
Siamo entusiasti di presentare in esclusiva per i lettori di Music-Alive l’intervista con Bad-Roc, il rapper e produttore russo che sta conquistando la scena urban internazionale. Con il suo nuovo singolo “SUPAFREAK”, disponibile da oggi, Bad-Roc mescola suoni elettronici, hip-hop e dance, dando vita a un brano che celebra l’autenticità, il lusso e la libertà. In questa intervista, ci racconta la genesi del suo ultimo lavoro, la sua visione artistica e come sta affrontando il suo percorso musicale, che lo ha già portato a conquistare un pubblico globale. Scopriamo insieme il lato più “freaky” di Bad-Roc, solo su Music-Alive.
Bad-Roc, “SUPAFREAK” è un brano che trasmette molta energia e libertà. Cosa ti ha ispirato a scrivere una canzone con questo tema?
Volevo scrivere una canzone che facesse ballare e divertire tutti. In un mondo come quello di oggi, segnato dalla cultura della cancellazione, in cui spesso le persone hanno paura di essere se stesse o di esprimere liberamente ciò che pensano, sentivo il bisogno di trasmettere un messaggio diverso. Con questa canzone, volevo dire che ognuno ha il diritto di essere ciò che è, senza sentirsi limitato o giudicato per quello che dice o pensa.
Il tuo nuovo singolo combina sonorità elettroniche, hip-hop e dance. Come descriveresti l’evoluzione del tuo suono in questo brano rispetto ai tuoi lavori precedenti?
Volevo scrivere una canzone che avesse energia, che facesse venire voglia di ballare e divertirsi. Qualcosa di diverso rispetto ai miei brani più lirici e introspettivi. In un momento storico come questo, in cui la cultura della cancellazione porta molte persone ad avere paura di essere se stesse o di esprimere liberamente ciò che pensano, sentivo il bisogno di lanciare un messaggio chiaro. Con questa canzone voglio dire che ognuno ha il diritto di essere ciò che è, senza sentirsi limitato o giudicato per ciò che dice o pensa.
Nel testo di “SUPAFREAK” parli di un lato più “stravagante” e “freaky” di te stesso. In che modo questo lato si riflette anche nella tua vita quotidiana, oltre che nella musica?
Chi mi conosce meglio sa che sono una persona divertente, un po’ folle, e che dice sempre quello che pensa. Mi piace l’umorismo assurdo, quello che rompe gli schemi, perché credo che la vita sia molto più leggera e piacevole se non ci prendiamo sempre troppo sul serio.
Il brano trasmette una sensazione di lusso e ostentazione, ma anche di divertimento e sfrenatezza. Qual è la tua opinione sul rapporto tra musica e status, e quanto è importante per te come artista?
Vengo dal basso, e in passato non avevamo molto, quindi ho sempre dovuto fare in modo di avere abbastanza. Ogni cosa che ho conquistato nella vita è frutto del mio impegno e del mio lavoro. Per questo, sì, mi godo il lusso e lo splendore che oggi fanno parte del mio mondo. Ma credo anche che ci debba essere sempre un equilibrio: è giusto godersi ciò che si ha, ma non bisogna mai dimenticare da dove si viene. E, soprattutto, bisogna continuare a rispettare ogni persona per quello che è, come essere umano, e non per lo status che occupa.
In “SUPAFREAK”, il tema della libertà personale è molto forte. Pensi che oggi, in un mondo sempre più connesso, sia difficile mantenere la propria autenticità e vivere senza compromessi?
Oggi è davvero difficile per le persone essere se stesse, soprattutto a causa delle critiche continue che si ricevono online e del clima creato dalla cultura della cancellazione. Tutto questo frena la libertà di espressione: la gente finisce per mostrare solo ciò che è politicamente corretto, ciò che rientra in uno schema prestabilito. Ed è proprio questo che voglio sfidare con la mia canzone.
Anche su Internet dovremmo sentirci liberi di essere come siamo: selvaggi, sfacciati, divertenti, senza la paura costante di venire travolti dalle critiche. Credo che l’umanità debba riscoprire lo spirito libero, la capacità di accettare opinioni diverse dalle proprie, senza dover giudicare tutto ciò che non rientra nei propri parametri.
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