ASPETTANDO LA ZOMBIE WALK MOVIE EDITION DI TORINO: ANDREA GIOMARO CI RACCONTA IL SUO “BETANIA”!

Amici di Mondospettacolo, la Zombie Walk Movie Edition di Torino si avvicina ed è quindi giunto il momento di presentarvi i protagonisti di questo evento.

Oggi sono in compagnia di uno dei più bravi effettisti del nostro paese, ha collaborato con registi del calibro di Ridley Scott ed è inoltre il regista del cortometraggio “Betania”  il suo nome è Andrea Giomaro.

Ciao Andrea e benvenuto su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?

Ciao Alex sto Bene grazie! Ho appena compiuto 40 anni, me ne sento un po’ di più, ma mi difendo, sto benone dai!

Come già saprai, il 14 settembre verrà proiettato alla Zombie Walk Movie Edition di Torino il tuo cortometraggio “Betania”, direi quindi di cominciare questa intervista parlando di Betania, raccontami un po’ come è nata l’idea di fare questo corto?

Si  va subito sul pesante però! Insomma un po’ di anni fa è morto mio nonno al quale ero molto affezionato. Non avevo mai visto un cadavere e cominciare con mio nonno non è stata una bella idea. Prima di tutto quando sono arrivato a casa sua i parenti mi hanno detto “è in camera” e già questa cosa mi ha gelato il sangue, perché uno che “non è più” non può “essere” in camera, come se mi aspettasse,  invece tutti si riferivano al cadavere come se fosse ancora mio nonno, non come se lo fosse stato, questo “disallineamento” nella testa mi stava flashando di brutto quando arrivo finalmente a vederlo… bhè… era lui ma gli mancava qualcosa, allora mi sono avvicinato e l’ho guardato intensamente. Sembrava dormire ma non respirava. Dentro di me è nato un desiderio smisurato di svegliarlo ma non appena ho formulato il pensiero ne è nato subito un altro diametralmente opposto, se si fosse svegliato proprio li, davanti a me, dopo essere morto da un giorno, sarei morto io dalla paura! Cacchio… i morti devono restare morti! Insomma tutta questa situazione e questo strano sentimento di volere che mio nonno rivivesse e al contempo che restasse morto mi hanno scosso molto, insomma io ho la testa che va a mille e tutta sta roba potrebbe dare lavoro agli psicologi per un pezzo. Allora per elaborare il lutto e  tutti questi pensieri nella testa ho pensato a “Betania” che infatti è strutturato come un percorso psicanalitico e dove i morti viventi rappresentano i  “fantasmi” di ricordi dimenticati ma non rimossi, dei desideri ed il loro opposto, degli ossimori morti viventi appunto!

I personaggi principali rappresentano tutti diversi aspetti della mia personalità, la dottoressa rappresenta il mio lato razionale e il becchino quello più emotivo ed adolescenziale poi ci ho messo dentro un po’ di Edipo, un prete bastardo, un po’ di amore, odio quanto basta… mescolare il tutto ed ecco Betania.

Inizialmente  ho collaborato con lo sceneggiatore ed amico Giovanni Menicocci per provare a mettere ordine alle mille idee che avevo in testa ed abbiamo steso un trattamento per un lungometraggio di cui ora il corto “Betania” rappresenta il riassunto della prima parte. Questa fase con Giovanni è stata fondamentale e mi ha lasciato un bellissimo ricordo di quei giorni. Ci ho messo quasi 10 anni da quando ho scritto la sceneggiatura a quando ho finito il corto! Ci sono delle scene che, tra il campo ed il controcampo, è passato più di un anno e alcuni personaggi che parlano tra loro in realtà non si sono mai visti è stata una sfida, ma mi è servito!

So che ti sei ispirato a 2 grandi del cinema italiano, Il primo è lo scomparso ma indimenticabile Lucio Fulci e il secondo è  il grandissimo Pupi Avati. Perché questi 2 grandi maestri del cinema?

Questi  maestri  non sono stati semplicemente fonte di ispirazione per il film, nel senso che non mi sono ispirato a loro per realizzare Betania, ma, più radicalmente, i loro lavori, che ho visto da bambino-ragazzo, hanno contribuito alla formazione del mio carattere e dei miei pensieri e, se si finisce a fare un film di morti  viventi, ovviamente uno non può non tirare fuori il proprio bagaglio, per questo motivo ho realizzato scene simili o situazioni che ricordano molto quelle dei maestri, senza volerle però scimmiottare o “citare”… Avati, Fulci ed altri fanno ormai parte di me e quindi si riflettono volontariamente o inconsciamente nelle cose che faccio, quindi i rimandi espliciti all’interno del film sono più che altro degli omaggi, dei ringraziamenti a quei maestri che hanno contribuito alla mia formazione.

Tornando a Betania, in una scena del film è possibile vedere una tua creatura animatronica, vuoi spiegare ai nostri amici di cosa si tratta e in poche parole che cosa è l’animatronica?

L’animatronica é un ramo specifico della meccatronica ovvero una branca dell’ingegneria dell’automazione che studia il modo di far interagire tre discipline, quali la meccanica, l’elettronica, e l’informatica. L’animatronica ha come fine quello di dare movimento e quindi parvenza di vita (l’anima per l’appunto) a soggetti meccanici, generalmente pupazzi detti animatronics o animatroni. L’uso dell’ animatronica è, per sua natura, legato spesso all’industria dell’intrattenimento sia in ambito cinematografico sia, (sempre più spesso), in spettacoli ed attrazioni “live”. Le applicazioni dell’animatronica sono molteplici : giocattoli, parchi a tema, simulatori, modelli didattici e persino presidi medici.

Le tecnologie e le risorse applicate all’animatronica sono le medesime applicate nell’ automazione industriale e nella robotica e di anno in anno si fanno quindi più sofisticate rendendo i vari “pupazzi” così realistici da sembrare vivi a tutti gli effetti. Prego notare che questa definizione l’ho scritta io e non ho fatto copia e incolla da Wikipedia!!!!!

Praticamente quando si deve creare un oggetto che si muove, in questo caso uno zombie e non potendo ricorrere ad una persona truccata perché questa non è disponibile a dimagrire di 50 kg e farsi strappare la pelle dalla faccia, si costruisce un manichino cercando di farlo muovere a volte infilandoci una mano dentro (puppett) ma spesso e volentieri si ricorre all’utilizzo di motori che a loro volta richiedono l’uso di radiocomandi o computer per essere controllati.

 

Le musiche del film sono dei bravissimi Sabrina Bursi e di Frederick Livi, come nasce il vostro incontro e il percorso comune per Betania?

La Sabri è mia moglie e Frederick un mio amico! Ho fatto le cose in casa! (ride)

A parte le battute Sabrina Bursi è psicologa specializzata in neuropsicologia, ha fatto 8 anni di conservatorio e 4 di musicoterapia  direi che era la persona giusta per fare le musiche del corto essendo poi una cosa che ho trascinato per 10 anni chi meglio di lei poteva starmi dietro? In fondo l’ha promesso : “nella buona e nella cattiva sorte!”

L’ho stressata continuamente per scrivere la musica secondo le mie paranoie mentali, infatti nel film è tutto sincronizzato con le musiche proprio perché ho avuto la possibilità di dedicare a questo aspetto molto tempo in più di quanto si fa generalmente, accontentandosi spesso di sottofondi che fanno da tappeto o di commenti musicali banali invece qua ci siamo tolti lo sfizio di comporre una partitura ricca, complessa e sofisticata la musica è una delle cose che mi piacciono di più in Betania, penso sia stupenda, molto sopra la media, non avrei ( e non avrò mai )  potuto avere niente di meglio. La prima cosa ad essere nata è il giro di tastiera che si sente nella canzone durante i titoli di coda da questo Frederick ha preso ispirazione per comporre la canzone che a sua volta ci ha dato una base su cui costruire molti riferimenti per i diversi temi musicali del film. Frederick è un mio amico, un vero rocker e un vero compositore di canzoni come ce ne sono pochi. Frederick è un po’ più grandicello di me e quando ero piccolo lo vidi per la prima volta suonare in un pub della nostra piccola città natale (Fossombrone), capellone e mototruzzamunito… divenne subito un mio mito, ma rimanemmo per anni solo 2 che si conoscevano di vista, poi ci perdemmo pure di vista.

Però quel rockettaro mi aveva davvero colpito, tanto che un giorno che non avevo quasi un ca..o da fare, dopo una ventina di anni dalla serata del pub, ho cercato il suo numero e l’ho chiamato così,… senza un motivo specifico : “…  oh…Te suoni ancora?” “Si, e te fai ancora i filmini?”… si ricordava…“Si… oh perché non facciamo qualcosa insieme?”

Ed alla fine abbiamo fatto “Betania”!

Io volevo fare la canzone come prima cosa e la volevo rock perché assolutamente rappresentativa del personaggio del becchino Frederick ha sentito il riff di Sabrina e ha pensato di scrivere la canzone come se fossero parole del Becchino stesso genialata, poi ha tirato giù delle armonie come solo lui sa fare, poi ha coinvolto il mitico chitarrista Alex Savelli che ha fatto delle chitarre da paura, poi sempre Frederick ha insistito per inserire le tastiere della Sabri con un suono “elettronico e acidino” che da carattere al tutto, ha fatto dei cori che sono di fatto diventati il “Tema” di  Betania e poi abbiamo registrato il tutto in studio. La canzone era fatta ora mancava solo fare il film, ma avevo un bel traino che mi dava la carica.

Poi, per un sacco di fortuite coincidenze, alla fine Frederick è finito ad interpretare la parte del becchino per cui aveva scritto la canzone, rivelandosi non solo un ottimo song-writer ma anche un validissimo attore. Anche in questo caso non avrei mai potuto sperare in niente di meglio. Girai il film mentre la Sabri al contempo scriveva le musiche poi abbiamo portato tutto in studio di registrazione dove alla fine è giunto il provvidenziale Fulvio Mennella.

Codesto individuo ha letteralmente trasformato il film, portandolo da un livello “amatoriale” ad un livello “professionale”, praticamente dopo questa esperienza mi vedrei in difficoltà a fare un altro lavoro senza il suo contributo. È stato davvero unico praticamente tutto ciò che si sente ha la sua impronta.

Ha registrato e sincronizzato tutto il doppiaggio, ha curato tutta la colonna sonora internazionale del film sonorizzandolo, incredibilmente si è reso disponibile a prendere tutte le musiche della Sabri e le ha arrangiate aggiustando addirittura le singole tracce midi e gli strumenti, infine non pago ha scritto un brano elettronico per quando il becchino mena il padre-zombie e ha masterizzato il tutto. Infatti nella triade delle musiche di Betania non bisogna dimenticare il grande Fulvio.

La protagonista di Betania è l’attrice Sonia Caselli, perché hai scelto Sonia per il ruolo di protagonista?

In verità è stata Sonia a scegliere me… anzi ci siamo scelti a vicenda. Avevo iniziato a girare il corto un paio di anni prima di sentire Sonia e avevo realizzato delle scene ma per diversi motivi si era tutto fermato. Avevo bisogno di fare qualcosa ma Betania non voleva saperne di andare avanti allora ho realizzato con il cellulare uno spin-off chiamato “Betania 1.0” che ha avuto parecchio successo ed è stato anche proiettato al museo d’arte moderna di Parigi. Fatto sta che tra le altre cose  ero rimasto anche senza l’attrice principale per Betania che giaceva in un angolo oscuro della mia testa quando Sonia vede da qualche parte Betania 1.0, che le piace un sacco e, come feci io con Frederick, senza motivo mi chiamò :

“Ciao sono Sonia, ci conoscevamo da ragazzini ho visto un tuo corto bello!”

“Grazie, tu che fai?”

“Niente di che, in questo periodo recito in una compagnia in teatro, oh se hai una parte da darmi in uno dei tuoi corti sarei contenta di partecipare!”

“Ma scherzi o dici davvero?”

“Davvero, perché?”

“Perché sono senza l’attrice principale e ho già girato delle scene … facciamo una cosa, giriamo i controcampi delle scene che ho già fatto e se si allacciano andiamo avanti!”

“Ok!”

Girammo le scene che si allacciarono alle precedenti anche se l’altra attrice era completamente diversa e così decidemmo di finire il corto.

Praticamente sono riuscito a girare Betania solo perché Sonia è entrata a far parte del progetto e l’ha letteralmente “riesumato” credendoci tantissimo così che ho potuto chiederle cose che mai avrei potuto chiedere ad un attrice non innamorata della storia e al contempo desiderosa di cimentarsi per la prima volta in una prova così difficile, tanto per farti capire : alcuni giorni giravamo soli io e lei sotto la pioggia e poi un giorno le ho detto :

“Sonia dobbiamo fare un inquadratura larga con la nebbia ma le macchine del fumo che ho non sono sufficienti, da oggi mi sveglierò tutti i giorni alle 5 di mattina e se c’è la nebbia ti chiamo ed andiamo a girare il totalone!” Il giorno dopo mi chiama lei all’alba e mi dice :

“Oggi non c’è la nebbia?”

“No”

Poi la nebbia finalmente arrivò e noi eravamo là! Alla fine Sonia si è dimostrata non solo disponibile ma anche bravissima come mai avrei neanche potuto sperare nei miei sogni è stata semplicemente perfetta, dava soddisfazione poterla dirigere, infatti ha anche vinto dei riconoscimenti.

 

Betania ha ricevuto diversi premi; vuoi parlarmene?

 Non parlo volentierissimo dei premi, provo quasi sempre un certo senso di fastidio quando altri mi parlano dei propri riconoscimenti, (soprattutto se non lo chiedo) mi sembra sempre che si debba competere e la competizione su certi argomenti non mi piace affatto. Prima di tutto facevo  film non per vincere premi ma perché mi piaceva, ovviamente ricevere dei riconoscimenti fa sempre piacere (ed è fondamentale se si intende far carriera come registi) ma è sgradevole se i risultati non dipendono “direttamente” da te ma da altri che valutano il  lavoro con “criteri soggettivi”, a volte “non condivisibili” o addirittura “non trasparenti”…

Tanto per farti capire : in Italia Betania, che spesso iscrivevo ai concorsi  ha vinto quasi niente, all’estero (dove non mi conosce nessuno) lo stesso corto gareggiava insieme a centinaia di altri cortometraggi provenienti da tutte le parti del mondo e ha vinto diverse decine di premi… questa cosa mi riempie di orgoglio ma al contempo mi avvilisce, questo è uno dei motivi per cui mi sono un po’ allontanato dall’ambiente del film-making… te ne racconto una che vale per tutte :

Una volta mi iscrissi ad un concorso ed un tizio che conoscevo appena si è procurato il mio indirizzo mail e mi ha scritto :

“Partecipo anche io, vinca il migliore!” poi dopo un mesetto mi ha mandato (senza scrivere altro) un link ad una foto di lui che ritirava l’assegno.

Mi alterai parecchio. Non desidero trovarmi nuovamente in situazioni simili ho perso la pazienza. Tenevo una lista dei premi vinti in tutto il mondo in un computer, ripromettendomi che prima o poi l’ avrei snocciolata su face book per elemosinare qualche “like”… ma mi si è rotto l’hard-disk…

Sono orgoglioso e grato di ogni singolo premio ricevuto ma non me ne sono mai vantato e di questo si che ne faccio un vanto.

 

Parliamo ora del presente: su quali set stai lavorando attualmente?

Ho appena finito di lavorare agli effetti speciali del prossimo film fantasy di Matteo Garrone, ho fatto qualcosa per il prossimo film dei “Soliti idioti” (che non sono idioti per niente) e sto attualmente lavorando agli “Sbancati” di Henry Secchiaroli.

In futuro farai il seguito di Betania? O comunque ti vedremo nuovamente come regista?

Non credo anche se Frederick vorrebbe molto. Ho studiato regia e fatto diverse cose come regista e tutte mi hanno dato varie soddisfazioni.

Ho fatto cose belle ed anche di una certa “importanza”, ho conosciuto tante brave persone, mi è piaciuto, ma nel frattempo ho compiuto 40 anni, fatto 2 figlie, comprato una casa e acceso 3 mutui, non credo proprio di poter trovare lo spazio, il tempo, le energie ed i soldi per progetti che non portano un discreto rientro economico.

Le mie scelte mi hanno portato a non fare della regia la mia fonte principale di guadagno. Mi è più facile guadagnare soldi  lavorando per i film altrui, dove sono chiamato come libero professionista. Riuscire a guadagnare facendo film richiede non solo bravura come regista (anzi a volte non è neanche indispensabile) , ma un impegno ed una dedizione incredibili, richiede voglia di incontrare persone, richiede la volontà di farsi conoscere e promuovere il proprio lavoro entrare in certe dinamiche.

Invece se sei un discreto tecnico di effetti speciali si vede e si sa, c’è poco di soggettivo o poco da sbandierare in giro devi solo fare il tuo lavoro e farlo bene!

Sicuramente fare la regia di qualcosa mi piacerebbe moltissimo, anche realizzare la seconda parte di Betania, ma quando dico “fare la regia” intendo dire “dirigere”, no fare il produttore, l’autista, il catering, l’ufficio stampa, il ruffiano,il manager, l’attivista e compagnia bella. Nel cinema indipendente o a basso budget molti decidono di collaborare a paga ridotta o gratuitamente perché investono su un regista, su un progetto, sperando in un ritorno di immagine, in pubblicità, nella speranza che il film successivo abbia un budget un po’ più alto e questo è il processo evolutivo naturale dei filmaker che pian piano diventano registi. Io che non ho voglia di pagarne  “il prezzo” non ho molto da offrire ai professionisti con cui deciderei di collaborare e quindi li dovrei pagare ed attualmente non me lo posso permettere.

“…Ehi tu, professionista in ascesa con un sacco di attrezzatura ed impegni, ti va di fare un film con me? Orari di merda, lavoro duro, paga inesistente e nessuna pubblicità perché voglio fare l’alternativo, ho la puzza sotto il naso e paura del confronto ah dimenticavo il film è assolutamente poco popolare”

Ovviamente se si presentasse uno alla mia porta con un assegno e mi supplicasse di dirigere un film lo farei, ma queste cose capitano solo alle persone che lavorano sodo per essere al posto giusto al momento giusto e si devono far trovare preparate!

Rispetto molto chi riesce a procedere in questo campo. In definitiva faccio come la volpe con l’uva, faccio presente però che l’uva non è il cibo elettivo delle volpi!

Prima di concludere è d’obbligo questa domanda, a proposito di Zombi naturalmente (sorrido)

Quali sono secondo te i migliori tre film a tema Zombi della storia del cinema?

“Zombie” di Romero numero uno ma anche il remake non era affatto male. Sono affezionato a “Il ritorno dei morti viventi” che contiene chicche incredibili come : “cervello!”

E, anche se non propriamente un film di zombie, adoro “Dellamorte Dellamore”… un capolavoro. Come vedi non capisco una fava! Comunque domani potrei risponderti con altri titoli, ora però sono questi!

Andrea l’intervista finisce qui, grazie per essere stato con noi e naturalmente sappi che aspetteremo con ansia il tuo giudizio sui nostri migliori zombie!

Ciao, grazie a te e ai lettori di mondo spettacolo!

E io naturalmente invito tutti i nostri lettori a vedere il trailer di “Betania”

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Alex Cunsolo