of how human beings work. So in that sense, the audience should view this piece as a meditation on how Rosalind’s particular and complicated nature (a result itself of circumstances and the very DNA whose structure she would contribute to finding) and Maurice Wilkins’ particular and complicated nature repelled each other, whereas Watson and Crick’s natures were complementary, able to fit neatly together. In this way, I was also really taken by the metaphor of the double-helix itself, and the way it reflects so precisely what happened at the moment of its discovery. After all, the double helix is itself a pairing. It’s a pairing that works very well and creates life, and here we have this story of these two pairs: one that worked together – Watson and Crick – and one that did not: Franklin and Wilkins. And it’s of course the successful pair that ends up discovering life in a very neat, beautiful kind of way. And the failure of the other pairing is I think also sort of reflective of – and I don’t understand the science well enough to explain it but – the DNA as two strands that work together, but they never actually touch. So there is this essential part of life that is about tenuous collaboration and how easily things can go wrong.

Il testo illustra principalmente quanto la personalità, più di qualunque altra cosa, possa guidare l’esito degli eventi, in questo caso il risultato di ricerche essenziali che avrebbero portato ad una svolta nella comprensione dell’essere umano. In questo senso il pubblico dovrebbe avvicinarsi alla pièce per riflettere su come la natura particolare e complessa di Rosalind (risultato essa stessa delle circostanze e del DNA la cui struttura lei cercò di scoprire) e la natura particolare e complessa di Maurice Wilkins si respinsero, mentre le personalità di Watson e Crick furono complementari, in grado di convogliare le energie. Alla luce di ciò, sono rimasta incantata nell’osservare come la doppia elica fosse perfetta metafora degli eventi al momento della scoperta. Dopotutto, la doppia elica è essa stessa una coppia. Una coppia che lavora armoniosamente e crea la vita, mentre nella storia abbiamo due coppie: una che lavora insieme –  Watson e Crick – e una che non ci riesce – Franklin e Wilkins. E sarà ovviamente la coppia affiatata che finirà per scoprire la vita in maniera nitida e bellissima. Il fallimento dell’altra coppia credo che sia il riflesso di due filamenti appaiati che in verità non si toccano mai (non sono una esperta ma credo sia così). Quindi esiste una parte essenziale della vita che si basa su una fragile collaborazione e su quanto facilmente può andare storta.

And how did you manage describing a real woman, with her virtue and vices, strengths and weaknesses?

Come ha deciso di descrivere una donna reale, con vizi e virtù, forza e punti deboli?

I didn’t want to sugarcoat anything. We are all flawed. And I think in being transparent about Rosalind’s flaws, she becomes even more sympathetic because everyone sees something of him or herself in her.

Non desideravo edulcorare nulla. Siamo tutti imperfetti. Mettendo in risalto i difetti di Rosalind, permetto al pubblico di identificarsi in lei.

Is the story still a modern one?

La storia è ancora moderna?

I’ve been struck by how many women scientists have expressed to me, after seeing the play, that the world it depicts is not much different than the world in which they exist. I also think Western society is fascinated at the moment with how women are seen  – i.e. can a woman be strong without seeming standoffish? Can we ever see beyond how a woman looks? If a woman shows emotion does that make her weak? Etcetera. The play explores some of these questions and so I fear it is quite modern in that sense.

Sono rimasta colpita dalla quantità di scienziate che, dopo aver visto lo spettacolo, mi hanno riferito quanto il mondo in cui vivono ora non sia tanto diverso. Penso anche che la società occidentale si focalizzi molto sul come vengono percepite le donne oggi – cioè può una donna essere forte senza sembrare fredda? Potremo mai vedere al di là di come una donna appare? Se una donna mostra emozioni, ciò la rende debole? E così via. La commedia esplora alcuni di questi quesiti e ciò, temo, la rende moderna.

Do you think she can be considered a guardian of women’s right?

Pensa che possa essere considerate una sostenitrice dei diritti delle donne?

Interestingly enough, I’ve been told by people who knew her that Rosalind Franklin would have been deeply opposed to being seen as a feminist icon. It was not her intention to take a stand for women, but to be a great scientist. She accomplished that. She might well be rolling over in her grave to know that she is remembered as anything else. That being said, I think she is a bit of an icon precisely because it was never her aim to become one – because she set out only to do her work and to do it well, and tried as much as she could to ignore anything extraneous. It’s impossible not to admire that steadfastness and single-mindedness, especially in our modern age of social media and Internet click-bait when we are all so scattered, our focus so diffuse. I know that I admire her more and more with time, not less, and I’ve been acquainted with her for a number of years now…

È abbastanza interessante, le persone che hanno conosciuto Rosalind Franklin mi hanno raccontato di quanto si opponesse ad essere vista come un’icona femminista. Non era sua intenzione battersi per le donne, voleva essere una grande scienziata. E ci è riuscita. Si rivolterebbe nella tomba se sapesse di essere ricordata per altri motivi. Ciò detto, posso dire che è stata davvero un esempio, proprio perché voleva fare solo il suo lavoro e voleva farlo bene, cercando di ignorare tutto ciò che le era estraneo. È impossibile non ammirare quella determinazione quasi maniacale, soprattutto in questi tempi di social media e di click su internet su cui spalmiamo i nostri interessi. Io la ammiro ogni giorno di più, e la frequento ormai da tanti anni…

TEATRO ELISEO

Da martedì 28 marzo a domenica 16 aprile 2017

Orario spettacoli:

martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00 – mercoledì e domenica ore 17.00

Biglietteria tel. 06.83510216 |Giorni e orari: da martedì a domenica 10.00 – 19.00

Via Nazionale 183 – 00184 Roma Call center Vivaticket: 892234

Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it

Prezzi da 25 € a 40 € – Riduzioni e agevolazioni a norma di legge

Maria Letizia Maffei