AWAVE: psichedelia pop internazionale

Dunque dovremo attendere la fine pandemia per il primo disco ufficiale degli AWAVE, almeno questo ci diranno loro. Abruzzesi, musica che arriva dalla provincia ma che dalla provincia si distacca notevolmente e, a ben sentire, è un andare anche oltre i confini nazionali passando per tutto quel pop acido di un gustoso retrogusto psichedelico che ha infiammato l’Inghilterra degli anni ’90. Si intitola “Walking” il primo singolo prodotto da Alti Records di Luigi Tarquini con un video ufficiale molto interessante, realizzato dal videomaker del gruppo Stefano Ianni e dal direttore della fotografia Francesco Colantoni, che dimostra bellezza sincera, una bellezza che oltrepassa il concetto di classicismo e di rigori alla moda. Un ascolto interessante perché in fondo la provincia è sempre foriera di una libera bellezza.

Noi parliamo spesso di bellezza e non solo di quella che spesso si rende sfacciata all’occhio. Ecco: per voi cos’è la bellezza?
La bellezza dovrebbe essere la propensione principale dell’uomo. Cercare e trovare la bellezza nell’esistenza stessa dovrebbe essere l’obiettivo di ognuno e un assoluto che non riguardi più soltanto l’estetica.

E quanto serve la bellezza per una canzone, per la sua accettazione pubblica?
Difficile capire quale sia l’unità di misura ufficiale per stabilire i parametri di bellezza tali da determinare una accettazione del pubblico; crediamo siano estremamente variabili e determinati da periodi e tendenze generazionali. Noi cerchiamo di produrre qualcosa che davvero vorremmo sentire in radio, in streaming in tv o dove non so possa finire nell’imminente futuro la musica. Qualcosa che ci piacerebbe anche se fosse prodotta da altri e possibilmente anche a prescindere dall’epoca.

Oggi siamo in un’era in cui l’estetica è il primo veicolo di informazione. Voi come la vedete e come vi ci rapportate?
L’estetica è appunto una delle varie voci in capitolo per la costruzione e il percorso verso la bellezza in assoluto. Per noi curare l’estetica significa andare a smussare tutti i dettagli di un brano o di un lavoro in generale a cui teniamo, perché deve piacerci per forza. È un lavoro quasi impossibile e stancante e infatti a volte cediamo ben volentieri al “brutto ‘e al trash che sono l’altra faccia ma della stessa medaglia.

Che poi in questo video di lancio avete molto badato al suo lato estetico, così come la logo o al nome… non è così?
Appunto. Ma è parte di questo percorso che abbiamo intrapreso, non crediamo di aver raggiunto già il traguardo. Magari i prossimi lavori saranno molto più sporchi e poco raffinati!

Un rock urbano, industriale, un post rock che però non riesce troppo a svincolarsi dal santo pop italiano. non è così?
Ci piace il pop in fondo, soprattutto a livello di strutture e di studio compositivo.

A quando il disco?
A fine Pandemia